Marco Ansaldo, la Repubblica 17/6/2015, 17 giugno 2015
LA SFIDA AI PETROLIERI DEL PAPA “VERDE” DOPO L’ENCICLICA L’IRA DEI CONSERVATORI
CITTA’ DEL VATICANO . «Ma tu lo sai che a me il “ lio ” (il caos) piace. La bozza uscita sui media non è poi diversa dall’originale, solo un paio di cose diverse. Sono molto contento del lavoro fatto sull’Enciclica». Così ieri Francesco si è espresso con uno dei suoi fedelissimi commentando la pubblicazione anticipata della Laudato si, il primo documento interamente a sua firma.
Il Papa è già concentrato sul lancio della sua enciclica “verde”. Tra pochi giorni cominceranno interviste, incontri, conferenze sulla sua opera. Francesco non si sottrarrà dal parlarne a luglio nel viaggio in Ecuador, Bolivia, Paraguay. E il “tour vaticano” sull’Enciclica papale sarà lungo, almeno tre mesi, terminando a settembre negli Stati Uniti quando il Papa affronterà i temi della Laudato si anche all’Onu a New York, ospitato da uno degli sponsor più accreditati della sua Enciclica, il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon.
Molto chiari i punti del Pontefice sulle cause di inquinamento del mondo: riscaldamento globale, decrescita, scarsità di risorse (acqua, fonti energetiche). L’accusa di Bergoglio va soprattutto ai “combustibili fossili”: petrolio, carbone e gas, fonti di energie non sostenibili e inquinanti, che finiscono per essere usate contro gli ultimi, i “poveri” come dice nel testo.
Francesco per ben sei volte parla degli “esclusi”. Una, addirittura, di “lavoratori ridotti in condizione di schiavitù”.
Il Papa sa già che le reazioni del Partito repubblicano negli Usa, con candidati presidenziali come l’erede della famiglia di petrolieri texani Jeb Bush, e il più morbido Marco Rubio di origine cubana, non saranno entusiaste. Un altro grosso calibro dei conservatori, Rick Santorum, ha invitato Francesco a «lasciare i temi del cambiamento climatico agli scienziati». Ma il Papa punterà sul rapporto tra religione e scienza, tralasciando la politica.
La felicità di Bergoglio per il lavoro concluso e la diffusione della sua opera non vogliono dire che in Vaticano non ci siano contraccolpi per l’uscita a sorpresa dell’Enciclica, pubblicata lunedì pomeriggio sul sito de L’Espresso , e ripresa la mattina dopo sulle prime pagine dei quotidiani italiani e stranieri. Irritazione della Sala stampa vaticana per la violazione dell’embargo, decretato fino al 18 giugno. E contromisura durissima: sospeso l’accredito, «a tempo indeterminato », al giornalista che ha presentato online la bozza. Il Vaticano avrebbe anche individuato l’ufficio responsabile della fuoriuscita del documento, plico scartato dalla Tipografia vaticana, tenuta ora sotto tiro. Operazione non di un alto prelato, ma di un impiegato.
Francesco intanto ha fatto arrivare il testo finale a tutti i vescovi, in modo che le varie conferenze episcopali possano leggerlo due giorni prima della diffusione ufficiale: ha accompagnato l’invio con due righe di suo pugno, parlando della “comunione” che lo lega ai vescovi e motivando così la decisione di inviarlo a tutti loro. L’irritazione vaticana è dovuta soprattutto alla considerazione che l’uscita anticipata possa attenuare la forza dell’Enciclica. Secondo alcune interpretazioni, circolate sul web, lo
scoop potrebbe essere stato favorito da ambienti conservatori, contrari all’azione del Pontefice.
È nota l’opposizione a Bergoglio di alcuni cardinali americani, oggi non in linea con la direzione riformista impressa dal Papa alla Curia.
Altri dettagli. Francesco ha lavorato a lungo sulla propria bozza, scrivendola in spagnolo, dopo aver letto e riflettuto sugli spunti fornitigli da alcuni ispiratori scelti tra filosofi, economisti, teologi. Come Jeffrey Sachs, esperto di economia sociale e cambiamenti climatici. Un altro, più volte citato nella Lettera, è il Patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I.
E in una certa misura anche il pensatore brasiliano Leonardo Boff, uno dei più importanti esponenti della cosiddetta Teologia della liberazione in America Latina.
Marco Ansaldo, la Repubblica 17/6/2015