Edoardo Vigna, Sette 12/6/2015, 12 giugno 2015
GIAPPONE, LO SCONTO DELLE TASSE VALE ANCHE UN’ARAGOSTA
Detrazioni fiscali in forma di aragoste. Ma anche di gamberoni e ostriche. Oppure di bici elettriche. E perfino di un soggiorno premio con foto matrimoniale posata (nel caso) annessa. È così che il villaggio di pescatori di Hirado attira donatori. Che, grazie a questa politica del sindaco Naruhiko Kuroda, sono 36mila l’anno: più degli stessi cittadini. Ma in Giappone, in realtà non è solo Hirado a sfruttare il sistema fiscale nato — nelle intenzioni originali — per favorire le “rimesse” interne: l’invio di soldi a casa da parte di chi ha lasciato il paesello ed è andato a vivere nelle megalopoli. La logica dello Stato giapponese, nell’introdurlo nel 2008, è stata la stessa dell’“adozione” di una causa umanitaria. Con il tempo, a portare entrate a cittadine e villaggi in forma di donazione sono diventati per lo più contribuenti che non hanno nulla a che fare con il centro finanziato, e che approfittano, invece, degli sgravi, con beneficio anche delle municipalità. Le quali, ovviamente, hanno cominciato a combattere per accaparrarsi le offerte: c’è perfino (Bizen, nel Giappone centrale) chi ha messo sul piatto computer. Al punto che il costo dei “premi” sta salendo velocemente per le municipalità che li finanziano (anche se, come spiega al Nyt il sindaco di Hirado, il margine resta ed il vantaggio si estende anche all’economia locale che ne è trainata). Intanto, c’è pure, fra i contribuenti, chi sta mettendo a frutto il sistema: come un ricco cittadino di Tokyo che ha donato 22 mila euro a 200 comuni e in cambio, detrazione a parte, ha ricevuto regali per un valore quasi corrispondente.