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 2015  giugno 10 Mercoledì calendario

PERISCOPIO

In Grecia ha vinto Tsipras, in Spagna Iglesias, in Turchia Demirtas. Il peso politico dei sardi sta lievitando. Il rompi-spread. MF.

Accoglienza - Vade retro, negher. Jena. la Stampa.

La buona salute persistente dei pensionati finirà per uccidere la nostra economia. Philippe Bouvard, Journal drôle et impertinent. J’ai lu. 1997.

Il processo civile oggi è una bolgia. Giuseppe Maria Berruti, direttore del Massimario della Cassazione (Liana Milella). la Stampa.

Fuori dal Pd non c’è Landini o Podemos, ma Salvini. Matteo Renzi. Agenzie.

Nell’attesa di nuovi assetti, il vero signore della regione Liguria sembrava Vittorio Malacalza. L’uomo che sta scalando la Banca Carige. Insomma, la finanza che si mangia la politica. Ferruccio Sansa. il Fatto.

Le regioni sono istituzioni devastate dalle ruberie e dagli sprechi di denaro pubblico. Certo, esse curano sanità e trasporti, ma ciò non giustifica gli stipendi di centinaia di assessori e di migliaia di consiglieri, non giustifica gli stuoli di funzionari, segretarie, automobili, autisti, uffici e palazzi faraonici, il tutto fuori dal controllo degli organi centrali. Il grande Ugo la Malfa, negli anni Sessanta, si battè coraggiosamente per impedire la creazione delle regioni, avvenuta nel 1970. Pierfranco Faletti. Qn.

Un grande poeta come Belli spiegava, 180 anni fa, che non si può corrompere direttamente «er soggetto prencipale»: offrendo al segretario del Cardinale zecchini e dobloni, «c’è dd’abbuscasse un carcio a li cojjoni». «Er Zegretàr-de-Stato ha er zù mezzano: / questo ha er zuo: l’antro un antro; e la strozzata / s’ha da spiggne a l’inzú dde mano in mano». Il più potente, conclude Belli, vuole sempre tenersi al riparo: così da poter dire che «nnun ha avuto ggnente». Paolo di Paolo. il Fatto.

Brugnaro, il candidato sindaco di Venezia contro Casson, è il classico berluschino (o renzino: fino all’ultimo era tentato di candidarsi nel Pd) che viene dal mondo dell’impresa (lavoro interinale, basket e altro) e naturalmente è pieno di business, concessioni e proprietà in Laguna che scatenerebbero una serie di conflitti d’interessi da paura: Brugnaro detto Brugnetta perché è l’ultima creatura di Renato Brunetta che, dopo una lunga collezione di fiaschi elettorali da far invidia a una cantina sociale, tenta di vincere per interposta persona. Marco Travaglio. il Fatto.

Il designer Luca Nichetto rifiuta per la sua città, Venezia, l’aut-aut tra Disneyland e l’affondamento. Ma ci vuole visione: «Prendi Murano. Attorno all’eccellenza del vetro, a Stoccolma o Chicago, costruirebbero un universo, da noi fanno i cavallini per i turisti e poi magari si vende il vetro cinese. È un approccio provinciale e anche snob». Maurizio Crippa. Il Foglio.

Come dice il mio amico Gianni Romoli, non sono mai diventato un vero professionista. Ho conservato la libertà del dilettante. Ferzan Ozpetek, regista e scrittore (Malcom Pagani). il Fatto.

La vita è il sogno di un pazzo, pieno di urla e furore, come dice Shakespeare; è il regno dei Buddenbrook, o la montagna incantata. È delitto o castigo, guerra e pace, Voina y Mir. Tutto è aperto a tutto e ognuno ha ragione. Luigi Serravalle, scrittore (Anna Maria Eccli). Alto Adige.

Ognuno aveva portato qualcosa, un bel pane croccante ancora di forno, una gallina arrostita con le erbette, due forme di cacio, una pignatta di latte appena munto, del burro profumato alla ruta rubata, qualche mela, delle fragole selvatiche, una pelle di vino. Piera Graffer, scrittrice.

Pollini suona l’op. 9 di Beethoven, una delle sonate più delicate e da me preferite, con lo stile del megafono a un picchettaggio sindacale. Francesco Libetta, citato da Paolo Isotta, La virtù dell’elefante. Marsilio.

Ho avuto qualche incidente, ho creduto di morire, ho covato angosce che mi hanno fatto venire voglia di rientrare nella vasca degli squali a dare qualche morso anch’io. Tatti Sanguineti (Nanni Delbecchi e Malcom Pagani). il Fatto.

In Italia si parla sempre di cibo, fino a condizionare il linguaggio. «Come il cacio sui maccheroni, buono come il pane, rendere pan per focaccia, mettere troppa carne al fuoco», fino alla «sete di sapere» e alla «fame di conoscenza». Per chi ha una cultura più nordica, più distaccata, sembra esotico. In più, la golosità degli italiani livella le classi sociali. Ho visto persone acculturate discutere animatamente di cibo con un contadino. Nella società russa un intellettuale e un operaio non si rivolgono la parola. Elena Kostioukovitch, traduttrice dal russo e scrittrice (Annarita Briganti). la Repubblica.

Tutti si divertivano alle boutade che ogni sera produceva Marino Mazzacurati per il divertimento di tutti e lo sdegno dei colpiti. Fu lui a definire Guttuso «il tribuno illustrato», o ancora, «la Picassata alla siciliana» e Moravia, che giungeva zoppicante in via della Croce, «l’Amaro Gambarotta». Ugo Pirro, Osteria dei pittori. Sellerio. 1994.

Il bassopiave ha smesso di mantenersi a mani nude, non è più una terra, e infatti è divenuta un territorio; oggi questa terra asettica è popolata esclusivamente da creature travestite, avvilite, pascolanti, arrendevoli e sfiorite, il più delle volte sovrappeso, il più delle volte abbruttite dall’adipe del sotto-mento e dell’addome, utenze sovrappeso coll’abbonamento della palestra in tasca e l’appuntamento del dietista, lo giuro, lo spergiuro: milleottezento (1.800) calorie al giorno, non di più, insalatina e fesa di tacchino, un bicchiere di acqua di rubinetto, l’acqua del sindaco e ottanta (80) grammi di pasta con un cucchiaio di pomodoro, senza olio. Francesco Maino, Cartongesso. Einaudi.

Siamo fragili e per questo siamo sempre meno individui e sempre più contenitori. Abbiamo bisogno di storie che come un esoscheletro ci proteggano, ci facciano da corazza. Walter Siti, scrittore, vincitore dello Strega. Corsera.

È uscito il libro della Fernet Branca. La mitica azienda compie 170 anni. È un libro bellissimo e completo. In casa, che mi ricordi, abbiamo sempre tenuto una bottiglia di Fernet Branca, sia menta che normalissimo. Di sicuro compro il libro. Oggi no perché debbo andare a Verona. Lo compro domani. Speriamo vada in classifica. Anzi, ci va. Grazie arrivederci. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.

L’ambizioso vuole essere più di quello che è. E ci riesce. Roberto Gervaso. il Messaggero.

Paolo Siepi, ItaliaOggi 10/6/2015