Ilaria Sacchettoni, Corriere della Sera 20/6/2015, 20 giugno 2015
IL CARDINALE VERSALDI E I SOLDI NASCOSTI AL PAPA
ROMA «Soldi pubblici per il salvataggio di un pezzo di sanità vaticana, l’ospedale Idi». È l’ipotesi che fa capolino dalle intercettazioni disposte dalla magistratura di Trani, al lavoro su altro crac (quello del centro della Divina Provvidenza). Stando alla conversazione, intercettata oltre un anno fa, i due autorevoli protagonisti dell’acquisto dell’Idi — il cardinale Giuseppe Versaldi e il manager bertoniano Giuseppe Profiti — avrebbero utilizzato per l’operazione, trenta milioni di euro del Bambino Gesù, fondi della commissione Bilancio. Per approfondire la questione la Procura di Roma ha chiesto ieri ai colleghi di trasmettere subito le carte. È chiaro infatti che un’eventuale appropriazione indebita di denaro pubblico, o addirittura un peculato, ricadrebbe nella loro sfera di competenza dove il procuratore aggiunto Nello Rossi ha condotto anche l’inchiesta sull’Idi.
A febbraio 2014, il cardinale Versaldi e il manager bertoniano Giuseppe Profiti, già numero uno del Bambino Gesù e ora nel consiglio di amministrazione del rinato Idi (con 650 milioni di euro di debiti ancora da onorare) conversano fra loro. Il cardinale chiede a Profiti di tacere la provenienza dei trenta milioni per il Dermopatico, avendo cura di specificare che papa Bergoglio non deve sapere. Di questo Profiti aveva parlato anche con il cardinale Tarcisio Bertone con cui era in continuo contatto. E dunque Bertone sarebbe stato informato dell’operazione. Ieri, pioggia di smentite, precisazioni e puntualizzazioni. Dichiara Profiti: «Era il contrario di quanto sembra, dicevamo di non parlare dei 30 milioni visto che non era una soluzione percorribile».