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 2015  giugno 19 Venerdì calendario

NEL MONDIALE DEL LIBERO SCAMBIO CINA 3-USA 0

Nel nuovo campionato del potere mondiale vincerà chi riuscirà a creare la più grande zona di influenza nel pianeta in forma di area di libero scambio (Free Trade Area). America e Cina sono nei play off. La prima iniziò questo gioco nel febbraio 2013 quando Obama annunciò l’avvio dei negoziati Ttip con la Ue per la creazione di un mercato euroamericano, Russia esclusa, e un analogo mercato del Pacifico (Tpp) lasciando fuori la Cina. Pechino e Mosca, inizialmente, fecero dei passi con l’intento di rallentare l’iniziativa americana, alla quale poi replicarono in modo simmetrico, entrambe lanciando proprie aree di libero scambio. Quella russa resta limitata ai confini della Csi (ex Urss). Quella cinese, invece, è in espansione dai primi del 2015.
Ora i play off registrano un tre a zero per Pechino: con l’adesione anche degli europei alla Banca di sviluppo asiatico; con l’accordo di libero scambio con la Corea del Sud; infine, con l’ammissione al fixing del prezzo dell’oro a Londra di una banca «privata» cinese, che è un passo indiretto verso il raggiungimento dello status di moneta mondiale da parte dello yuan. L’accordo con Seul, nonostante sia un protettorato statunitense, svela la strategia: usare l’accesso al mercato interno cinese come ricatto e incentivo per gli attori economici, costringendoli a convincere i loro governi ad arrendersi a Pechino. Già l’offensiva, con lo stesso modello rafforzato dalla resa coreana, si rivolge a Tokyo. L’abilità mostrata dalla Cina aumenta le sue possibilità di vittoria finale. Ma i cambi di potere nel regime non democratico cinese si basano su un conflitto sempre meno regolato tra le élite, e il prossimo (previsto per il 2022) potrebbe portare a scontri aperti che destabilizzerebbero il mercato mondiale. Non può essere al centro del sistema globale una nazione con tale rischio. Riuscirà l’Occidente a non farsi frammentare dalla Cina e a condizionarla, grazie alla maggiore scala di un mercato composto da democrazie, per renderla politicamente affidabile?
Pechino ha abbandonato, per questa partita, la tipica strategia asiatica dei tempi lunghi (Sun Tse) e sta usando quella occidentale dei tempi rapidi (von Clausewitz) perché le democrazie sono lente a decidere. Se continua così l’Occidente perderà. Per vincere, l’America dovrebbe capire che è ormai troppo piccola e che deve condividere l’impero occidentale, accelerandone la nuova configurazione: formare un nucleo euroamericano, estenderlo per cooptazione alle democrazie asiatiche, includendo il Giappone in un triumvirato e aprendolo alla futura associazione della Russia, accordandosi con Putin o rimuovendolo. Solo un’Aquila quadricipite potrà condizionare il Dragone. Forse.
Carlo Pelanda, MilanoFinanza 19/6/2015