Maria Teresa Meli, IoDonna 13/6/2015, 13 giugno 2015
CAPELLI
Gli hanno affibbiato almeno una decina di soprannomi, alcuni lusinghieri, altri meno. Matteo Renzi lo chiama semplicemente Luca. È uno degli uomini più invidiati, corteggiati e adulati della politica italiana. Sul suo conto fioccano leggende di ogni sorta. Colpa, molto probabilmente, del suo carattere schivo. Il sottosegretario Luca Lotti rilascia poche dichiarazioni e rare interviste. In televisione non ci vuole mai andare. E ha anche la scusa bella e pronta per non offendere il giornalista di turno che gli chiede di partecipare a un talk show o di concedergli un’intervista: i capelli. Sì, proprio i capelli, che non ne vogliono sapere di stare a posto e con questo alibi auto-ironico Lotti rifugge gli schermi tv. In compenso è dovunque ci sia bisogno di risolvere un problema del governo, ma anche del Pd. Del resto, è l’unico di cui il presidente del Consiglio si fidi come di se stesso. Se i compagni di partito che sono gelosi di lui, per il ruolo e le capacità che ha, sapessero la vita che fa forse cambierebbero idea. Mentre loro non disdegnano feste e salotti, Lotti vive chiuso nella prigione di palazzo Chigi, da cui esce quando c’è qualche grana alla quale occorre porre rimedio. Moglie e figlio non riesce più a vederli. In compenso lui si vede spesso, verso mezzanotte meno un quarto, in un ristorante-enoteca a due passi dalla Presidenza del consiglio, mentre mangia solo soletto, sperando (ma non è detto) che la lunga giornata di lavoro sia arrivata alla fine.