Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 13/6/2015, 13 giugno 2015
UNA TEMPESTA CONTRO LA TEMPESTA
Riuscirà la cura-Boschi a salvare Ignazio Marino e il Pd? Maria Elena Boschi, ministro per le Riforme costituzionali, ha un ruolo non secondario nella promozione dell’immagine del governo Renzi, tanto da esserne diventata il ministro più popolare. Perciò il presidente del consiglio ha studiato un’operazione analoga per la giunta Marino, con l’obiettivo di romperne l’assedio e rilanciare.
Bella, brava, sorridente, determinata.
La copia della Boschi si chiama Giulia Tempesta. Diventerà capogruppo Pd al Comune di Roma e braccio destro del sindaco. Sarà il volto nuovo, colei che dovrebbe sancire il nuovo corso. Non sarà facile raccogliere i cocci di un partito travolto dal secondo filone di Mafia Capitale. Ma Renzi, che di immagine se ne intende, non ha dubbi: solo lei può riuscire in questa impresa. Tra l’altro Giulia Tempesta ha frequentato la sezione Mazzini dell’ex-Pci, dove imperversava Massimo D’Alema, che stravedeva per lei. E pure Matteo Orfini, attuale commissario del Pd romano, è iscritto a questa sezione, dove i suoi Giovani Turchi sono ben organizzati e lei non ha mai nascosto le sue simpatie per il gruppo, tanto che Orfini & Co l’hanno aiutata a diventare consigliere comunale. Con un record: è il consigliere comunale (slogan «Giusta per Roma», 3810 preferenze) più giovane del Pd. Così si presenta: «Ho 25 anni, e sono nata a Roma nel quartiere Aurelio dove vivo con la mia famiglia. Ho partecipato attivamente alla nascita del Partito democratico ricoprendo il ruolo di responsabile dei giovani democratici del mio quartiere. Mi occupo di ricettività turistica, gestendo una casa vacanze nel cuore della Capitale».
Quanto alla sua attività in consiglio comunale, afferma: «Cerco di rappresentare il punto di vista delle giovani generazioni, che hanno visto la Capitale peggiorare enormemente, vorrei dare il mio contributo per una città aperta, cosmopolita e solidale, una città che funzioni bene, per i romani e per i turisti, connessa con il mondo, che valorizzi il proprio immenso patrimonio turistico e culturale anche per creare ricchezza e lavoro”.
Ma lo tsunami di Mafia capitale ha investito la giunta e anche le iniziative dei consiglieri sono diventate problematiche. In ogni caso lei è tra coloro che in Campidoglio più ha difeso (e difende) il sindaco: «È assurdo –dice- che alcuni esponenti della peggior destra che la Capitale ricordi, chiedano al sindaco Marino di dimettersi. Gli smemorati consiglieri di opposizione, a cui vorrei rinfrescare la memoria, dimenticano che il loro ex-sindaco, Gianni Alemanno è indagato per il reato 416 bis, ossia l’associazione a delinquere di stampo mafioso. E non mi risulta di aver letto, in questi mesi, nessuna dichiarazione degli attenti consiglieri di minoranza per chiederne le dimissioni. Pertanto non si accetta nessuna lezione da chi sbandiera una doppia morale a seconda della convenienza». E poi aggiunge, forse troppo entusiasticamente, visto come stanno andando le cose: «Questa è la giunta che dopo anni di mala amministrazione ha svolto un lavoro di ripristino della legalità senza precedenti. Chiedere di interrompere questo percorso significa assecondare le richieste di chi, come abbiamo visto, voleva mettere le mani sull’istituzione capitolina».
È stata in prima fila quando il sindaco decise di trascrivere all’anagrafe i matrimoni avvenuti all’estero delle coppie gay, suscitando molte polemiche. Lei non solo lo appoggiò ma si sedette al tavolo per registrarle: «Abbiamo cercato di regolamentare tutti i legami affettivi, stabilendo una volta per tutte che non esistono coppie di serie A e coppie di serie B. Per anni si sono organizzati dibattiti, proposte e iniziative per il riconoscimento dei diritti civili. Noi, dalle parole, siamo passati ai fatti, tracciando un solco su una strada che è ben delineata e che il governo non può certo ignorare».
Poi è arrivato il no del ministro degli Interni e del prefetto ma lei confida che Renzi terrà fede alla promessa di proporre una legge che regolarizzi le unioni civili.
Giulia Tempesta come Maria Elena Boschi? Lei difende a spada tratta la collega: «Gli apprezzamenti volgari di Matteo Salvini all’indirizzo della ministra Boschi, definita “sculettante”, sono quelli classici di chi disprezza il lavoro delle donne. È un atteggiamento abietto verso una donna, prima ancora che una ministra, che dimostra quale sia la sua cultura politica. Faccio fatica a pensare quanto possano essere apprezzate le sua parole dalle donne del suo partito e dalle sue alleate. Per esempio, Giorgia Meloni compagna di viaggio del ’capitano’ Salvini, che dice»?
La più giovane consigliera piddina è più che mai in trincea contro Salvini e invita il centrodestra moderato a fare chiarezza sul suo ruolo all’interno della coalizione: «Dopo il famigerato ’patto della Pajata’ tra Bossi e Alemanno, ora Salvini propone ai romani ’trippa e animelle’. Roma Capitale, città aperta e dell’accoglienza, non dimentica certo quel Roma Ladrona, slogan che la Lega di Salvini ha usato in lungo e in largo fino a ieri. Se il leader del Carroccio pensa di rifilarci il solito piatto a base di demagogia e populismo, ha sbagliato menù. Roma, che sta ancora scontando le conseguenze di cinque anni di malgoverno della destra, non ha certo bisogno di altri personaggi in cerca d’autore. Pertanto all’onnipresente Salvini consiglio di dedicare più tempo all’Europa, visto che è stato eletto al parlamento europeo, e meno ai salotti televisivi».
Adesso Giulia Tempesta ha la strada spianata e potrà avere un ruolo non secondario nella politica romana (e domani nazionale?). Con lei potrebbe fare tandem Michela Di Biase, che sarebbe destinata a un assessorato (Turismo e cultura?). È la seconda moglie (neomamma) del ministro Dario Franceschini. In passato ha avuto qualche screzio col sindaco ma adesso fa quadrato e anche lei potrebbe diventare uno degli esponenti di punta del rinnovamento.
Marino e il Pd tenuti a galla dalle donne? L’uscita dal labirinto in cui si sono infilati Renzi e i suoi plenipotenziari romani potrebbe essere proprio questa. O almeno l’ultimo tentativo per evitare la deflagrazione.
Giulia Tempesta è ottimista, c’è il Giubileo alle porte e Roma non può rimanere senza giunta. Perciò pensa alle tante cose da fare da capogruppo. Incomincerà con un suo cavallo di battaglia: la banca del tempo. Spiega: «La banca del tempo è un tipo di associazione che si basa sullo scambio gratuito di tempo. La sua struttura e il suo funzionamento sono abbastanza semplici: ogni socio mette a disposizione qualche ora del suo tempo per dare ad un altro socio determinate competenze. Le ore messe a disposizione vengono calcolate e accreditare dalla banca stessa; in questo modo non deve essere la medesima persona a «rimborsarle», ma può farlo un’altra. È questo il modello che penso possa essere utilizzato per esempio dentro le scuole o le università. Si possono organizzare in questo modo corsi, ripetizioni, laboratori direttamente dai giovani e per i giovani, a costo quasi zero. Allo stesso modo e con gli stessi parametri, si può rivalutare l’esperienza di vita e di lavoro delle persone più anziane. La banca del tempo così concepita favorisce anche l’integrazione e la solidarietà in senso trasversale».
Roma potrebbe essere la prima città ad avere una banca del tempo organizzata e con la supervisione del Comune. Il tutto senza tangenti. Si parte per il nuovo corso, magistrati permettendo.
Twitter: @gponziano
Giorgio Ponziano, ItaliaOggi 13/6/2015