Marco A. Capisani, ItaliaOggi 20/6/2015, 20 giugno 2015
CORSERA, LE USCITE SCENDONO A 47
Il Corriere della Sera riduce a 47 le uscite dalle 67 annunciate una decina di giorni fa dal gruppo Rcs. In parallelo, punta a risparmiare fino al 2016 12,5 milioni di euro dallo smaltimento delle ferie arretrate dai giornalisti a cui si aggiungono anche 7 milioni sul contenimento dei costi da collaborazioni, spese di trasferta e funzionamento generale della testata. È questa l’intesa generale raggiunta tra il gruppo Rcs e il cdr del Corriere (comitato di redazione, il sindacato interno dei giornalisti), che sulle 47 uscite concordate prevede sia prepensionamenti sia pensionamenti (come anticipato da ItaliaOggi del 18/6/2015).
Perché l’intesa diventi ufficiale serve l’approvazione dei giornalisti del quotidiano diretto da Luciano Fontana, che voteranno tra martedì e mercoledì prossimo con un referendum. Se passeranno i voti favorevoli, si aprirà un altro periodo redazionalmente intenso per definire non solo chi è prepensionabile quanto anche i redattori che il giornale pensa di poter lasciar andare in pensione, considerando che in questi casi non contano soltanto i requisiti anagrafici e contributivi ma anche il peso degli stipendi percepiti dalla vecchia guardia delle firme di via Solferino. Partendo comunque dalla date già fissate, l’attuale stato di crisi verrà chiuso anticipatamente a luglio (invece che a ottobre 2015), mentre dal prossimo primo ottobre partirà già il nuovo stato di crisi e durerà fino a fine settembre 2017. Quest’ultimo periodo comprende anche, nelle sue complessive 47 uscite, 33 in coda da quello oggi in scadenza.
Sta di fatto che dei 15 milioni di risparmi da raggiungere al Corsera nel 2015, secondo i calcoli del gruppo guidato dall’a.d. Pietro Scott Jovane, per il solo anno in corso 6,5 milioni di euro sono attesi dallo smaltimento ferie, altri 3,5 milioni da riduzione borderò e spese mentre i restanti 5 milioni dovrebbero arrivare dagli altri interventi sulla redazione. A proposito di smaltimento ferie resta, come nell’accordo del 2012, la remunerazione delle ferie fino a un tetto massimo di 1.200 euro.
Ieri anche l’editore milanese e il cdr della Gazzetta dello Sport si sono seduti al tavolo e hanno avviato ufficialmente il nuovo round di confronto. Nessuna decisione è stata ancora adombrata per arrivare a risparmiare i 4 milioni programmati, anche perché nel caso del quotidiano sportivo guidato da Andrea Monti si dovrà procedere di cesello per raggiungere l’obiettivo, impattando per esempio sulle spese redazionali (come viaggi e trasferte) e sui compensi di secondo livello delle buste paga. Prepensionamenti, pensionamenti e smaltimento ferie sono tre soluzioni già sfruttate alla Gazzetta, nell’ultimo stato di crisi.
Marco A. Capisani, ItaliaOggi 20/6/2015