Paolo Siepi, ItaliaOggi 12/6/2015, 12 giugno 2015
PERISCOPIO
Toti vuole indietro i tre marò. Ha anche dato un ultimatum all’India: «Avete tempo fino al 31 giugno!». Il rompi-spread. MF.
Carro del vincitore. È più difficile scendere che salire. Dino Basili, Tagliar corto. Mondadori. 1987.
Putin arriva in Italia: «Buongiorno, dovrei dare un’occhiata al contatore del gas». Spinoza. il Fatto.
«Lega & Forza Italia alzano il tiro sulle quote profughi». «Ora sparano ad altezza degli elettori». ElleKappa. la Repubblica.
Le strade sono piene di ossessionati, di schizofrenici e di paranoici che portano in giro i loro tic e le loro idee fisse come altri portano in giro i cani. Philippe Bouvard, Journal drôle et impertinent. J’ai lu. 1997.
Qualche anno fa orientarsi politicamente era più facile. C’era l’uomo cattivo e dell’uomo cattivo si discuteva a colazione e a cena. Ora che l’uomo cattivo non c’è più, a me non va di parlare di nessuno. Se ci fossero state le elezioni, mi dispiace dirlo, avrei fatto parte della grandissima parte del paese che ha scelto di astenersi. Dalla politica avverto un distacco totale. Mi impegno in altro modo. Sono ambasciatrice di Save The Children. Isabella Ferrari, attrice (Malcom Pagani). il Fatto.
Dopo aver goduto i frutti dell’ambiguità, l’Italia ne raccoglie ora il veleno. Perché lo statuto spurio di vincitore vinto (o di vinto vincitore) ha imposto all’Italia una Costituzione spuria, fatta apposta per non far toccar terra né ai governi né all’opposizione. Perché, non avendo le chiavi della propria porta di sicurezza, il paese è fatalmente diventato un albergo ad ore per i servizi segreti di tutto il mondo. Saverio Vertone, L’ultimo manicomio. Rizzoli. 1992.
Inizio anni Cinquanta, sala Scarlatti del Conservatorio di Napoli. Paul Hindemith (dico!) prova un concerto con l’Orchestra Scarlatti di Napoli, allora un complesso di altezza europea del quale Vitale era direttore artistico. A un certo punto si ferma, col suo orecchio eccezionale e dice: «Sento un Do. Chi lo ha fatto?». Tutti negano. Da capo. Di nuovo il Do e tutti negano. Era così impercettibile che lo stesso Hindemith lo coglieva ma non riusciva a individuare la fonte. Il maestro Ferrara sedeva in fondo alla sala. Si alzò e, chiedendo scusa se s’intrometteva, indicò uno strumentista di viola. Questi, involontariamente, coll’arco, sfiorava la corda Do e non se ne accorgeva egli medesimo. Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio.
Corazza aveva tre certezze nella vita. La prima: il figlio, Italo, che già si tacconava, a diciotto anni, una siora de Rialto, gioielliera sul ponte, sarebbe diventato un bravo baritono; la seconda: sua moglie avrebbe continuato per tutta la vita a cucinare i calamari alla griglia pescati, a quintali, da lui personalmente, col motopeschereccio Armando; la terza: alla morte della suocera centenaria, che rimaneva in vita solo per capriccio, avrebbe ereditato il toco de tera, pezzo di terra, comprata nuova cubatura dal Comune per fare finalmente la copertura del campo da bocce e invitare i bersaglieri della fanfara, ogni domenica, a magnar i calamari, giocare a bocce, parlar di lotto e baeon, pallone. Francesco Maino, Cartongesso. Einaudi.
Come poteva lui, figlio bastardello della provincia, non trovare odiosi quei facoltosi viziati tormentati e leccaculo, quei tizi che non erano nessuno eppure comandavano dovunque, sporchi, mutilati psichici, alle prese con le loro turbe sessuali trasformate in moda, in sollazzo sarcastico, in genere letterario, in sociologia? Daniela Ranieri, Mille esempi di cani smarriti. Ponte alle Grazie.
Le colf siciliane e le sarde, sottratte alle ferree tradizioni di una società patriarcale, si trovano sbandate in un Nord senza regole e senza tabù e reagiscono cercando un aggancio severo, rigoroso, spesso abbracciando le più rigide confessioni religiose. La mia domestica, spiega una signora, si è fatta avventista e la cosa in sé non mi disturberebbe. Sennonché gli avventisti, come gli ebrei, riposano il sabato e non toccano la cane di maiale, così basta un ragù per metterla in crisi e basta un tramonto del venerdì (d’inverno, il sole tramonta alla quattro) per mettere in crisi me. Comunque sia chiaro, meglio una cameriera avventista che niente. Luca Goldoni, È gradito l’abito scuro. Mondadori, 1972.
Dublino. La Coca Cola al pub ha il sapore della birra scura. Dino Basili, Tagliar corto. Mondadori. 1987.
Roma. Renzo Arbore è stato dichiarato oggi calamità naturale. Amurri & Verde, News. Mondadori. 1984.
Il III/61° ha salvato lo schieramento: Rommel ha citato nel bollettino tedesco della giornata, e l’indomani è furente, quando si accorge che il comunicato italiano ha taciuto il fatto. La grave, paradossale negligenza, è da imputarsi tanto al comando della Trento, quanto al XXI corpo d’armata: essi non se ne sono accorti, ed è avvenuto che soltanto da parte tedesca qualcuno additasse all’ammirazione del mondo il valore del battaglione italiano, gracile e menomato, ma indubbiamente coriaceo. Paolo Caccia Dominioni, Alamein. Longanesi. 1966.
Sordi, in vecchiaia, era tornato a essere il querulo questuante della giovinezza. E delle prevaricazioni della sua creatura, Sonego, suo sceneggiatore, parlava con fastidio. Lo descriveva come quello che chiedeva sempre (e non di rado disperatamente) una parte in commedia. Un posto al desco. Una partecipazione a qualsiasi costo. Quello del «fammelo fa’ a me, ce penso io». Lo scocciatore. La piattola. Il prepotente che sgomita, quello dei primi anni. Se il compromesso storico tra loro aveva funzionato al cinema, il tempo aveva via via usurato la complicità. Tatti Sanguineti (Nanni Delbecchi e Malcom Pagani). il Fatto.
Straordinariamente dotato, e non solo nelle materie scientifiche («fammi una domanda in latino, e io ti risponderò in greco», scherzava a scuola), Robert Oppenheimer era stato un ragazzino maldestro e taciturno, che passava il tempo chiuso in camera a studiare le lingue, a divorare libri di scienza e di letteratura e a riempire taccuini di poesie. All’università, poi, interrompeva spesso le lezioni per proporre le sue teorie, destando tra i compagni di corso ammirazione ma anche antipatia. «Il problema», diceva un amico «è che ragiona così velocemente che mette in imbarazzo gli altri». Steve Sheinking, L’atomica. il Castoro.
Sogno di diventare oggetto di culto e meta di pellegrinaggio. Roberto Gervaso. il Messaggero
Paolo Siepi, ItaliaOggi 12/6/2015