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 2015  giugno 19 Venerdì calendario

I SIMPSON SIAMO NOI

Da non crederci, come se crollasse un mondo. Homer e Marge Simpson, una delle coppie più longeve della tv americana, si lasceranno durante la ventisettesima stagione del cartone animato più popolare degli Usa. Lo ha raccontato al settimanale Variety Al Jean, l’attuale produttore esecutivo della serie. Secondo il produttore, saranno due le cause che provocheranno la rottura della coppia cult: la narcolessia di Homer e l’arrivo nella serie di un personaggio che farà perdere la testa al capofamiglia. Narcolessia? Nell’intervista alla rivista americana, Al Jean ha raccontato più di un dettaglio della prossima stagione: «Si scoprirà dopo tanti anni che Homer soffre di narcolessia, un disturbo neurologico che provoca eccessiva sonnolenza — dichiara ironicamente il produttore esecutivo —, Homer comincerà ad addormentarsi ovunque, anche mentre sta portando a termine attività che richiedono attenzione... uno sforzo incredibile in un matrimonio». E poi il colpo di scena finale: «Homer e Marge divorzieranno e Homer si innamorerà della sua farmacista che avrà la voce di Lena Dunham».
Perché siamo così attenti alle vicende dei Simpson, quasi fossero parenti, amici? Il collante che ci lega a loro e tiene saldi i rapporti dello sgraziato nucleo è una sorta di amaro sarcasmo, più genetico che consapevole. C’è un padre di 35 anni, Homer, che fa il custode di una centrale nucleare e i cui tratti caratteriali sono la viltà e la grettezza. C’è una madre di 33 anni, Marge, modellata sulle casalinghe tipo delle serie televisive americane. E ci sono tre figli: Bart, Lisa e Maggie.
I Simpson sono unici, e insieme molteplici. Più che semplice specchio deformante della realtà, rappresentano un geniale gioco che usa, svela, distrugge tutti gli stereotipi attraverso cui i media ci hanno raccontato il mondo. I Simpson creano un loro universo coerente e complesso, e allo stesso tempo citano la tv, il cinema, la letteratura, la cultura pop e perfino se stessi. I frammenti si incastrano gli uni con gli altri e si rimandano all’infinito, illuminando di altri significati la vicenda raccontata. Perciò, come hanno scritto Pierluca Marchisio e Guido Michelone, «cercare di inserire I Simpson in una singola categoria può diventare un’impresa insormontabile per tre questioni: innanzitutto la tendenza di tutta la fiction verso una forma di ibridazione, in secondo luogo un uso costante della citazione, e infine l’utilizzo del metalinguaggio con funzione autoironica, ovvero la presenza di parodie sulle diverse forme televisive».
Universo complesso. Non possiamo restare indifferenti al distacco fra Homer e Margie. La vocazione di ogni cartoon a eternare i suoi personaggi funziona in loro come un esorcismo non solo contro il tempo, ma anche contro i mali del tempo. I Simpson siamo noi.