Vittorio Sabadin, La Stampa 20/6/2015, 20 giugno 2015
TIGER WOODS DOPO LA TESTA PERDE ANCHE L’ONORE
I golfisti di tutto il mondo hanno sempre sognato di poter giocare un giorno come Tiger Woods. Giovedì scorso, nel primo round dello US Open, hanno girato imbarazzati la testa da un’altra parte, vedendo che Woods giocava come loro. Quello che è stato lo sportivo più pagato e più ammirato del mondo, il più grande campione della storia del golf, ha giocato quattro buche consecutive 6 colpi sopra il par, un punteggio che qualunque giocatore di seconda categoria ottiene nelle garette della domenica al suo club. Tutti si domandano che cosa stia succedendo a Tiger: è stato operato alla schiena e a un ginocchio, ha deciso di cambiare il proprio swing e ne sperimenta uno nuovo, è stato fermo a lungo cercando di ritrovarsi. Ma il suo problema non è fisico; il problema principale sta nella sua testa.
Woods non è più lo stesso dalle 2,30 del mattino del 27 novembre del 2009, quando alla guida della sua Cadillac Escalade andò a sbattere contro un idrante davanti a casa, inseguito dalla moglie Elin Nordegren che brandiva una mazza da golf.
I giornali scoprirono che Woods frequentava abitualmente prostitute e che Elin lo aveva scoperto. Quella notte crollarono tanti miti: quello del bravo ragazzo, quello dello sposo fedele e padre felice, quello dello sportivo impeccabile e onesto, al quale tutti i ragazzini che giocavano a golf volevano somigliare. La gente lo avrebbe anche perdonato, se avesse continuato a giocare come una volta: la vita privata degli artisti non dovrebbe avere a che fare con le loro opere. Ma il golf si gioca essenzialmente con la testa, e la testa di Tiger, dopo quel 27 novembre, è sempre stata da un’altra parte.
Persa ogni esigenza di rispetto, i giornali hanno scritto che Woods continuava a frequentare prostitute, era «sex addicted» e aveva forse anche altri problemi, dato che nel tempo libero si allenava nei campi di addestramento delle forze speciali, sparando e rotolandosi per terra nel fango. In pochi mesi ha perso tutto: la moglie se n’è andata portandosi via i due figli e un cospicuo risarcimento, e la sua immagine pubblica è definitivamente crollata. La nuova storia d’amore con la campionessa olimpica di sci Lindsey Vonn è finita, per un altro tradimento, qualche settimana fa, dopo che Woods era comparso in pubblico con uno strano sorriso: gli mancava un dente incisivo. Il «Washington Post» ha scritto che con tutti i suoi soldi, Tiger è ora meno felice di tanta altra gente: non è più un esempio per nessuno e in campo suda, sbaglia, impreca, sputa, lancia per aria le mazze dopo flappe da dilettante. Fa male vederlo così, si preferirebbe ricordarlo per i 14 major vinti e per il record di settimane passate al primo posto delle classifiche mondiali. Alla vigilia dello Us Open era sceso al 181° posto. Nel 2009 aveva guadagnato 121 milioni di dollari, nel 2014 solo 61, e quest’anno saranno ancora meno. Molti campioni dello sport si sono persi e poi ritrovati, ma nel golf la mortificazione è in grado di resistere a lungo. A 39 anni, Tiger non ha più molto tempo davanti e non tornerà più quello di prima. La gente che lo aveva applaudito ora gira la testa dall’altra parte, perché quell’uomo ferito, umiliato e quasi perduto non può essere Tiger Woods.
Vittorio Sabadin, La Stampa 20/6/2015