VARIE 19/6/2015, 19 giugno 2015
APPUNTI PER GAZZETTA - S’AVVICINA IL MOMENTO DELLA GRECIA
REPUBBLICA.IT
MILANO - Il vertice straordinario in programma lunedì sulla Grecia "è uno sviluppo positivo nel percorso verso l’accordo". Lo dice il premier greco Alexis Tsipras in un comunicato, secondo quanto riporta Bloomberg. "Ci sarà una soluzione nel quadro delle regole Ue e della democrazia, che permetterà alla Grecia di tornare alla crescita". Dopo l’ennesima fumata nera che si è levata ieri sera dall’Eurogruppo, il presidente del Consiglio Ue, Donald Tusk, ha rotto gli indugi e deciso di mettere intorno a un tavolo - lunedì prossimo - i capi di governo, convinto che "sia giunto il momento di affrontare urgentemente la crisi greca al più alto livello politico". Nel pomeriggio, poi, esorta le controparti ad accettare le proposte Ue: "La situazione è critica, siamo vicini al punto in cui il governo greco dovrà decidere tra accettare quella che ritengo una buona offerta di continuo supporto, oppure di andare dritto verso il default". Per il ministro italiano Pier Carlo Padoan, il vertice è un fatto positivo: il fatto stesso che sia stato convocato è la prova "che ci sono margini per un’intesa". In agenda, però, ci sarà anche la gestione di un default in caso di mancato accordo.
Ancora Tsipras aggiunge: "Tutti quelli che hanno scommesso sulla crisi e su uno scenario di terrore dovranno riconoscersi in errore. Ci sarà una soluzione basata sul rispetto delle regole Ue della democrazia che consentirà alla Grecia di tornare a crescere". Parole che trovano la replica di del presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, che allo Spiegel dice: "Non capisco Tsipras. Ho sempre avvertito del fatto che non mi è possibile evitare il fallimento dei colloqui ad ogni costo". Il leader greco, ha scandito al quotidiano austriaco Kurier che "l’uscita della Grecia dall’euro sarebbe l’inizio della fine dell’Eurozona".
Intanto Tsipras gioca sul tavolo di Vladimir Putin, al quale fa visita nel giorno in cui Atene ufficializza un accordo con la Russia per la realizzazione di un gasdotto. L’intesa prevede il passaggio del Turkish Stream sul territorio ellenico: la firma di San Pietroburgo prevede che Mosca fornisca ad Atene un prestito pari al 100% dell’importo del gasdotto, con Gazprom che non controllerà la tratta. Dalla città russa, il premier greco usa parole di sfida: "L’Europa non si deve considerare come l’ombelico del mondo, deve capire che il centro dello sviluppo economico mondiale si sta spostando verso altre aree", dice affianco al leader del Cremlino chiedendo a Bruxelles "scelte coraggiose".
Le parole di Tsipras restano in bilico tra la conciliazione e la minaccia, dopo le accuse verso i partner del suo ministro delle Finanze, Yanis Varoufakis, che dopo l’Eurogruppo rimarca come il presidente Jeroen Dijsselbloem sbagli a focalizzarsi solo sulle mancanze elleniche, invece che pensare agli errori dei creditori. "Il tempo è agli sgoccioli e la prossima settimana deve essere l’ultima disponibile per decidere" ha detto il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis.
La notizia di un summit straordinario, riporta Radiocor, è stata accolta con un certo stupore nel giro dei ministri finanziari; la mossa di Tusk ha di fatto obbligato Dijsselbloem ad anticipare una nuova riunione dell’Eurogruppo, che si terrà lunedì prima del summit dei leader di governo. Si tratta di una ’tattica’ negoziale che ha sempre caratterizzato Tsipras, quella di spostare dal piano tecnico a quello politico il dialogo con i creditori, indigesta proprio ai minisri finanziari e al Brussels Group. Non a caso, il ministro dell’economia francese Michel Sapin, entrando all’Eurogruppo, precisa: "Abbiamo affidato a Bce, Fmi e Commissione Ue il lavoro tecnico di discussioni su un piano globale e credibile che comprende l’aspetto di bilancio, delle riforme, e il finanziamento del Paese", spiegando che prima di lunedì "tutti questi aspetti saranno discussi tecnicamente per consentire ai ministri di prendere poi la decisione globale".
Dalla Germania, il capo dello staff di Angela Merkel rimarca intanto che Berlino intende negoziare con Atene "fino all’ultimo minuto". Il portavoce Steffen Seibert aggiunge: "Ci dispiace che ieri non ci sia stato un passo avanti, ma non è troppo tardi e speriamo in un accordo". La base di partenza per arrivare all’accordo, spiegano ancora da Berlino, è un piano di riforme. Se Tsipras aprisse su pensioni e aumento dell’Iva, di contro i creditori potrebbero ammettere un’ipotesi di alleggerimento del debito. Il principio resta "solidarietà in cambio di responsabilità". Anche il presidente francese, Francois Hollande, invita a "fare di tutto per trovare un compromesso".
E mentre si teme per la fuga dei capitali dalle banche elleniche, visto che tra lunedì e mercoledì i prelievi sui conti da parte dei cittadini ellenici sono assommati a quasi due miliardi di euro e hanno poi accelerato con 1 miliardo ieri, la Banca centrale europea riunisce di emergenza il Consiglio direttivo per discutere la situazione di deterioramento della liquidità degli istituti greci. Fonti vicine al direttivo Bce spiegano che il tetto di liquidità è stato di nuovo aumentato per 1,8 miliardi, sotto i 3 miliardi che erano quelli indicati dalla Banca centrale greca, spiega l’Ft. E’ la seconda volta della settimana, l’ultimo tetto era a 84,1 miliardi.
LIVINI REP
ATENE - Nessuna coda agli sportelli. Zero scene di panico. Eppure, un prelievo bancomat alla volta, l’allarme liquidità per la fuga di capitali dai caveau delle banche greche rischia di diventare il fattore decisivo nell’ultimo drammatico miglio di negoziati per salvare Atene dal default.
I risparmiatori ellenici avrebbero ritirato, secondo fonti accreditate, circa 3 miliardi negli ultimi quattro giorni dai loro conti correnti. Il livello dei depositi sarebbe scivolato a 125 miliardi (erano 240 prima dell’inizio della crisi). E la Bce, ha scritto la "Reuters ieri, avrebbe espresso ai margini dell’eurogruppo la preoccupazione che le banche non riescano a riaprire lunedì mattina. Paventando l’introduzione forzata di quei drastici controlli di capitali che hanno contrassegnato la fase finale del crac di Cipro due anni fa.
"Nego categoricamente che siano state dette cose di questo genere", ha smentito Yanis Varoufakis. I media nazionali accusano Eurotower e la Troika di "giocare sporco" a colpi di indiscrezioni per costringere il paese a capitolare prima del summit tra capi di stato di lunedì. La situazione è però tesissima: il governatore della Banca centrale di Grecia Yannis Stournaras - ex ministro del governo di centrodestra di Antonis Samaras - avrebbe chiesto alla Bce con urgenza un aumento di almeno tre miliardi delle linee di emergenza per far fronte all’emorragia di capitali. E, secondo Bloomberg, Francoforte avrebbe organizzato oggi a mezzogiorno una conference call straordinaria per valutare la situazione.
Lo spettro dei controlli di capitali aleggia da giorni sulla Grecia ed era già stato ventilato a febbraio come minaccia per costringere Atene a firmare la prima intesa del 20 di quel mese che posticipava fino al 30 giugno il vecchio memorandum che ha garantito al paese 240 miliardi di prestiti da Bce, Ue e Fmi in cambio delle riforme.
Questa volta però i nodi sono arrivati davvero al pettine. Nella pratica, l’ipotesi sul tavolo non dovrebbe essere troppo dissimile a quella utilizzata a Nicosia: un tetto ai prelievi al bancomat di 300 euro al giorno, un limite di 5mila euro sui soldi da portare all’estero e l’obbligo per le aziende di garantire tutte le pezze d’appoggio necessarie per operazioni sopra i 200mila euro.
I buoi, naturalmente, sono già scappati da tempo. Oligarchi e armatori, calcolano gli esperti, hanno da anni ammassato oltre 150 miliardi nelle banche svizzere. E nella famigerata lista Lagarde (gli stranieri con conti alla filiale ginevrina della Hsbc) c’erano ben 2mila greci, tra cui un paio di parenti dell’ex ministro delle finanze socialista Giorgos Papaconstantinou. A ritirare i soldi oggi sono i pensionati e i piccoli risparmiatori, terrorizzati dalle voci di liniti ai prelievi e dal fantasma del ritorno della dracma. Destinata secondo tutte le simulazione a svalutarsi tra il 30 e il 50% sull’euro.
Le banche di Cipro sono rimaste chiuse due settimane di fila nel 2013, un lasso di tempo durante il quale Europa e governo locale hanno trovato un’intesa per il salvataggio. Intesa che ha però trasformato più o meno in carta straccia tutti i depositi eccedenti i 100mila euro. L’introduzione di controlli sui capitali sarebbe ovviamente una mazzata per la stagione turistica greca che sta muovendo in questi giorni i primi passi. Un problema serissimo visto che questo settore garantisce circa il 17% del pil nazionale. Oggi comunque, dopo gli allarmi di ieri, per le banche elleniche si preannuncia una giornata campale.
LASTAMPA.IT
Ecco le tappe per evitare il peggio
22 GIUGNO
Lunedì si riuniscono i capi di Stato europei: il vertice è stato anticipato perché il tempo per salvare Atene è sempre meno. Senza una intesa i leader dovranno esaminare le conseguenze per la Grecia.
30 GIUGNO
Il Paese ellenico, infatti, il 30 giugno dovrà rimborsare al Fmi una maxi-tranche da 1,6 miliardi di euro: una operazione considerata impossibile senza lo sblocco degli aiuti internazionali. Stessa somma va trovata per pagare i salari pubblici e le pensioni del mese.
13 LUGLIO
Scadono 450 milioni da rimborsare, ancora, al Fmi.
20 LUGLIO
Scadono 3,5 miliardi da rimborsare alla Bce.
20 AGOSTO
Scadono 3,2 miliardi di debito sovrano
IL BRACCIO DI FERRO
«Il summit di lunedì - dice Tsipras - è uno sviluppo positivo che va in direzione dell’intesa. Tutti quelli che hanno scommesso sulla crisi e su uno scenario di terrore dovranno riconoscersi in errore. Ci sarà una soluzione - aggiunge - basata sul rispetto delle regole Ue della democrazia che consentirà alla Grecia di tornare a crescere». Berlino assicura che negozierà «fino all’ultimo minuto» ma Atene deve presentare le riforme. Secondo Peter Altmaier, il capo dello staff del cancelliere Angela Merkel, la Grecia deve rispettare gli impegni «come hanno fatto altri paesi come Spagna, Portogallo e Irlanda». «Peccato per il mancato accordo di ieri all’Eurogruppo, ma non è troppo tardi per un’intesa e ci auguriamo che un accordo sia possibile», fa sapere Steffen Seibert, portavoce della Merkel.
Sempre lunedì prossimo l’Eurogruppo terrà una nuova riunione alle 15 proprio per preparare il vertice dei capi di stato e di governo che si terrà alle 19. Secondo il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, il fatto stesso che sia stato convocato un vertice dell’Eurozona è la prova «che ci sono margini per un’intesa». Se si verificherà la non auspicata e «molto lontana» ipotesi di un’uscita della Grecia dall’Euro, «i mercati finanziari ne risentirebbero» e Padoan non si stupirebbe «se ci fossero variazioni dei rendimenti e degli spread». Ma, sottolinea da Lussemburgo, «la situazione è molto lontana da quella del 2012» e non ci si devono immaginare, come allora, «spread di 500 punti base» o di trovarsi «sull’orlo del dissolvimento dell’Unione monetaria: oggi l’Unione è più integrata e abbiamo strumenti efficaci che contrasterebbero l’effetto contagio della componente sistemica del rischio, mentre quella nazionale è molto contenuta».
Infine oggi Russia e Grecia hanno siglato un memorandum preliminare d’intesa per avviare una joint venture finalizzata alla costruzione di un gasdotto che passerà nel territorio ellenico. La Russia può prendere in considerazione la possibilità di fornire assistenza finanziaria ad Atene solo se lo chiede il governo greco, precisa intanto il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov. Mentre oggi Vladimir Putin e il premier greco Alexis Tsipras si sono visti a margine del Forum economico di San Pietroburgo.
CORRIERE.IT
[Esplora il significato del termine: A tre giorni dall’Eurosummit straordinario di lunedì prossimo, e nonostante l’ottimismo del premier greco Tsipras, i greci hanno ritirato oltre 1 miliardo di euro dalle banche soltanto nella giornata di giovedì, e ulteriori 1200 milioni venerdì, secondo quanto riferito all’agenzia Reuters da tre diverse fonti bancarie, mentre il ritmo della fuga dei depositi accelera: «E lunedì sarà più o meno così», confermano le fonti. Tra lunedì e venerdì i prelievi sono arrivati quasi a quota 4,2 miliardi di euro, ovvero oltre il 2,2% dei depositi di famiglie e imprese in mano alle banche greche alla fine di aprile. «Non ci sono file né panico, si tratta di un movimento di fuga dei depositi calmo e graduale», ha spiegato una della fonti. «È un fenomeno legato ai timori sul raggiungimento di un accordo tra Atene e i creditori». La banca centrale greca non ha commentato. Tsipras: «Grexit non può essere un’opzione» Il premier greco, che è fiducioso nell’esito del vertice di lunedì, cerca di rasserenare il clima: «La famosa Grexit non può essere un’opzione, né per i greci né per l’Unione europea. Sarebbe un processo irreversibile, sarebbe la fine della Zona Euro, significherebbe il fallimento dell’idea europea», dichiara il primo ministro greco Alexis Tsipras in un’intervista a un quotidiano austriaco. Il programma di austerità imposto da Ue e Fmi che ha comportato sacrifici per la popolazione «non ha reso la Grecia più competitiva e il debito dello Stato non si è ridotto. Va tutto rivisto», sottolinea Tsipras. Juncker: «Non posso evitare il fallimento a ogni costo» Meno ottimista il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, che a Der Spiegel ha commentato: «Non capisco Tsipras. La fiducia che ho riposto in lui non è stata sempre ricambiata alla pari. Ho sempre avvertito del fatto che non mi è possibile evitare il fallimento dei colloqui ad ogni costo», quindi non escludendo affatto un Grexit. Secondo Juncker i greci sembrano credere che «c’è qualcuno in Europa che alla fine può tirare fuori un coniglio dal cilindro. Ma non è questo il caso». Inoltre, ha aggiunto: «Se io fossi il premier greco rivenderei come un successo» che la Commissione abbia offerto alla Grecia un piano di investimenti per 35 miliardi di euro per il periodo 2015-2020. shadow carousel Grecia in coda per i contanti, «scomparsi» già 3 miliardi ] A tre giorni dall’Eurosummit straordinario di lunedì prossimo, e nonostante l’ottimismo del premier greco Tsipras, i greci hanno ritirato oltre 1 miliardo di euro dalle banche soltanto nella giornata di giovedì, e ulteriori 1200 milioni venerdì, secondo quanto riferito all’agenzia Reuters da tre diverse fonti bancarie, mentre il ritmo della fuga dei depositi accelera: «E lunedì sarà più o meno così», confermano le fonti. Tra lunedì e venerdì i prelievi sono arrivati quasi a quota 4,2 miliardi di euro, ovvero oltre il 2,2% dei depositi di famiglie e imprese in mano alle banche greche alla fine di aprile. «Non ci sono file né panico, si tratta di un movimento di fuga dei depositi calmo e graduale», ha spiegato una della fonti. «È un fenomeno legato ai timori sul raggiungimento di un accordo tra Atene e i creditori». La banca centrale greca non ha commentato.
Tsipras: «Grexit non può essere un’opzione»
Il premier greco, che è fiducioso nell’esito del vertice di lunedì, cerca di rasserenare il clima: «La famosa Grexit non può essere un’opzione, né per i greci né per l’Unione europea. Sarebbe un processo irreversibile, sarebbe la fine della Zona Euro, significherebbe il fallimento dell’idea europea», dichiara il primo ministro greco Alexis Tsipras in un’intervista a un quotidiano austriaco. Il programma di austerità imposto da Ue e Fmi che ha comportato sacrifici per la popolazione «non ha reso la Grecia più competitiva e il debito dello Stato non si è ridotto. Va tutto rivisto», sottolinea Tsipras.
Juncker: «Non posso evitare il fallimento a ogni costo»
Meno ottimista il presidente della Commissione Ue, Jean-Claude Juncker, che a Der Spiegel ha commentato: «Non capisco Tsipras. La fiducia che ho riposto in lui non è stata sempre ricambiata alla pari. Ho sempre avvertito del fatto che non mi è possibile evitare il fallimento dei colloqui ad ogni costo», quindi non escludendo affatto un Grexit. Secondo Juncker i greci sembrano credere che «c’è qualcuno in Europa che alla fine può tirare fuori un coniglio dal cilindro. Ma non è questo il caso». Inoltre, ha aggiunto: «Se io fossi il premier greco rivenderei come un successo» che la Commissione abbia offerto alla Grecia un piano di investimenti per 35 miliardi di euro per il periodo 2015-2020.