Tino Oldani, ItaliaOggi 17/6/2015, 17 giugno 2015
TRA QUINDICI GIORNI SCADE IL TERMINE PER RIDURRE LE AUTO BLU NEI MINISTERI: SONO 1.800 A ROMA, CONTRO 80-90 A LONDRA
Di fronte ai tanti problemoni che incombono sul governo di Matteo Renzi (la crisi dei rapporti con il resto d’Europa sui migranti, la disoccupazione che non cala, le tasse e il debito pubblico che continuano a salire, le batoste elettorali), quello delle auto blu è certamente un problemino. Parlarne può sembrare bizzarro, fuori luogo. Invece non lo è per niente: di mezzo, infatti, c’è il rispetto di una legge, e un governo si giudica da molte cose, soprattutto dalla capacità di rispettare le leggi che ha varato. Ecco il punto: entro la fine di giugno, come spiega Carlo Cottarelli nel suo ultimo libro (“La lista della spesa”; Feltrinelli), le amministrazioni centrali dello Stato sono tenute per legge a ridimensionare in modo drastico il parco delle auto blu, così che ciascuna amministrazione ne disponga di cinque al massimo. Quelle in esubero devono essere cedute a titolo gratuito alle onlus, così che la metà dei costi operativi ottenuti dalla dismissione delle auto blu potranno essere utilizzati per l’acquisto di buoni taxi.
In attesa della verifica ufficiale su questa legge, è bene sapere che Cottarelli, nel suo libro, non nasconde un certo scetticismo sui ministeri. Ma ancora di meno si aspetta che facciano gli enti locali e gli organi costituzionali, visto che nei loro confronti non è stata fissata alcuna data limite per ridurre il parco delle auto blu. Anzi, è previsto che i loro ordinamenti si adeguino a quelli centrali: in pratica, si spera nell’effetto imitazione. Campa cavallo!
Vediamo i numeri più recenti. Alla data del primo novembre 2014 (censimento Formez), gli automezzi pubblici (Stato più enti locali) ammontavano a 53.860 unità. Di questi, solo 5.727 erano auto blu vere e proprie, destinate al trasporto di politici e di funzionari pubblici, così ripartite: 1.460 auto blu in uso alle amministrazioni centrali, mentre il grosso (4.267 vetture) era al servizio degli enti locali e delle Asl.
Cottarelli ha spiegato per mesi a ministri e dirigenti statali che in nessun Paese europeo vi sono così tante auto blu. Nel Regno Unito non esistono auto di servizio di singoli ministeri, ma un car pool di circa 80-90 macchine per l’intera amministrazione centrale, il cui uso è riservato ai ministri e ai funzionari di livello più alto (uno per ministero). Ogni venerdì ciascun ministero invia al car pool le richieste di servizio per la settimana successiva, limitate di solito agli eventi ufficiali, in quanto i ministeri inglesi si spostano abitualmente sui mezzi pubblici (anche in metro) o con auto proprie.
In Germania, racconta Cottarelli, sono un po’ più generosi degli inglesi, ma non di tanto. Il ministero dell’Economia, per esempio, dispone di otto auto blu, oltre a quella del ministro, mentre gli staff, compresi i direttori generali, sono invitati a usare il trasporto pubblico o le biciclette, messe a disposizione dalle varie amministrazioni. Un’idea, quella delle “biciclette blu”, che nei ministeri romani ha ben poche speranze di attecchire. Giusto per fare un esempio: al ministero dell’Economia di Pier Carlo Padoan, fino a dicembre, la Guardia di Finanza assicurava un servizio di 12 auto blu (quattro in più rispetto a Berlino), e quando Cottarelli fu nominato commissario, gliene fu proposta una personale, che lui rifiutò.
Anche riducendo a cinque le auto blu per ogni amministrazione centrale, ben difficilmente si riuscirà a colmare il divario tra le 80-90 vetture del car pool di Londra e le 1.460 auto blu romane. Tanto più se si considera che il ministero dell’Interno di Angelino Alfano si è sempre rifiutato di dire quante sono le sue auto blu, che (sostiene Cottarelli) sarebbero non meno di 300. Per cui il totale effettivo delle auto blu romane salirebbe a circa 1.800 unità. Ma chi ha più auto blu, tra i ministeri? In testa, c’è quello della Giustizia, con 800-900 macchine, quasi una ogni dieci magistrati. Nel 2014, solo ad Ancona, c’erano 12 auto blu in carico al ministero della Giustizia: sei per i magistrati giudicanti, cinque per i pm, più una per la direzione antimafia.
Al secondo posto c’è il ministero dell’Interno, con 300 auto blu, seguito da quello della Difesa, che ne ha poco meno di 300. Qui le auto blu sono ritenute necessarie, racconta Cottarelli nel libro, perché il regolamento sulle uniformi della marina e dell’esercito non prevedono l’uso dell’ombrello in caso di pioggia. L’aeronautica ha invece autorizzato l’uso del parapioggia nel 2012, anche se non sembra che ciò abbia contribuito granché a ridurre il numero delle auto blu per i generali.
Un capitolo a parte riguarda le auto blu in uso nelle Regioni: il solito scandalo. Tra le più spendaccione, vi sono quelle a statuto speciale: la Valle d’Aosta ha 173 auto blu per centomila abitanti, il Trentino Alto Adige 77 e la Sicilia 131. Quest’ultima supera di cinque volte il Veneto (28) e di sette volte l’Emilia-Romagna (19), le Regioni più virtuose, insieme a Lombardia, Piemonte, Toscana, Liguria e Friuli Venezia Giulia, che hanno 40-50 auto blu per 100 mila abitanti. Infine le Asl, con 700 auto blu. Uno spreco di risorse e di personale che dura da troppo tempo. Se sia agli sgoccioli o meno, tra 15 giorni tocca al governo accertarlo. E farcelo sapere.
Tino Oldani, ItaliaOggi 17/6/2015