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 2015  giugno 16 Martedì calendario

IL CONFLITTO D’INTERESSI DI LAPO PISTELLI, VICEMINISTRO DEGLI ESTERI CHE S’È DIMESSO PER ANDARE A LAVORARE ALL’ENI. MA NON DOVREBBE PASSARE UN ANNO PRIMA DI RICOPRIRE UN INCARICO IN UN’AZIENDA PUBBLICA?

Lapo Pistelli da ieri non è più viceministro degli Esteri italiano. Si è dimesso, fra poco si dimetterà anche da parlamentare, e dal primo luglio diventerà viceperesidente senior dell’Eni, con delega ai rapporti con gli azionisti e alla promozione del business internazionale. Lo ha annunciato lui stesso in un’intervista alla Stampa, dove ha raccontato di un’offerta fattagli dall’ad di Eni, Claudio Descalzi, su cui avrebbe riflettuto a lungo prima di accettarla e farla propria.
Ieri diluvio di complimenti di messaggi di addio e auguri per il nuovo incarico come il rito impone. Pistelli ha precisato che la sua è «una decisione personale, di cui ho parlato da tempo con il prmier ed ha a che vedere con una nuova stagione e dimensione della mia esperienza internazionale maturata nei molti anni passati nelle istituzioni». Renzi, che un tempo fu perfino assistente di Pistelli e che però ha perso per strada buona parte di quel legame affettivo, si è limitato a qualche parole di circostanza: «Rispetto la scelta di Lapo il cui contributo al lavoro dell’esecutivo è stato importante. Adesso gli dico buon lavoro, certo che saprà fare bene anche in questa nuova fase del suo impegno».
Tutto bene quel che finisce così, naturalmente. Ma qualche dubbio poi è nato. Lo stesso Pistelli la scorsa legislatura fu firmatario di una proposta di legge sul conflitto di interessi che prevedeva regole assai severe anche per un’uscita professionale dalla compagine governativa. Senza ricorrere a quel testo che poi non divenne legge, è in vigore la Frattini del 2004. Che al comma 4 dell’articolo 2 estende per 12 mesi le incompatibilità previste per chiunque assuma un incarico di governo. E fra queste c’è sia un incarico in una società pubblica o privata che dipenda o lavori prevalentemente negli stessi settori di competenza di un ministero in cui si arrivi o da cui si parta.
Pistelli lo sapeva, tanto da avere chiesto all’antitrust un parere preventivo. Finora l’autorità che dovrebbe fare rispettare la legge sul conflitto di interesse ha fatto scelte contraddittorie, a seconda dell’ok da dare. Hanno negato semplici consulenze, ma consentito il passaggio di Gianni De Gennaro alla guida di Finmeccanica da sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai servizi segreti. A Pistelli hanno fornito un via libera sulla base degli elementi in possesso dell’Antitrust, convinti pure che «in ogni caso eventuali residui elementi di connessione non potrebbero assumere il carattere della prevalenza richiesto alla disciplina richiamata in precedenza».
L’ok si è basato su due assunti: che il viceministro degli Esteri non aveva poteri regolatori e amministrativi su Eni, e che «dalle informazioni in possesso non si ha evidenza di rapporti giuridici ed economici costituiti nell’ambito delle attribuzioni svolte dal richiedente con le società del gruppo Eni nel periodo in cui è stato svolto l’incarico di governo». I dubbi sono proprio qui, perchè molti altri elementi fanno pensare invece che il conflitto di interessi esista. Pistelli aveva delega proprio sulle «politiche ambientali ed energetiche», quindi su temi connessi all’Eni. Da lui dipendeva la direzione generale sulla mondializzazione che ha firmato un accordo di collaborazione con Eni che ha distaccato al ministero il suo dirigente generale Giuseppe Ceccarini. Elementi che avrebbero dovuto fare dire di no (ci sono lettere che provano gli stretti rapporti fra Mae ed Eni). Ma il conflitto di interessi può valere per tutti meno che per un esponente del Pd...