Roberto Giovannini, La Stampa 13/6/2015, 13 giugno 2015
RISCHI E OPPORTUNITÀ PER I TURISTI CASE E VACANZE A PREZZI STRACCIATI
Sono momenti duri, forse decisivi per la Grecia. Ma non per sapere se i poveri 12 milioni di ellenici potranno farla finita con un’austerità insensata e senza prospettive. Oppure (per chi ci crede) per verificare se finalmente le riforme imposte da Europa, Fmi e Bce riusciranno a far diventare il Paese una «Tigre dell’Egeo» (mah). Come con grande sensibilità scrive il settimanale «Panorama» in edicola, il vero interrogativo che attanaglia è un altro: quanto potrà risparmiare quest’estate, il turista italiano, per le sue vacanze in Grecia? E ancora: che cosa succederà mai al medesimo turista italiano, in caso di default greco e di uscita dall’euro? Non ci sarà forse il pericolo - sorge spontanea la domanda - di ritrovarsi con un palmo di naso davanti a un Bancomat congelato dal «Grexit», impossibilitati a prendere soldi per pagare il noleggio del caicco, mentre intorno i risparmiatori ellenici che hanno visto appena sfumare tutti i loro risparmi cercano di sfondare le porte dell’istituto di credito sul pittoresco porticciolo?
Alle questioni aperte dal pericolo default è pressoché impossibile rispondere, ovviamente. Tutto dipenderà dagli eventi dei prossimi giorni. A quanto pare una decisione in un senso o nell’altro ci sarà in ogni caso entro la fine di giugno; negli altri mesi estivi la situazione sarà più chiara. Nessun Paese è uscito dall’euro, per cui tutto può essere: l’unica esperienza recente vagamente paragonabile è la crisi di Cipro del 2013. Allora il crac delle principali banche costrinse il governo a imporre controlli dei movimenti di capitale e a bloccare i Bancomat per diversi giorni. Una situazione davvero anomala che creò grandi disagi. Un «Grexit» comporterebbe certo disagi molto maggiori, e allo stato imprevedibili. Sulla carta i turisti eurodotati avrebbero una valuta più forte di quella dei poveri greci, che cercherebbero certo di rifarsi, lasciando i prezzi in euro e accettando solo l’euro. Chi ha dubbi o timori si porti adeguati euro in contanti. Chi ha paura dei cortei, non vada in piazza Syntagma ad Atene. Ovviamente sono solo ipotesi. C’è sempre la speranza che si comprenda che anche se i greci «hanno voluto» entrare nell’euro accettandone le regole, magari potrebbero ricevere lo stesso trattamento assicurato alla Germania nel 1953, quando le fu dimezzato e dilazionato un debito estero riconosciuto come tecnicamente insostenibile. Nel frattempo, finché non si chiarisce la situazione, comunque, per l’industria del turismo in Grecia (che assicura il 20% del Pil) tutto è più complicato. Nel 2014 venne battuto il record di presenze, con 24 milioni di turisti; quest’estate saranno di meno.
Ma non molti di meno, attenti. Il pienone nelle località più turistiche, a cominciare dalle isole, ci sarà. «Panorama» mostra prezzi in forte ribasso per alberghi e posti barca. Ma a parte possibili occasioni speciali, i prezzi 2015 in Grecia non si dovrebbero discostare molto da quelli del 2014. Ovvero (in media) assai più bassi rispetto a destinazioni come Croazia e Spagna. E soprattutto, prezzi molto ma molto più convenienti rispetto a quelli richiesti nelle località turistiche in Italia, sia per mangiare che per dormire o divertirsi.
La crisi finanziaria che va avanti da anni ha ridotto anche i prezzi degli immobili, e certo si possono fare buoni affari. Ma una megavilla in un’isola esclusiva, concepita e arredata da architetti, con vista sul mare e ben posizionata, continuerà a costare una fortuna.
Roberto Giovannini, La Stampa 13/6/2015