Stefano Zaino, la Repubblica 20/6/2015, 20 giugno 2015
LA FORMULA UNO DI LEWIS “CARA FERRARI, DIMENTICAMI IN MERCEDES SONO LIBERO”
[Intervista a Lewis Hamilton] –
ZELTWEG
Famoso e vincente. Idolatrato dal pubblico. Per Ecclestone è il campione del mondo perfetto. Collezionista di record, iridato in carica, spesso imbattile con la sua Mercedes.
Lewis Hamilton, se oggi conquista la pole in Austria eguaglia le 45 volte di Vettel.
«Sarebbe bellissimo, ma in funzione della gara, visto che si sorpassa difficilmente. Questi record non servono a nulla, io tengo il conto solo dei titoli mondiali».
Per questo sul casco ha 2 stelle?
«I titoli sono due, ma vorrei presto aumentarli. Nella passata stagione avvertivo tanta pressione sulla mia testa, la paura di non essere in grado di vincere di nuovo. Il trionfo finale mi ha liberato di un peso».
Nel 2015 spesso ha annientato tutti, compreso il compagno Rosberg.
«Non so spiegare il perché di questo dominio, di semplice non c’è nulla, ma è vero che al terzo anno il mio feeling con la macchina è al massimo. La Mercedes della passata stagione era fortissima, questa ancora di più. Pareva impossibile, ma siamo riusciti a migliorarci ancora. Quando cambi macchina, passi dalla McLaren ad un’altra scuderia, è normale avere bisogno di tempo per abituarti. Lo avevo messo in conto, ma l’ambientamento è stato rapido».
Ad inizio 2013 qualcuno aveva criticato la scelta di sposare la Mercedes.
«I fatti mi hanno dato ragione. Questa è la squadra ideale, non mi assilla, mi lascia completamente libero nella mia vita privata e questo mi permette di dare il massimo quando sono in pista. Devo solo pensare a guidare, a farlo al meglio. Sia chiaro, il team lavora con grande professionalità e io di loro mi fido ciecamente».
Anche in occasioni di pasticci come a Montecarlo?
«Possono capitare, acqua passata. In Canada abbiamo tirato una riga, ricominciato da zero e siamo tornati subito a vincere».
L’idillio è così perfetto che lei ha appena allungato il contratto di altri tre anni.
«Ne ho trenta e non mi vedo in nessun’altra squadra. Mi hanno insegnato a non prevedere il futuro, per cui mai dire mai. Ma pensando al mio destino dire Mercedes a vita è l’ipotesi più concreta».
Con buona pace dei tifosi della Ferrari...
«La Ferrari è una storia chiusa. Io in Mercedes mi diverto e in più l’ottimo rapporto che si è instaurato fa bene al mio equilibrio. So che qualcuno critica la mia vita fuori dal circuito, il fatto di essere sempre in giro per il mondo. Ma io sono fatto così, non posso essere messo in gabbia, devo essere iperattivo ogni giorno. Amo scorrazzare per il Colorado con i miei due cani, Coco e Roscoe, e con mio fratello Nicolas, mi piace sciare, come faccio spesso in Austria. Passo con naturalezza da una sfilata di moda a un soggiorno in qualche paese di montagna, dove ricordo la mia infanzia, dove davanti a me non vedo case, né macchine. Scelgo io il mio mondo, dove stare. La Mercedes me lo permette, senza vincoli, e tutto questo mi rende felice».
Oltre a piacere da matti, con quell’aria così alla moda, ad Ecclestone.
«Quando lo disse fece il paragone fra me e Vettel: io fra i vip, lui in famiglia. Siamo due caratteri diversi, non mi sembra un dettaglio importante. Peraltro anche a me piace quando negli Usa mi chiedono che mestiere faccio. Non ho l’angoscia da popolarità. Dico: il pilota di F1. E loro: che bello dev’essere. Poi ridiamo tutti assieme. In Europa sarebbe impossibile».
Come capitava a Senna.
«Un mito, modello da seguire. Non riesco ad immaginare la mia vita senza la F1. Mia madre dice: non piangere quando smetterai. Ho già trent’anni, nove anni di gare, sono volati. Continuerei all’infinito».
Lei è di colore. Problemi con il razzismo?
«Ora no. All’inizio, da bambino, sui kart: molti bianchi m’insultavano e io mi divertivo a batterli in pista. Poi nel 2008 ci fu l’episodio in Spagna, ma molto era dovuto alla rivalità con Alonso. Adesso sono accettato da tutti, ma so che in altri sport non è così. Nel calcio c’è parecchio razzismo. E’ difficile da combattere, perché è arduo far cambiare idea alla gente ignorante”.
Il suo rapporto con gli altri sport?
«Seguo il football, ma il rugby è ancora meglio. Botte da orbi, nessuna manfrina».
Immagini un momento da sogno ...
«Ascolterei musica: U2, Michael Jackson, Bob Marley, Rolling Stones, Stevie Wonder. Ma vado in estasi solo con Pavarotti».
Stefano Zaino, la Repubblica 20/6/2015