varie, 12 giugno 2015
CURVE «Quell’ultima curva a Jerez nel 2009? Valentino ci scriverebbe un romanzo, io… ho un po’ rimosso
CURVE «Quell’ultima curva a Jerez nel 2009? Valentino ci scriverebbe un romanzo, io… ho un po’ rimosso. Ha vinto quella gara perché è stato un po’ più intelligente di me e perché aveva più esperienza. Ma ora sono cresciuto» (Jorge Lorenzo e i duelli con Rossi sulla pista su cui si corre il Motomondiale questo weekend). ESPERIENZA «Alla Yamaha, che ha da anni la stessa moto, se si presenta un problema sanno come risolverlo, noi invece lo dobbiamo scoprire. Oggi ci manca solo l’esperienza per vincere» (Andrea Iannone e la sua Ducati). GIOVANI/1 «La moto è buona e giovane. Tutte le volte che scendiamo in pista c’è qualcosa di meglio. Ogni pista può essere quella buona» (Andrea Dovizioso). GIOVANI/2 «I giovani attaccanti azzurri devono giocare di più. A me ad esempio piace molto Gabbiadini, ma è brutto vedere che nelle squadre più importanti quasi non ce ne sono, perché senza confronto ad alto livello anche la Nazionale soffre. Di sicuro ai bambini dico di spegnere computer, videogiochi e social network e di uscire a giocare con gli amici, come facevo io: bisogna ripartire dai campi» (Luca Toni). POLSO «Oggi c’è bisogno di dare segnali di cambiamento in fretta, di rinnovare, di portare avanti un nuovo progetto e vincere. Basta esperimenti. Un allenatore deciso, di polso e d’esperienza come Mihajlovic mi sembra l’uomo giusto» (Pier Silvio Berlusconi). BIDONE «Negli ultimi due anni non ho mai avuto paura di smettere, ma ho capito che bisogna restare umili perché nel calcio tutto può cambiare: passi da campione o bidone. Per questo occorre trovare un equilibrio» (Stephan El Shaarawy,). DROGA «Mi piace trasmettere simpatia e passione: pian piano ho voluto rendere giustizia a un nome che pesa! A proposito, ho smesso con la Nutella… ma mangio troppi tortellini,la mamma mi vizia: quella è la mia droga» (Marco Orsi vicecampione mondiale ed europeo nei 50 sl). ANGOSCIA «Spesso, la sera tardi, venivo preso dall’angoscia. Era un ambiente difficilissimo da gestire, le cose non andavano come volevo, e tutto procedeva a rilento. Vincere sembrava impossibile. Alain Prost, quando arrivai in Ferrari, mi disse: “Qui non ce la fai, te lo dico subito”. Per fortuna che mi parlò così, mi diede un grande stimolo. Ma tante volte, la sera, mi tormentavo: “Forse ha ragione lui, qua non ce la faccio”. E invece l’ho fatto» (Jean Todt e il suo primo anno alla Ferrari, nel 1993).