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 2015  giugno 13 Sabato calendario

MICOL ADDIO ALLA SIGNORA DEL MADE IN ITALY

Con la sua frezza bianca, quella maniera d’altri tempi di articolare le parole, il filo di perle e le giacche vezzosamente perfette, se n’è andata ieri mattina nel sonno, a 101 anni e mezzo, Micol Fontana. Lasciando dietro di sé la lunga scia di meraviglie create da lei e dalle sue sorelle Zoe e Giovanna e un storia che somiglia ad una favola di quelle per le bambine di oggi, in cui non ci si salva con i principi azzurri ma rimanendo sempre forti e determinate, lavoratrici e unite.
LA STORIA
Solo che la leggenda di Micol e delle sue sorelle è iniziata in ben altra epoca, nel 1936, quando le tre hanno deciso di lasciare la sartoria della madre Amabile a Traversetolo, paesino nei pressi di Parma, per andare in una grande città - Roma o Milano? La sorte volle Roma - a cercare una platea più ampia per le loro creazioni. All’inizio furono solo orli e rammendi, piccoli lavoretti, ma pian piano, con una portiera come Pr e neppure i soldi per comprare tessuti, iniziarono ad arrivare le prime clienti nell’aristocrazia romana - Gioia Marconi, Irene Galitzine - che si passarono il segreto di questi vestiti perfetti come sculture e morbidi come corolle, fino ad arrivare alla consacrazione, nel 1949, con Linda Christian che, indossando un abito bello almeno quanto lei, si sposò a Roma con Tyrone Power. Aprendo alle Sorelle Fontana il mondo di Hollywood e di Cinecittà e andando ad alimentare quella leggenda collettiva della moda italiana del Dopoguerra, nata con le sfilate nella Sala Bianca di Palazzo Pitti davanti a compratori americani storditi da tanta bellezza, e di cui le tre sorelle sono state protagoniste indiscusse.
Ciascuna portando il proprio talento speciale: Zoe, la maggiore, era la più creativa, Giovanna la migliore nella gestione della sartoria e nella contabilità e Micol - la cui unica figlia, Maria Paola, era morta da piccola- quella più libera da impegni familiari e più versata nelle pubbliche relazioni. L’abilità sartoriale e l’occhio per il dettaglio, quello, era di tutte e tre, così come un fiuto per l’innovazione.
I VIAGGI
Micol Fontana «era una grande viaggiatrice», racconta la nipote Cristina Giusti, ricordando quando di ritorno da un viaggio in Africa riportò indietro «due piccoli alligatori che lasciò poi per qualche tempo nel salotto di alcuni parenti». Oppure quando durante un viaggio negli Stati Uniti in cui non parlava una parola d’inglese, per farsi notare ad un evento a New York seguì senza battere ciglio il consiglio del suo addetto stampa: tingersi i capelli di verde. «Per lei l’eleganza era quello che non si nota e lei stessa era sempre molto elegante, le piacevano i fiocchetti», prosegue la Giusti. Tra le clienti non mancò nessuna diva, da Audrey Hepburn a cui le Sorelle Fontana fecero anche un vestito da sposa splendido ma mai indossato, fino ad Ava Gardner, vitino di vespa e vera amica, passando per Jacqueline Kennedy e la figlia del presidente Truman, che tornò con un guardaroba intero. Vestiti che oltre ad essere nelle collezioni private sono conservati presso la Fondazione Micol Fontana, a Piazza di Spagna, nata nel 1994 nel tentativo di dare un futuro all’eccellenza manifatturiera e sartoriale italiana.
LA CITTÀ
Sebbene la parlata di Micol non si sia mai arresa alla cadenza romana, la capitale è sempre stata per lei una grande fonte di ispirazione, tanto che esistono vestiti dell’Atelier dipinti da pittori romani, collezioni ispirate alle fontane di Roma. Le Fontana amavano Roma, Roma amava le Fontana, come dimostrato dalla cerimonia per i 100 anni di Micol, l’8 novembre 2013, organizzata dal sindaco Ignazio Marino in Campidoglio. Le sorelle furono vere e proprie imprenditrici, lavorarono per il cinema e fecero le divise dell’Alitalia, crearono una linea di moda pronta che però non oscurò il mondo del su misura, aprirono negozi in tutto il mondo, impiegando centiniaia di dipendenti, tanto che nel 1996 l’allora presidente Scalfaro fece Micol Cavaliere di Gran Croce all’Ordine della Repubblica Italiana. E ieri il presidente Mattarella ha voluto esprimere il suo cordoglio. Con l’ultima delle sorelle Fontana si sono spenti un carattere forte, una dedizione al lavoro rara e l’occhio infallibile di una donna che, racconta la nipote Cristina, «ancora fino ad un mese fa controllava che quello che avevi addosso cadesse bene».