Guido Andruetto, la Repubblica 13/6/2015, 13 giugno 2015
“VIAGGIARE MI FA RINASCERE”
[Banana Yoshimoto] –
«Un’estate che non tornerà mai più, una felicità intensa che non capita spesso nella vita». La vacanza perfetta per Banana Yoshimoto è una specie di incantesimo. Con il sorriso dolce di una mamma radiosa e di una donna che ha conosciuto gioie e dolori, sogni e paure, la più famosa scrittrice contemporanea giapponese fissa lo schermo del computer nella sua casa piena di libri e teiere nel quartiere di Shibuya, a Tokyo, cercando tra le fotografie i ricordi più vividi delle sue vacanze. È come se si stesse guardando allo specchio e si accorgesse di essere cambiata, fuori e dentro. «La magia della memoria è impressionante e anche meravigliosa – dice – oggi conservo ancora nella mente un’immagine nitida di come vivevo le mie vacanze in gioventù. Amo sempre sia il mare che la montagna, ma devo riconoscere che il mio approccio è mutato: in passato non riuscivo minimamente a provare soddisfazione se non mi arrampicavo fino sulla cima di un monte o se non mi tuffavo in acqua a nuotare. Adesso è diverso. Mi piace molto di più starmene tranquilla, seduta da qualche parte a contemplare i paesaggi. Ho bisogno di fermarmi, non di muovermi».
«Forse ho semplicemente scoperto quanto sia bello ed appagante guardarsi intorno e ammirare la bellezza che mi circonda, o forse è più verosimile che non abbia più le energie di un tempo. Da giovane ero molto più forte e dinamica di quanto sono adesso». La timida ragazza che sul finire degli anni Ottanta, appena uscita dall’università, si nascondeva dietro grandi occhiali tondi, è diventata l’autrice più amata della narrativa giapponese contemporanea. Il suo romanzo d’esordio, Kitchen, un vero e proprio caso letterario, ha venduto fino a oggi cinque milioni di copie nel mondo, senza contare gli oltre trenta fra romanzi, racconti e saggi, tutti di successo internazionale, che ha poi pubblicato nei successivi venticinque anni. Eppure la sua percezione delle cose importanti della vita non è mai stata stravolta. La vacanza, per esempio, continua ad essere per lei una cosa importante. «La considero un intervallo di tempo nel quale le persone, essendo immerse in un’atmosfera diversa da quella che li accompagna tutti i giorni, hanno realmente l’occasione di riconsiderare e di riscoprire il significato dell’esistenza. Uscire dalla propria quotidianità per me significa evadere dalla monotonia ». Per riuscirci, aggiunge la Yoshimoto soppesando ogni parola, «non serve andare lontano. Oggi difficilmente riesco a concedermi dei veri momenti di vacanza, delle vere pause, perché anche quando non scrivo sono quasi sempre impegnata a fare delle ricerche di materiali che mi servono per nuove opere, oppure a raccogliere informazioni. Tuttavia riesco ancora a prendermi un po’ di respiro e a ritagliarmi qualche piccola parentesi in cui ritrovo un grande senso di libertà. Mi è successo proprio pochi giorni fa. Sono stata a Naoshima, nel distretto di Kagawa, dove ho visitato il Lee Ufan Museum progettato da Tadao Ando. Mi sono fermata per qualche istante all’ingresso, come ipnotizzata da tanta bellezza, dall’equilibrio perfetto tra l’azzurro del cielo ed il cemento dell’edificio, dall’armonia tra natura, arte ed architettura. Uno spettacolo meraviglioso, capace di infondere serenità, una sensazione pacificante che è quella che oggi cerco di più in una vacanza».
A cinquant’anni l’autrice de L’abito di piume e di Andromeda Heights è felicemente sposata con “Hiro” Hiroyoshi Tahata, un terapeuta molto noto in Giappone per la sua specializzazione nella disciplina olistica del Rolfing. Dal loro amore è nato Manachinko, che oggi ha dodici anni. Sembra che il ménage della coppia funzioni sempre splendidamente. Merito anche delle vacanze trascorse insieme? «In vacanza le relazioni difficili peggiorano, quelle pacifiche e armoniose migliorano: funziona così evidentemente. Ci sono persone la cui vita di tutti i giorni è caratterizzata da rapporti conflittuali con gli altri. Non credo che in vacanza il loro atteggiamento possa cambiare granché: se non si va d’accordo nella quotidianità, se manca l’intesa, anche nella sfera sessuale, non è possibile che le cose vadano a posto quando ci si trova in vacanza. Succede invece più di frequente che la situazione peggiori: persone che di solito non stanno bene insieme scoprono di avere ancora più problemi proprio durante le vacanze». Partire, per qualunque destinazione, è comunque già un principio di cambiamento.
«La verità è che da ogni viaggio non si torna mai uguali a prima. Nelle esperienze che ho fatto fuori dal mio paese una componente importante è sempre stata rappresentata dalle differenze linguistiche, dalla possibilità di comprendere la lingua del luogo. Non so perché, ma a me succede di pensare sempre meno in giapponese quando mi trovo all’estero, e allo stesso tempo è come se il mio animo si acquietasse, come se trovassi pace. E poi c’è la differenza nella percezione tra chi è del posto e chi, invece, viene da fuori: ciò che agli abitanti di un paese o di una città può apparire del tutto normale, banale, agli occhi di un turista può rivelare scoperte e sorprese». L’Italia non fa eccezione, specialmente per una giapponese. Banana Yoshimoto ci tornerà il prossimo 29 giugno per partecipare alle Women’s Weeks di Expo Milano, dove oltre a visitare il Padiglione del Giappone leggerà in lingua originale il racconto Nutrimento per l’anima che ha scritto per il Novel of the World , il grande libro di Women for Expo, pubblicato dalla Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori, che raccoglie più di cento racconti inediti di grandi scrittrici, da ogni angolo del mondo, sul tema del cibo e della memoria.
«È successo raramente che io abbia visitato il vostro paese solo per vacanza, ma ne conservo ricordi bellissimi, indelebili. La Sicilia mi è rimasta nel cuore: ad Agrigento ho camminato lungo una stradina costellata di vecchi olivi con i rami pieni di foglie brillanti. Il cielo era azzurro e intorno c’erano fiori bianchi, gialli, rossi e rosa. Anche in Sardegna ho visto tramonti stupendi e fiori di bounganvillea dappertutto che coloravano il paesaggio di rosso: mi sembrava di vivere in un sogno». A Capri, alcuni anni fa, ha trascorso qualche giorno con il figlio, che «ha portato un vero cambiamento nelle mie vacanze, perché adesso quando viaggio con lui mi diverto molto di più di prima».
Senza allontanarsi da casa, l’incantesimo per loro si rinnova ogni volta anche nella delicatezza delle stagioni e dei panorami del Giappone. «Ho una predilezione per i nostri laghi, sono immersi in un’atmosfera forse più malinconica di quella del mare, ma sono anche meno confusi, più ordinati. Sono l’ideale per una vacanza perché trasmettono tranquillità e serenità».
Guido Andruetto, la Repubblica 13/6/2015