Filippo Falsaperla, La Gazzetta dello Sport 11/6/2015, 11 giugno 2015
IANNONE: «CHE BELLO BATTERE ROSSI»
Andrea Iannone è un pilota all’inseguimento. Di un posto al sole sul palcoscenico dei grandi. Della consacrazione definitiva insieme alla sua Ducati (e ovviamente al compagno di squadra Andrea Dovizioso). Soprattutto della forma fisica che sembrava avergli tarpato le ali sul più bello, il 12 maggio, quando lui e la rossa erano in crescita e davanti c’era il grande appuntamento di casa. Invece lì, al Mugello, malgrado tutto, è riuscito ad andare sul podio, davanti alla marea gialla che aspettava quel Valentino Rossi che qualche minuto prima era riuscito a tenere dietro con i denti.
Allora Andrea, com’è stata la settimana dopo questa specie di impresa?
«Molto bella. Non era facile ottenere quello che abbiamo ottenuto nelle mie condizioni fisiche. Prima della gara, fossi stato al 100 per cento, magari potevamo pensare ad un risultato come questo, forse anche a qualcosa di più. Invece così è stato inaspettato. Ma siamo riusciti a concretizzarlo giorno dopo giorno».
Ha rivisto la gara?
«Come faccio sempre. Mi sono goduto il risultato, ma subito mi sono proiettato su Barcellona (dove si corre domenica; n.d.r. ) per essere più a posto fin dalle prime prove. Ho continuato a lavorare duro per cercare di recuperare la spalla al 100 per cento. Non ci siamo ancora, ma è migliorata e durante una giornata “normale” sento molto meno dolore».
In quale cosa si è piaciuto di più? La strategia, aver tenuto dietro Valentino, essersi saputo adattare alla situazione?
«La strategia. Ho corso in modo perfetto. Sapevo di dover gestire l’usura della gomma, ma soprattutto la mia condizione, assolutamente diversa rispetto ai miei avversari. C’era il dolore, ma anche una minor forza nella parte superiore del corpo, perché non mi ero potuto allenare come sarebbe servito. Ancora oggi non ho recuperato completamente la forza, forse sono all’80 per cento, ma poi in moto vengono fuori altre situazioni, perché entrano in azione muscoli che durante la vita non usi o usi poco».
A Barcellona dal punto di vista fisico si aspetta una gara quasi normale?
«No. Sarà ancora difficile. La pista è faticosa, farà caldo, si scivola molto. Devi metterti a posto bene».
Com’è stata la battaglia con Rossi?
«Fino a quel punto avevo gestito 3-4 decimi di margine, come ho dimostrato nell’ultimo giro, quando sono sceso a 1’48”1, un tempo che non avevo fatto registrare prima. Sapevo di avere questo asso nella manica e quando ho visto Valentino a un secondo mi sono detto che era giunto il momento di tirare fuori quello che avevo conservato. Se avessi spinto per rincorrere Lorenzo dall’inizio probabilmente sarei arrivato molto più in difficoltà e sarebbe stato difficile portare a casa questo risultato».
In un paio di gare ha battagliato a distanza ravvicinata con Marquez e Valentino: differenze?
«Sono tostissimi tutti e due. Marc non ha ancora messo a posto tutti i tasselli però sarà sempre pericoloso. Per me l’importante è essergli davanti in campionato. Sono vicino al terzo posto e a 37 punti dal primo. Non male, soprattutto per come mi sto difendendo in una situazione difficile».
Questo secondo posto le dà più sicurezza in se stesso?
«Io sono sempre stato sicuro di me. Ma sto dimostrando che corro nella maniera giusta e che non sto buttando niente. Credo di aver fatto un bel campionato finora. Sono contento, ma sinceramente un pilota ufficiale deve ambire ancora a qualcosa di più. La moto è competitiva, cresce e dobbiamo pensare a qualcosa ancora di più ambizioso».
Questa vittoria è un’ossessione?
«Il mio pensiero costante è come migliorare per arrivare al massimo livello. Piano piano ci avviciniamo. Al Mugello siamo arrivati a cinque secondi e mezzo dal vincitore. Come sarei arrivato se fossi stato in condizioni diverse? Davanti o semplicemente più vicino? Difficile dirlo. Vedremo a Barcellona, che è una pista che mi piace e dove ho vinto più di una volta. Sono carico, con il dubbio della spalla: al Mugello aspettavamo fosse meglio di Le Mans, invece all’inizio era addirittura peggio, anche se poi in gara tutto è migliorato».
C’è battaglia con Dovizioso?
«No. Andiamo d’accordo ed entrambi stiamo facendo un ottimo lavoro. Ovvio che gli voglio arrivare davanti come a tutti gli altri e viceversa. Sarà importante raggiungere questo obiettivo della prima vittoria, fondamentale. Sarei contento di centrarlo io, ma l’importante è riuscirci».
Barcellona può essere la pista giusta?
«In questo momento il binomio Lorenzo-Yamaha è molto competitivo. Ma lì vanno forte anche Rossi e Marquez… Però in questa MotoGP i favoriti non esistono».
La Ducati è sufficientemente buona per vincere?
«Sì. Mancano solo dei dettagli. Più passa il tempo, più diventa pronta per vincere. È talmente nuova che ogni volta che andiamo in pista scopriamo qualcosa di diverso e positivo. A Barcellona non avremo nulla di nuovo, ma probabilmente troveremo qualcosa che ci permetterà di essere un po’ più veloci. Alla Yamaha, che ha da anni la stessa moto, se si presenta un problema sanno come risolverlo, noi invece lo dobbiamo scoprire. Oggi ci manca solo l’esperienza per vincere».