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 2015  giugno 18 Giovedì calendario

TANTI DISPERATI TANTI AFFARI

Un appalto. È brutto da dire, ma è così. Gli immigrati bisognosi di assistenza, dal punto di vista amministrativo, sono solo l’oggetto di appalti. Ed è proprio grazie a quegli appalti che «Mafia Capitale» ha potuto nascere e prosperare. Il cuore di tutto il meccanismo è un numero: 35. Sono gli euro al giorno per persona che lo Stato è disposto a pagare per l’assistenza ai richiedenti asilo. Vediamo perché quei 35 euro sono così importanti. Quando gli immigrati sbarcano sulle coste siciliane, vengono identificati e smistati dal ministero dell’Interno su tutto il territorio nazionale attraverso Prefetture e Comuni. Questi, per trovare loro sistemazione, lanciano vere e proprie gare d’appalto, aperte a chi sia disposto a offrire vitto, alloggio, 2,5 euro di «pocket money» e, in qualche caso, corsi d’italiano. Il costo «indicativo» che nel 2014 il ministero dell’Interno ha suggerito di non superare è di 35 euro al giorno per persona.
Come in ogni appalto, il vincitore della gara è la Onlus o la società, o l’albergatore, oppure il proprietario di un campeggio che è disposto ad accettare una cifra inferiore. Chiaramente, più alto il numero dei soggetti che partecipano, più basso il prezzo di aggiudicazione. Questo spiega perché Salvatore Buzzi ha chiesto alla cooperativa La Cascina di costituire un’Associazione temporanea d’imprese per partecipare assieme alle gare d’appalto romane: il trucco serviva per eliminare un concorrente che avrebbe potuto offrire un prezzo inferiore.
In effetti, se si osserva a che costo vengono ospitati i migranti, si scoprono differenze impressionanti. La Onlus Progetto Arca di Milano, per esempio, ha accettato di farsi carico di 150 migranti a 25 euro al giorno. A Torino, invece, il 30 marzo scorso la prefettura ha indetto una maxi-gara divisa in 15 lotti per trovare una sistemazione a 1.500 migranti, ma è riuscita a smistarne solo 759. In questo caso i prezzi vanno da un minimo di 29 euro, offerti dalla Onlus Isola di Ariel, a un massimo di 34,50, ottenuti da altre organizzazioni.
Quale sia il «prezzo giusto» è molto difficile stabilirlo. Ma alcuni responsabili di Onlus, vincitrici di appalti, ammettono che il problema di «Mafia Capitale» nasce proprio da quei 35 euro al giorno a persona: sono troppi, e consentono a personaggi come il cooperativista Salvatore Buzzi di «guadagnare con gli immigrati più di quanto si guadagna con la droga», come lui stesso dice in un’intercettazione passata alle cronache. Se lo Stato assegnasse gli immigrati a 25-30 euro al giorno, ridurrebbe il rischio che l’accoglienza diventi affaire per speculatori e corruttori. Purtroppo, la realtà è diversa: la maggior parte degli appalti vengono assegnati a 35 euro al giorno a persona. O giù di lì.
Un esempio: la Prefettura di Trapani, il 15 aprile 2015, ha lanciato una gara suddivisa in 9 lotti, per sistemare 649 persone. Il risultato è sconcertante: 60 immigrati sono andati alle cooperative Dimensione uomo e Sole a 28,5 euro; 30 sono stati piazzati a 29 euro; altri 80 a 29,20 euro; 60 a 29,70; altri 60 a 32,5; 50 a 33,3; 48 a 33,5; 30 a 34,4 mentre la maggior parte, ben 230, sono stati assegnati al prezzo più alto tra tutti quelli offerti, 34,8 euro al giorno.
A Napoli, nel settembre 2014, la società Family ha vinto un appalto senza fare alcun ribasso, quindi a 35 euro tondi tondi. Alla gara precedente, dove si era presentata anche la Onlus Virtus Italia, l’appalto era stato assegnato a un prezzo inferiore: 31,15 euro. In aprile la Prefettura di Caserta ha lanciato una gara in 8 lotti (uno è andato deserto) e ha «piazzato» 430 immigrati a prezzi che variano da 30 a 33,95. In maggio la Prefettura di Verona ha assegnato 22 profughi a 34,80 euro.
In febbraio Bergamo non è riuscita a scendere sotto i 34 (primo lotto) e i 35 (secondo lotto) euro al giorno mentre ai primi di giugno ha assegnato 266 posti a 35 euro l’uno: questo ha provocato la furia del governatore della Lombardia Roberto Maroni, che in quei giorni ha dichiarato che avrebbe tagliato i trasferimenti ai Comuni che avessero accettato altri migranti. Ma 35 euro, il massimo consentito, è il «prezzo di aggiudicazione» di altri 60 migranti sempre da parte della Prefettura di Bergamo nel 2014.
In aprile alla Prefettura di Chieti è arrivata un’offerta dalla Onlus Figlie dell’amore: 26,99 euro per immigrato. Ma l’appalto, per via dell’offerta tecnica migliore, l’ha vinto il Consorzio Matrix a 27,08 euro. All’antivigilia del Natale 2014 la Prefettura di Treviso ha prorogato l’appalto alla cooperativa sociale Integra per 25 immigrati a 34,90 euro al giorno. A volte succede perfino che le richieste di accogliere immigrati sia superiore alla disponibilità e che, nonostante questo, il prezzo non si abbassi. È successo in aprile a Udine che, a fronte di 420 immigrati da assegnare, ha ricevuto tre offerte per un totale di 496 posti a prezzi compresi tra i 34,50 e i 35 euro, cioè praticamente senza alcun ribasso.
Non riuscire a ottenere prezzi più favorevoli è un problema per lo Stato, che pagando così profumatamente un servizio dato in appalto rischia di alimentare con i suoi stessi soldi quelle reti mafiose «alla Buzzi» che con gli extraguadagni corrompono quanti dentro l’amministrazione dovrebbero controllare l’uso di quei soldi. A meno che alimentare il lucroso business dell’immigrazione non abbia esattamente questo come scopo.