Filippo Grimaldi, La Gazzetta dello Sport 13/6/2015, 13 giugno 2015
ZENGA GETTA L’ANCORA: «SAMP PUNTO D’ARRIVO»
Il cerchio si chiude. Non sappiamo come finirà questa storia, ma le premesse raccontano di una stagione molto intensa con «Coach Z» — abituiamoci a chiamarlo così — sulla panchina blucerchiata. Walter Zenga torna «a casa, perché la Samp è un punto di arrivo importantissimo». E, a scanso di equivoci: «Contratto annuale, l’ho deciso io, non voglio diventare un peso per nessuno. Non ero a caccia di un biennale o di un triennale». L’Uomo Ragno e il blucerchiato, «questa è la mia squadra-simpatia, ero anche a Wembley nella notte della finale di coppa dei Campioni, nel ‘92. Mi diede il biglietto il Mancio o Vialli... Credo sia stato Gianluca». Risata.
SEGNI PARTICOLARI Ma il «vero motivo» (si fa per dire) per cui Zenga è sbarcato qui da allenatore, a raccogliere l’eredità pesante di Mihajloivic arriva dal diesse Osti: «Il 16 settembre 1984 in uno storico Atalanta-Inter feci uno dei miei due gol in serie A proprio a Zenga. Dopo 31 anni ho ritenuto giusto saldare il debito nei suoi confronti». L’avvocato Romei, legale di fiducia del presidente Ferrero, parla di grande «empatia» con l’Uomo Ragno. Lui, che ha firmato un contratto con bonus legati ai risultati stagionali, parla chiaro: «Torno in una famiglia. è meraviglioso. In un anno sono state fatte cose fantastiche, io cercherò di migliorare dando tutto me stesso. Una responsabilità? Un tecnico deve essere abituato a questo. Non sono qui di passaggio». Dribbla il tema-Cassano («il mercato chiude il 3 settembre»), spiega la scelta non casuale di Gigi Cagni come vice e di un altro cuore blucerchiato doc come Claudio Bellucci nello staff tecnico: «Conosco Gigi da 35 anni, Claudio è stato mio compagno di squadra ed ha una forza interiore straordinaria, ama la Samp». Ricorda, Zenga, che la Samp ha già chiuso tre colpi sul mercato (Moisander, Barreto e Bonazzoli), ma nulla svela sulle strategie future del club.
SORPRESA Poi, nel pieno del confronto dialettico con l’allenatore, irrompe (nel primo anniversario della sua presidenza) il ciclone-Massimo Ferrero, accompagnato dal suo predecessore, Edoardo Garrone, «che avrebbe potuto vendere la società a gente blasonata, invece l’ha data a me». E Garrone: «Rileggete le nostre frasi di quel giorno di un anno fa, è andata meglio di quanto avessimo auspicato. Dissi che Ferrero avrebbe fatto meglio di me, e così è stato». E il Viperetta, in un crescendo di complimenti: «Non sono stato più bravo di lui. Semmai ho incontrato bravi professionisti come Osti, che prima non aveva la forza di esprimersi, anche se questo Edoardo non lo sapeva. Suo padre, Riccardo, è il mio angelo custode in questa storia». Poi, sempre sul tormentone-FantAntonio, Garrone spiega: «Quello che penso di Cassano lo sa Ferrero e ce lo teniamo per noi». Idem per Eto’o, il numero uno non chiude alcuna strada: «Se vorrà andarsene, non posso trattenerlo per la giacca, l’ho già fatto una volta ed era un cameriere...», ricordando lo scambio di persona di cui fu protagonista a Londra quando i due si conobbero».
CARO SINISA Certo, fa effetto sentire che Mihajlovic ormai è il passato. Ferrero preannuncia che la prima sfida contro il Milan di Mihajlovic finirà «Zenga due, Sinisa zero». E proprio sul suo predecessore, Coach Z rivela che non gli ha ancora parlato: «Non mi risponde, forse avrà una scheda ricaricabile...». Sull’allenatore della stagione appena conclusa, Ferrero fa una battuta al veleno: «Premetto, guai chi mi tocca Mihajlovic, ma la storia della Samp è stata fatta da persone come Boskov e il sottoscritto, non da Sinisa». Zenga, invece, sceglie la via della diplomazia quando gli ricordano la premonizione del serbo («chi viene dopo di me ha sempre fatto peggio»): «Se faremo un punto più di lui, sarà di sicuro contento».