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 2015  giugno 20 Sabato calendario

SUL GASDOTTO TURKISH STREAM NASCE L’ASSE TRA ATENE E MOSCA

PARIGI L’ossigeno alla Grecia potrebbe arrivare da est e in un gasdotto. Dopo mesi di discussione, Atene e Mosca hanno firmato un’intesa preliminare per il passaggio del Turkish Stream sul territorio greco. La costruzione del ramo greco che si sovrappone al progetto South Stream di Gazprom previsto nel sud Europa e sospeso a causa del gelo delle relazioni tra la Russia e l’Unione Europea dovrebbe durare tre anni, dal 2016 al 2019. Secondo il ministro dell’Energia russo Aleksandr Novak, che ha annunciato l’accordo in margine al Forum economico di San Pietroburgo con il collega greco Panagiotis Lafazanis, Mosca fornirà ad Atene un prestito pari al 100 per cento del costo del gasdotto, che ammonta a due miliardi di euro. Secondo altre fonti, Atene si aspetta invece dall’accordo di ricevere fino a cinque miliardi di euro
Secondo Novak, il ramo greco del Turkish Stream avrà una capacità annua di 47 miliardi di metri cubi di gas e Gazprom non controllerà la tratta in Grecia. Questo gasdotto «ci consentirà di continuare i nostri progetti di costruzione di infrastrutture nel quadro del gasdotto via il Mar Nero, la Turchia e la costruzione di un hub in Turchia» ha detto il ministro russo, secondo il quale l’accordo con Atene non è «che l’inizio della cooperazione» tra Grecia e Russia. «Cooperazione» che non piace né all’Europa, che cerca di ridurre la dipendenza dal gas russo, né tantomeno agli Stati Uniti. L’intesa annunciata a San Pietroburgo, dove era presente il premier Alexis Tsipras che giovedì ha incontrato il presidente di Gazprom Alexei Miller prima di vedere il presidente Putin, prevede la creazione di una società, la South European Gas Pipeline, detenuta in parti uguali da Grecia e Russia, ma finanziata in totalità dalla banca di sviluppo russa VEB.
Le relazioni tra i due paesi si sono molto intensificate negli ultimi mesi. Da aprile, Tsipras si è recato tre volte a Mosca. All’inizio dell’anno la Russia aveva annunciato la volontà di estendere la sua rete di gasdotti. «Gazprom si prepara a consegnare gas al margine dell’Europa, ovvero alla piattaforma della frontiera greco-turca», aveva annunciato Vladimir Chizhov, ambasciatore russo presso la Ue, all’inizio del 2015. Ieri il ministro dell’Energia greco Lafazanis ha negato che l’intesa con la Russia sia in chiave anti-europea, nel momento in cui a Bruxelles si evoca sempre più apertamente la possibilità di un default di Atene. «L’accordo con la Russia ha detto Lafazanis non è contro nessun paese in Europa o nel mondo». Secondo Lafazanis, inoltre, i ricavi del gasdotto non dovrebbero arrivare in Grecia che dopo il 2019, e dunque sarebbero ininfluenti sulle trattative in corso con i creditori.
A Bruxelles, la sintonia tra Atene e Mosca non fa certo piacere. «Una cosa è un annuncio, un’altra la realizzazione» di un gasdotto, si è limitato a commentare un portavoce della Commissione.
«Ogni progetto energetico ha aggiunto il portavoce deve rispettare la legislazione europea in materia di energia, mercato interno e concorrenza». Il presidente Putin ha assicurato che quando il nuovo gasdotto greco sarà operativo, Atene diventerà uno dei centri energetici del Sud Europa. Questo progetto, ha detto un portavoce di Gazprom, «genererà in futuro centinaia di milioni di euro di introiti per la Grecia».