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 2015  giugno 17 Mercoledì calendario

COL JOBS ACT VITA DURA PER LE FINTE COLLABORAZIONI

Il 2015 sarà l’anno della trasformazione di centinaia di migliaia di contratti co.co.co. in rapporti di lavoro subordinato. È una tendenza già avviata, ma destinata a intensificarsi grazie all’approvazione definitiva del decreto legislativo sulle nuove tipologie contrattuali, uno dei provvedimenti attuativi del Jobs Act che hanno ricevuto il via libera dal Consiglio dei ministri di giovedì scorso. I dati dell’Inps sui primi tre mesi dell’anno sono già positivi: si registrano infatti 2 milioni 578 mila nuovi occupati, quasi centomila in più rispetto al primo trimestre 2014, e una riduzione del 15% del numero delle collaborazioni. Segno che il processo di trasformazione è già iniziato. In qualche modo anticipando i contenuti dei decreti legislativi sul Jobs Act, in attesa ormai solo della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale. Nel primo articolo del provvedimento sulle tipologie contrattuali si prevede che «il contratto di lavoro a tempo indeterminato costituisce la forma comune di rapporto di lavoro», una norma di per sé di nessun valore precettivo, ma che serve comunque a indicare la strada sulla quale il governo intende muoversi con decisione. Più interessante l’articolo due, nel quale si precisa in sostanza che le finte collaborazioni coordinate e continuative (appunto le co.co.co.) dal 1° gennaio 2016 si trasformano automaticamente in contratti di lavoro subordinato (ovviamente a tempo indeterminato). Sono escluse soltanto alcune categorie di lavoratori come professioni ordinistiche, sportivi, revisori, amministratori, sindaci e tutti quei casi particolari disciplinati dagli accordi collettivi di lavoro. Unica eccezione a questo giro di vite la Pubblica amministrazione, che potrà utilizzare collaboratori fino a fine 2016, nell’attesa probabilmente dell’approvazione di una disciplina ad hoc. Regole più severe sono state dettate anche per altre forme di collaborazione, come i contratti a tempo determinato, il part-time, l’apprendistato ecc. Abrogati i contratti a progetto, probabilmente la forma più abusata di finto lavoro dipendente.
È probabile, tuttavia, che la maggiore spinta a nuove assunzioni, più che dai vincoli normativi imposti alle collaborazioni, venga dagli incentivi all’occupazione previsti dalla legge di Stabilità per tutto il 2015. Si tratta di un bonus consistente: tre anni di esenzione dai contributi previdenziali che possono far risparmiare fino a 24 mila euro per ciascun assunto. E se si considera che alle nuove assunzioni si applicherà il contratto di lavoro a tutele crescenti, che esclude quindi i limiti al licenziamento previsti dall’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori (obbligo di reintegra), bisogna ammettere che mai come in questo momento l’impresa che ha necessità di manodopera si trova davanti una strada ampia, ben pavimentata e in discesa.
Secondo i dati dell’Istat i collaboratori sono più di 1 milione. Ovvio che non tutti diventeranno lavoratori subordinati, molti di loro rientrano infatti nelle categorie per le quali non è prevista la trasformazione del rapporto di lavoro (come professionisti, sportivi, contratti a termine, apprendisti), ma non c’è dubbio che i rapporti di lavoro dipendente smaccatamente mascherati da collaborazione avranno davanti una strada sempre più in salita e che in moltissimi casi sarà più conveniente la trasformazione.
Marino Longoni, MilanoFinanza 17/6/2015