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 2015  giugno 23 Martedì calendario

IL RISIKO DELLE TLC È SOLO ALL’INIZIO

Alcune settimane fa, al momento delle apparentemente incaute dichiarazioni di interesse per Telecom Italia mai davvero smentite, il presidente dell’ex monopolista pubblico francese Orange, Stéphane Richard, aveva chiaramente detto che il settore delle telecomunicazioni in Europa sta andando incontro a un inevitabile processo di concentrazione: «Ci sono troppi operatori, alcuni dei quali in difficoltà e presenti su un solo mercato». I più grandi, i più ricchi, i più internazionali, i più dinamici e aggressivi si mangeranno gli altri. L’offerta da oltre 10 miliardi di Numericable-Sfr per comprarsi Bouygues Télécom dimostra forse che il processo è partito. Dalla Francia, ma per allargarsi ad altri Paesi.
D’altronde il caso francese è emblematico. Con l’arrivo del quarto operatore Free, nel 2012, si è scatenata una vera guerra dei prezzi. In tre anni sono scesi del 40%, con effetti certo benefici (e in larga parte giustificati dagli enormi guadagni realizzati fino ad allora dalle società del settore) per gli utenti – che, stimano le associazioni dei consumatori, hanno risparmiato 13 miliardi – ma deleteri per i margini delle aziende. La concorrenza, insomma, è una buona cosa ma senza esagerare, altrimenti viene meno il suo effetto virtuoso. L’arrembante proprietario di Numericable, il franco-israeliano-svizzero-lussemburghese-olandese Patrick Drahi ha capito che era il momento giusto, anche grazie a tassi che rendono allettante l’indebitamento, nonostante le resistenze di un Governo preoccupato per le conseguenze sull’occupazione, sui prezzi, sugli investimenti e – timore meno nobile – sugli incassi dell’assegnazione delle nuove frequenze. Dopo la Francia a chi toccherà?
Marco Moussanet, Il Sole 24 Ore 23/6/2015