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 2015  giugno 16 Martedì calendario

PER ANAS SPUNTA IL PIANO ACCISE

Piano B per la privatizzazione dell’Anas. Secondo quanto risulta a MF-Milano Finanza, il neo-amministratore delegato Gianni Armani ha elaborato un progetto per portare la società fuori dal perimetro della pubblica amministrazione senza ricorrere al pedaggiamento della rete in gestione, come invece aveva in mente di fare il predecessore Pietro Ciucci.
L’idea del manager ex Terna sarebbe quella di sostituire i contributi pubblici diretti che finanziano oggi gli investimenti dell’Anas con un flusso derivante dalle accise sulla benzina, non aggiungendo una nuova voce ma modificando una di quelle già presenti nella lunga lista che rincara il conto degli italiani al distributore.
Il progetto quindi dovrebbe essere rigorosamente a saldo zero e non si tradurrebbe in una nuova gabella per gli automobilisti. Di fatto si tratterebbe di sostituire una delle molte voci esistenti, da quella sulla guerra in Abissinia (1935) a quella sulla crisi libica (2011), con la nuova voce dedicata a finanziare gli investimenti dell’Anas.
Peraltro, secondo indiscrezioni, il fabbisogno per il gruppo guidato da Armani non sarebbe neanche particolarmente impegnativo e si aggirerebbe intorno a 2 miliardi, importo non esorbitante se si pensa che dalle accise (tutte, non solo quelle sul carburante) lo Stato incassa ogni anno più di 20 miliardi. Tuttavia per concretizzarsi il progetto dovrebbe ottenere il nulla osta del ministero dell’Economia e probabilmente della Ragioneria. Perché, se è vero che il piano è a saldo zero anche per le casse dello Stato (oltre che per i cittadini) in quanto le mancate entrate da accise si compenserebbero con lo stop ai finanziamenti diretti, il tema rimane comunque delicato. I tecnici del Tesoro sono ancora impegnati a trovare le coperture per evitare gli aumenti della benzina previsti dalle clausole di salvaguardia e, anche se il progetto Anas non comporterebbe rincari alla pompa, il solo tirare di nuovo in ballo le accise potrebbe rivelarsi un boomerang.
Bisognerà quindi aspettare per vedere se il progetto si concretizzerà, ma in caso di via libera dei tecnici l’uscita di Anas dal perimetro dalla Pa potrebbe essere decisamente rapida. Basterebbe infatti una norma ad hoc per sancire il passaggio dai contributi pubblici al finanziamento tramite accise. A quel punto si potrebbe approfondire l’idea di aprire il capitale della società delle autostrade ai privati, che l’ex ad Cucci aveva indicato come possibile già dal 2016. Tuttavia sui tempi di una reale privatizzazione la cautela è d’obbligo, come dimostra da ultimo l’esempio delle Ferrovie dello Stato, che il governo vorrebbe portare sul mercato entro il prossimo anno, ma che sta già accumulando ritardi sul percorso verso la borsa.
Luisa Leone, MilanoFinanza 16/6/2015