Riccardo Ruggeri, ItaliaOggi 22/6/2015, 22 giugno 2015
Il 18 Giugno di 200 anni fa (una domenica) si combatté la più grande battaglia campale dell’Evo moderno, Waterloo
Il 18 Giugno di 200 anni fa (una domenica) si combatté la più grande battaglia campale dell’Evo moderno, Waterloo. Entrambi i contendenti dettero a questa battaglia il medesimo significato: “E’ in gioco una posta enorme: libertà o schiavitù per l’Europa”. I francesi erano convinti di combattere per la libertà contro la tirannide, lo stesso pensavano inglesi e prussiani. La storiografia ufficiale sintetizza la battaglia di Waterloo in tre momenti topici. Napoleone attacca l’ala destra dell’esercito di Wellington, per attirare le truppe scelte inglesi di riserva, e così aggredire il suo fronte sinistro: il piano fallisce. Il secondo atto è un classico attacco frontale, la cavalleria pesante francese viene buttata nella mischia, ma la tenacia e la disciplina dei “quadrati” britannici rendono vano l’attacco: spaventose perdite da entrambe le parti. Allora Napoleone, getta in campo quella che chiamava “speranza suprema e supremo pensiero”, la Guardia imperiale. L’ordine tanto atteso arriva: “La Gard au feu!”. Questa volta il giochino non riesce, quell’insieme di briganti, veterani, depravati, assetati di sangue, cioè i mitici “grognards” , come lui li chiamava affettuosamente, subirono perdite terribili, quando dalle retrovie i francesi sopravvissuti li videro indietreggiare, mai l’avevano fatto, compresero che era finita, esclamarono in coro: “La Gard recule”. Al solito gli inglesi si presero il merito della vittoria, in realtà Wellington era ormai spacciato, furono i prussiani ad abbattere Napoleone, non loro. Quelli che si ispiravano alla Rivoluzione e a Napoleone erano convinti di combattere in nome degli alti principi della Rivoluzione e dell’Illuminismo, contro la tirannia degli aristocratici inglesi e prussiani, gli altri erano convinti di combattere contro la tirannia di Napoleone e dei giacobini. A favore delle rispettive tesi si possono portare moltissime prove, tutte definitive, a seconda delle rispettive ideologie. Waterloo, dopo 200 anni, ci ha insegnato che noi, cosiddetti europei, altro non siamo che figli di una sequela di guerre civili, e di losche Classi Dominanti. Una curiosità, gli ultimi discendenti di Napoleone e del duca di Wellington, sono il francese Jean-Christophe Napoleone Bonaparte (28 anni) e l’inglese Arthur Mornington Wellington, marchese di Douro (37), lavorano a Londra, sono due finanzieri (stante i geni, che altro potrebbero essere?), sono diventati amici in nome di Waterloo, si combattono a suon di algoritmi e di bonus, per conto delle solite “boutique” anglosassoni (attenti, costoro non vestono, spogliano). La locuzione chiave che li guida è la stessa di allora, la usano ogni mattina all’apertura della City e di Wall Street: “La Gard au feu!”. A noi cittadini comuni tocca l’altra “La Gard recule”. Una notazione personale, è dal 2008 che mi tocca “rinculare” (e dire che non sono neppure un grognard), mi sono stufato, appena potrò metterò la mia scheda elettorale nell’obice e sparerò, alzo zero, verso Napoleone e verso Wellington, giacobini aristocratici gli uni, aristocratici giacobini gli altri.