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 2015  giugno 09 Martedì calendario

IL FIGLIO VA IN SIRIA A COMBATTERE E LA MAMMA DENUNCIA LA FRANCIA

La mamma di Brian, fuggito in Siria a lottare per la jihad alla fine del 2013, ad appena sedici anni, riceve ancora sms e telefonate dal figlio. Ogni volta, un sobbalzo: il timore che gli sia successo qualcosa, che sia stato ucciso in combattimento, come tanti suoi compagni. La famiglia, francese e di religione cattolica, vive in uno dei quartieri popolari che si estendono sulle colline, dietro lo scintillante lungomare di Nizza. A lungo la donna ha accettato il suo destino, anche se mai con rassegnazione. Ora, però, è convinta che esista un colpevole. È il suo Paese.
Proprio oggi la madre di Brian andrà in tribunale, per presentare un ricorso contro lo Stato francese. Lo ritiene responsabile per quella partenza imprevista, così dolorosa per lei. Ritorniamo indietro, a quel 27 dicembre 2013. Brian da tempo era un po’ strano, più taciturno, non mangiava più la carne di maiale. Si era convertito all’Islam grazie ad alcuni amici musulmani dello stesso quartiere. Sua mamma era preoccupata, ma non poteva sospettare che Brian si fosse già convinto di andare a fare la guerra santa in Siria.
Senza bagagli
Quel giorno si presentò all’aeroporto di Nizza con un biglietto aereo per Istanbul: solo andata. «A quel tempo era già noto che i ragazzi che partivano a fare la jihad in Siria transitavano per la Turchia - sottolinea Samia Maktouf, avvocato della mamma del ragazzo -. Brian non aveva neanche un bagaglio. Con sé solo la carta d’identità». A quel momento non era più necessario, per un viaggio del genere, l’autorizzazione dei genitori, come invece era richiesto fino a qualche mese prima. «Ma in quelle condizioni - continua l’avvocato - come ha fatto la polizia a lasciar passare da solo un ragazzo di sedici anni?». La sera di quel 27 dicembre di due anni fa la madre di Brian, disperata, visto che il figlio non rientrava, andò in commissariato a denunciare la sua scomparsa. Ma lui ormai era già in viaggio.
Da Nizza era partito con altri amici, loro maggiorenni. È rimasto sempre in contatto con la madre, ancora oggi impegnato nei combattimenti.
Secondo le stime del ministero degli Interni francese, sarebbero circa 500 i cittadini del Paese (o gli stranieri con residenza in Francia) attualmente in Siria per partecipare alla jihad dei gruppi integralisti. In proporzione alla popolazione, proprio Nizza è la città che più ha visto in Francia persone partire con quello scopo. La scorsa settimana, un altro giovane di Nizza, di origini portoghesi, 26 anni, sarebbe morto durante un bombardamento.
La mamma di Brian ha chiesto allo Stato francese un indennizzo di 110mila euro per il pregiudizio subito. «Ma non è per i soldi che ha deciso di fare ricorso - conclude l’avvocato Maktouf -. Pensa alle altre famiglie. Vuole che un episodio del genere non si ripeta più».
Leonardo Martinelli, La Stampa 9/6/2015