Arturo Zampaglione, Affari&Finanza 15/6/2015, 15 giugno 2015
TWITTER IL SUCCESSO NON PORTA PROFITTI
Dopo le brusche dimissioni del chief executive Dick Costolo, sarà Jack Dorsey, 38 anni, italoamericano e plurimiliardario, a guidare Twitter dal 1° luglio. Era stato lui, Dorsey, a fondare nel 2006 assieme ad altri amici il social media dai 140 caratteri. Il successo fu immediato tra star, politici, attivisti, e naturalmente anche a Wall Street dove sbarcò nel 2013. Ma ora è in crisi: non basta, infatti, nel clima così competitivo dei social network, avere 305 milioni di utenti attivi se poi il loro numero cresce troppo lentamente e soprattutto se gli introiti pubblicitari battono la fiacca. Fra il 2013 e il 2014 la quota di Twitter del mercato americano della pubblicità digitale (valore: 50,7 miliardi di dollari) è salita solo dall’1 all’1,6 per cento. In confronto Facebook è passata dal 7,6 al 10,4. Anche le quotazioni in Borsa sono deludenti: dal novembre 2013 hanno perso il 20%, rispetto al +72 di Facebook e al +9 di Google. Si può uscire da questa impasse? E come? Dorsey non ha ricette immediate per aumentare la redditività (né è sicuro che voglia restare a lungo). Forse Twitter dovrebbe offrire nuovi servizi agli utenti, forse dovrebbe cambiare altre posizioni del management. Di sicuro una via di uscita sarebbe la vendita a Google: che certo ha i soldi, ma non ha mai avviato una seria trattativa.
Arturo Zampaglione, Affari&Finanza 15/6/2015