Avvenire 9/6/2015, 9 giugno 2015
HOTSPOT
Uno dei punti delicati nel negoziato europeo per l’accoglienza dei migranti riguarda i cosiddetti Hotspot. Si tratta dei centri dove le forze di polizia italiane, coadiuvate da rappresentanti di Europol (polizia europea), Easo (Ufficio europeo per l’asilo) e Frontex (l’Agenzia Ue per la protezione dei confini) faranno un primo screening dei candidati al ricollocamento, con fotosegnalamento ed impronte digitali. Roma è stata più volte criticata dai partner europei per una certa leggerezza nelle procedure di identificazione, che ha portato a perdere le tracce di tanti profughi, i quali spesso si rifiutano di farsi identificare per non incappare nell’obbligo di permanenza nel Paese di primo approdo. «È comunque falso – ha detto il ministro Alfano – che non prendiamo le impronte digitali a chi sbarca ». Gli hotspot (non più di 300-400 posti di capienza) sono in corso di allestimento vicino ai luoghi di sbarco: a Lampedusa, Pozzallo, Augusta, Porto Empedocle e Taranto.