Elena Stancanelli, la Repubblica 13/6/2015, 13 giugno 2015
IL LATO FEMMINILE DEL CALABRONE
Il calabrone, da non confondere con l’ape legnaiuola e il bombo, è il più grosso Vespide europeo. Come in altre specie animali molto evolute, tra i calabroni comandano le femmine. Che sono più grandi, più belle e soprattutto più intelligenti dei maschi. Al vertice c’è la regina, che si sveglia dal letargo in primavera e depone le uova. Mentre depone prepara anche il nido, ciucciando legno e forgiandolo in cellette. Un lavoraccio, ma la regina sa che quando si schiuderanno le prima uova, ne usciranno le colf. Infatti appena le calabrone operaie escono dal guscio, la regina si rilassa. Viene nutrita, lavata e incoraggiata a deporre le nuova uova. Deve solo ricordarsi di spruzzarci sopra l’ormone della sterilità. In questo modo si assicura di rimanere l’unica regina.
L’ultima covata è quella dei maschi. È ormai autunno, la regina stanca sa di avere i giorni contati e smette con l’ormone.
Nascono nuove regine che subito si accoppiano coi neonati maschi. In pochi giorni muoiono la vecchia regina e tutte le sue operaie.
Poco dopo, assolto l’unico compito che viene loro assegnato, muoiono tutti i maschi. Forse avrebbero potuto diventare astronauti, scrittori, re. Ma è andata così: se nasci maschio importa solo che tu sappia fare una cosa. Tra i calabroni, ovvio.
Elena Stancanelli, la Repubblica 13/6/2015