Fabrizio Roncone, IoDonna 13/6/2015, 13 giugno 2015
L’ABISSO DEL TERRORISMO
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[Elena Venditti]
È uscito un libro bellissimo: Non mi abbracciare, Aliberti editore. L’ha scritto Elena Venditti per raccontare la sua storia di ragazza che, alla fine degli anni Settanta, finisce nel gorgo del terrorismo nero, pur provenendo da una famiglia comunista e antifascista: suo padre è notista politico a Paese Sera, sua madre è attivista del Pci e una giovane militante di sinistra è anche sua sorella Mariella, ora volto noto del Tg3. Leggerete gli anni di John Travolta raccontati da un angolo buio, dove si consuma un amore tragico.
Un terrorista che la trascina nell’abisso. Clandestinità, Nar, 5 anni di carcere.
«Certi amori giovanili, a volte, conducono inesorabilmente giù, dentro un pozzo. Come accade col fanatismo politico o religioso. Quando una ragazza di 22 anni si innamora perdutamente, è più vulnerabile di un pomodoro sull’asfalto di un’autostrada. Quando ho visto l’abisso, era ormai troppo tardi».
Quale fu poi la difficoltà maggiore di tornare a vivere?
«La prima cosa faticosa fu il dover affrontare il senso di colpa nei confronti dei miei genitori, di mia sorella, degli amici, che avevo fatto soffrire. Poi, lo stordimento di non sapere cosa sarebbe stato di me. Non ero né carne né pesce. Non vedevo il futuro, avevo per troppo tempo badato unicamente al presente. Per anni, mi sono sentita inadeguata. Una che pedalava a vuoto in sella a una cyclette...».
Se si volta e guarda indietro, cosa vede?
«Vedo me. Dentro una bolla di sapone».