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 2015  giugno 10 Mercoledì calendario

MARIA FA LE SCARPE A TUTTI

L’edizione numero 14 di Amici si è chiusa come previsto: con un record. Anzi, due: più di 6 milioni e mezzo di spettatori (cioè il 34,2 per cento di share, con punte del 54 alla proclamazione del vincitore, Stash&The Kolors); 1 milione e 62 mila tweet, mai così tanti, in Italia, per una sola puntata di una qualsiasi trasmissione, rimasta per ore al primo posto nei TT (Trend Topic, cioè gli argomenti di discussione) italiani e arrivata al secondo posto nei TT mondiali. Una puntata fiume, un “sequestro di nazione” con tanto di sindrome di Stoccolma, chiusa all’1 di notte con l’unica ammissione di debolezza che si ricordi da parte della padrona di casa: «Scusate se abbiamo sforato, ma era l’ultima occasione per vedere i miei ragazzi esibirsi», ha detto Maria De Filippi. I suoi ragazzi, i finalisti, erano Stash&The Kolors (i vincitori, anche del premio della critica), il rapper Briga e le due ballerine Virginia e Klaudia. Durante le loro esibizioni, non inquadrata, Maria ora ondeggiava al ritmo della musica, ora si commuoveva, ora seguiva col labiale i testi delle canzoni come facevano le mamme dei bimbi dello Zecchino d’Oro.

Cura tutti i dettagli
Matteo Renzi, che i rumors volevano tra gli ospiti, alla fine non è andato. Ma col senno di poi ci si chiede come avrebbe fatto a intervenire in una scaletta stracarica di esibizioni, eliminazioni, televoti da aprire e chiudere. Con un solo fuori programma, la pipì di Emma, così impellente da “costringere” Maria a chiamare una pausa pubblicitaria in più del previsto. A parte Roberto Saviano, novità fortemente inseguita dalla De Filippi quest’anno, nessun super ospite è stato invitato, per non oscurare i finalisti. Può sembrare un dettaglio, ma non lo è: nulla lo è nella macchina di Amici, in cui ogni cosa è prevista e studiata e, allo stesso tempo, costantemente in discussione.
Per tutta la stagione, da Tú sí que vales a C’è posta per te ad Amici passando per il Premio regia televisiva (dov’è stata incoronata per la prima volta Personaggio femminile dell’anno) Maria ha avuto ai piedi le stesse scarpe. No, non lo stesso paio (non sempre, almeno) ma lo stesso modello che differiva, di volta in volta, in qualcosa di impercettibile per lo spettatore: la foggia (quando vernice e quando pelle), la punta (ora con plateau ora senza), il cinturino (alla caviglia o appena sotto). Il colore: sempre nero; la pianta: rossa, firma inconfondibile e imitatissima delle creazioni di Cristian Loboutin. Ecco, nell’infinito elenco di risposte ipotetiche alla domanda «Come fa la De Filippi a non sbagliarne una?», proponiamo di aggiungere questa: fa alle sue trasmissioni quello che fa ai suoi piedi. Ovvero: le presenta nel modo più familiare, ripetitivo (quindi rassicurante) possibile, apportando di volta in volta aggiustamenti di tiro e modifiche di cui lo spettatore appena si accorge, facendole evolvere senza mai stravolgerle. Le trasmissioni di Maria sono tutte lunghe serialità: Amici va avanti da 14 edizioni, C’è posta per te da 13, Uomini e donne da 19.

Un’evoluzione continua
Nessuno di questi programmi ha mantenuto la formula con cui ha esordito. Si sono tutti evoluti man mano che la De Filippi fiutava gusti e guasti della gente, spesso anticipandoli, talvolta incoraggiandoli. Ci si perdoni il parallelo solo in apparenza blasfemo, ma è esattamente quello che la Chiesa fa da una ventina di secoli. Maria lo fa con tempi più... televisivi: ciascuno dei suoi programmi si è evoluto anche all’interno della stessa edizione. Amici, per esempio, ha virato in poche puntate dal mercato all’accademia. Cioè dalle liti tra giudici a un rigore da organizzazione militare. Ma ovunque vada a parare, la gente la segue. Perché la vede irrigidirsi e commuoversi, ridere e bacchettare. Sempre con lo stesso piglio. Quello del direttore di un’orchestra fatta di coreografi, coach, giudici, allievi cui fa eco un coro di 6 milioni e mezzo di italiani.