Paolo Siepi, ItaliaOggi 11/6/2015, 11 giugno 2015
PERISCOPIO
Giovanni Toti (Fi): «Non ci danno indietro i nostri tre marò». Punta ad ottenerne almeno due. Spinoza. Il Fatto.
Brosio crede ai veggenti di Medjugorie e Francesco no. Un punto all’infallibilità del Papa. Il rompi-spread. MF.
Le elezioni? Abbiamo vinto. Il Partito democratico ha 17 regioni su 20, ma non basta ancora. In Francia i socialisti sono il terzo partito, in Polonia il quinto e in Germania non toccano palla. Matteo Renzi, festival de la Repubblica a Genova.
In Italia va così: norme dure come il ferro, interpretazioni al burro. Michele Ainis. Corsera.
Renzi è il frutto perfetto delle ultime generazioni. Ma sopra ogni altra cosa è fiorentino. Senza offesa per nessuno, per carità, ma li conosciamo: se la tirano, esibiscono furbizia, si credono parigini, ma se non sono a Parigi ci sarà un motivo. Alla fine sei a un passo da Prato. Enrico Vaime, autore satirico (Antonio Di Pollina). la Repubblica.
Altissimo, snobbissimo, elegantissimo. Questo era Mario D’Urso. Gian Antonio Stella. Corsera.
L’esperienza nell’europarlamento ha fatto dire a Curzio Maltese, da sempre molto critico con i 5Stelle, specie con Grillo e Casaleggio nei primi mesi dello sbarco in parlamento e delle espulsioni a raffica, che la forza politica che nascerà a sinistra del Pd (lo spazio ormai c’è, più grazie a Renzi che grazie a Vendola e alle anime morte dell’opposizione piddina) dovrà guardare ai 5 Stelle per aiutarli a governare. Prima in ambito locale (dalle prossime elezioni a Milano), poi nazionale. Marco Travaglio. il Fatto.
«Situazione sempre tesa nel Pd». «Ormai convivono come querelati in casa». Vignetta di ElleKappa. la Repubblica.
Per anni sono stato magistrato, ora faccio l’amministratore comunale. Da amministratore ho una visione privilegiata, posso vedere le carte, accorgermi del malaffare prima che diventi sistema, però, in concreto, non ho gli stessi strumenti della magistratura, non posso fare intercettazioni, pedinamenti, verifiche patrimoniali, emettere misure cautelari. Ecco perché ora il parlamento deve mettersi una mano sulla coscienza e dotare la pubblica amministrazione dei poteri necessari per combattere la corruzione che è il carburante delle bande criminali. Alfonso Sabella, magistrato, assessore alla legalità al comune di Roma (Giovanna Vitale). la Repubblica.
Ad aprile Israele è stato condannato, con un voto di 104 a 4 al Consiglio dei diritti umani di Ginevra, come l’unico paese al mondo che viola i diritti alla salute, sebbene sia l’unico stato al mondo che cura i feriti dei suoi nemici (dai siriani sul Golan ai palestinesi di Gaza). Hanno votato contro la risoluzione soltanto Canada, Australia e Stati Uniti. Nel mondo orwelliano delle Nazioni Unite, il giusto diventa torto e gli amici sono trattati alla stregua di nemici. Se l’Onu votasse oggi e non nel 1948, Israele non vedrebbe la luce. Giulio Meotti. Il Foglio.
Quelli che gestiscono il teatro dei burattini sul lungomare, come si chiamano... i fratelli Ferraioli... ecco, non farebbero meglio di Berlusconi. Vincenzo De Luca, neopresidente della Regione Campania. Agenzie.
Per quanto strampalate fossero le premesse, l’era di Rosario Crocetta ha superato ogni immaginazione. Consegnando oggi la Sicilia, due anni e mezzo dopo la sua elezione, a un quotidiano teatro dell’assurdo, con la bellezza di tre governi diversi, trentaquattro assessori e una settantina di cambi di casacca all’Assemblea regionale, dove uno su due dei novanta deputati (così si chiamano in forza di quell’autonomia in nome della quale si sono consumati sprechi da neurodeliri) aderisce a un gruppo diverso da quello in cui era stato eletto. Salvo Toscano. Il Foglio.
Innocenti, assolti perché il fatto non sussiste, anche i sei ultrà che allo stadio di Busto Arsizio, con i loro cori avevano spinto Boateng ad uscire dal campo e tutto il Milan a seguirlo. Erano i primi giorni del 2013, era un’amichevole, dettaglio che ai buuuhisti non è mai importato granché. Fu la prima volta, su un campo italiano, che una squadra lasciava il campo per solidarietà. Grandissima eco in tutto il mondo, pagine e pagine di giornali, inchieste tv. In prima istanza, le condanne andarono dai 40 giorni ai 2 mesi, più 10 mila euro di risarcimento alla Lega Pro. La Corte d’appello di Milano ha assolto tutti. Le motivazioni saranno presentate entro un mese e non vedo l’ora di leggerle. Allucinazione collettiva per tutto quanto il Milan? Acustica deformante come gli specchi al lunapark? Ci vuole orecchio. Aspettiamo le motivazioni. Avranno ben altro spessore, si spera. Gianni Mura. la Repubblica.
È stata un’esperienza molto toccante, abbiamo inciso all’Esplanade, una vecchia chiesa distrutta dall’uragano Katrina e riadattata a studio di registrazione, un posto magico. Dee Dee Bridgewater, cantante (Giuseppe Videtti). la Repubblica.
Bamberg è uno dei culmini della civiltà urbana europea nell’età delle cattedrali e degli imperatori. Il Duomo è un poema universale pronunciato e scandito nella pietra. Irraggia la calma forza di un’eloquenza totale: umana, politica, teologale. Vi si accede dal fianco, perché le sue navate culminano, quali prore contrapposte, in due absidi, due cori, due altari trionfali, ed uno simboleggia l’Impero, l’altro, la Chiesa, i due lumina della Christiana Repubblica. Piero Buscaroli, Paesaggio con rovine. Camunia, 1989.
L’essere umano, ma soprattutto il vecchio, soffre, più che per la perdita di un affetto o di un amico, per quella di un vecchio nemico. Un vecchio, privato d’un nemico di una vita, si sente perduto: anche perché l’essere umano, essendo com’è, l’odio lo mantiene in vita assai più dell’amore. Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio, 2014.
Milanesi si diventa è il titolo di un libro di Carlo Castellaneta ma è anche un detto di chi abita a Milano, luogo da sempre meta di migrazioni, un «melting pot» - direbbero i newyorkesi - un crogiuolo, in italiano. Anche Enzo Jannacci, di origini pugliesi, è considerato artista meneghino per eccellenza, mentre Luciano Bianciardi, nato a Grosseto nel 1922 e approdato a Milano nel 1954, dove morì nel 1971, forse non si è mai percepito come milanese, ma della città lombarda ha intuito e condiviso lo spirito profondo. Matteo Speroni. Corsera.
Gli amici li vedi nei momenti difficili. Purché non siano troppo difficili. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 11/6/2015