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 2015  giugno 18 Giovedì calendario

NAPOLEONE FU VINTO DAL VULCANO

Berlino
Duecento anni fa, il 18 giugno del 1815, Napoleone perse a Waterloo e l’Europa cambiò, in apparenza ritornando al passato, per durare oltre un secolo fino al 1918. Ma chi vinse? Oggi si litiga tra Gran Bretagna e Germania che, all’epoca, neanche esisteva in quanto nazione. Furono i soldati del prussiano Blücher a sconfiggere Bonaparte, oppure Wellington? E si litiga tra la Francia di Hollande e il Belgio che, a sua volta, due secoli fa non esisteva, ed era una provincia olandese.
Bruxelles e Parigi, sarà un caso, litigano proprio sull’euro.
I belgi, che forse un prossimo domani torneranno a dividersi, per commemorare la battaglia, che si svolse una quindicina di chilometri a sud di Bruxelles, volevano coniare una speciale moneta da 2 euro. L’iniziativa non piacque affatto alla Francia, sempre orgogliosamente nazionalista. Protestò e la Bce, occupata a salvare la moneta unica, si dovette occupare di Napoleone. Parigi vinse, ma i belgi li hanno beffati: se volete, potrete acquistare una moneta ricordo da 2 euro e mezzo che, ovviamente, non ha corso legale. Ed è una medaglia di quelle che non piacciono ai numismatici seri, ma che vengono acquistate da collezionisti ingenui. Non essendo una moneta, il pezzo da 2,50 euro non ha avuto bisogno dell’approvazione degli altri paesi europei che hanno adottato l’euro.
Una baruffa senza importanza? Forse, ma serve a far vedere le radici della nostra Europa che spesso dimentichiamo per comodità, ipocrisia o semplice ignoranza. Come accade, per esempio, in Ucraina. In quanto alla battaglia, per la prima volta si crea una sorta di unione europea tra la Prussia e la Gran Bretagna. Gli europei si uniscono per bloccare Napoleone. Ma sul trono a Londra sedeva la dinastia tedesca degli Hannover, e quattro anni dopo nasceva Vittoria, erede dei Coburgo-Gotha, che avrebbe regnato fino al nuovo secolo, al 1901. Fino a nove anni parlò tedesco, e non scrisse mai in inglese senza compiere errori. Il Belgio fu inventato per creare uno Stato cuscinetto tra l’Olanda e la Francia, e il primo suo re nel 1830 fu proprio un tedesco, Leopoldo, principe di Coburgo, zio di Vittoria, o probabilmente il padre naturale.
Rimane la domanda: chi vinse? Per rispondere sono stati scritti centinaia di volumi. Gli storici militari più bravi, e quindi comprensibili, sono britannici, ma per sentire, che è sempre meglio di capire, si dovrebbero rileggere due romanzi, La Certosa di Parma di Stendhal e I Miserabili di Hugo. Gli storici sostengono che i due compiono errori grossolani nella loro rievocazione, ma non ha assolutamente importanza. Da due secoli i maniaci di soldatini di piombo, troppo cari per i bambini, ripetono a tavolino la battaglia, dove spesso finisce per vincere Bonaparte.
Fuggito dall’isola d’Elba, Napoleone affrontò lo scontro fatale in inferiorità numerica (140 mila contro 210 mila), ma abilmente dispose le sue truppe in modo da attaccare prima i britannici e poi i prussiani. Wellington era quasi sconfitto, quando giunse Blücher con le sue truppe fresche. Dodicimila francesi si opposero a 40 mila nemici, e persero nonostante l’intervento eroico della Vecchia guardia, quella che muore ma non si arrende. Ma la storica frase di Cambronne fu semplicemente «merde». Come sanno gli appassionati di battaglie, Napoleone avrebbe potuto vincere se il generale Emmanuel de Grouchy fosse giunto in tempo con i suoi 32 mila uomini. E perché non giunse puntuale?
A Waterloo eravamo alla vigilia dell’estate, ma piovve per tutto il giorno, come se fosse inverno, nel fango affondavano i cannoni e la cavalleria. E Grouchy finì nella melma. L’11 aprile dall’altra parte del mondo, nell’arcipelago della Sonda, diciamo in Indonesia, esplose il vulcano Tambora. La nube oscurò il sole, e per tre anni sulla Terra scese l’inverno, che Napoleone non poteva prevedere. A Waterloo piovve e non splendeva il sole. Senza Tambora avrebbe forse vinto Napoleone, che avrebbe imposto due secoli prima la sua moneta unica all’Europa, e oggi la Merkel non dovrebbe litigare con Tsipras e con noi. In quanto ai belgi, comunque fosse andata, avrebbero sempre vinto loro: in 2 mila si batterono e morirono sotto le bandiere francesi, e in 4 mila sotto quelle prussiane.
Roberto Giardina, ItaliaOggi 18/6/2015