F. Pal., Avvenire 17/6/2015, 17 giugno 2015
RUSSIA, L’ESCALATION MILITARE
La notizia era nell’aria da tempo. Ora è ufficiale: le forze strategiche russe si arricchiranno di 40 nuovi vettori intercontinentali entro fine anno. Ma i piani del Cremlino e dell’Istituto di tecnologia termica guardano già al domani, con uno sforzo senza precedenti. Vladimir Putin ha appena raddoppiato gli investimenti per le armi nucleari, aggiungendo 1,4 miliardi di dollari agli appannaggi del 2016. Le risorse non gli mancano. L’istituto Gaidar, un think tank indipendente, stima il budget federale per la difesa a 84 miliardi di dollari. Purtroppo alcuni cespiti sono segreti e, gira e rigira, Mosca sta destinando alle forze armate il 4,2% della ricchezza nazionale, più di quanto facciano americani e cinesi. L’arsenale costa e i russi lo aggiornano come fosse questione di vita o di morte. Diversamente dagli Stati Uniti, rifabbricano periodicamente le testate atomiche. Ne hanno 1.050 pronte al lancio, caricate su 326 missili balistici intercontinentali. Non violano nessun accordo, perché anche l’ultimo trattato Start non vieta l’aggiornamento di vettori e testate. Anzi, più lo scudo antimissile americano prende forma, più i russi si stanno ingegnando ad eluderlo. Sviluppano già l’erede del Satan, un missile intercontinentale tanto mastodontico, quanto efficacissimo. Il nome del futuro Icbm (missile balistico intercontinentale) non è ancora noto: si sa soltanto che sarà uno Yars di quinta generazione, con testate multiple indipendenti, capaci di confondere i sistemi di difesa missilistica e colpire bersagli a 12mila km di distanza, sbagliando massimo di 50 metri. Sarà il mix su cui si fonderà la deterrenza strategica russa nei decenni a venire.
F. Pal.