Simona Orlando, Il Messaggero 7/6/2015, 7 giugno 2015
BRIGA: NON MI ACCONTENTO DEL SECONDO
POSTO –
Non gli basta essere arrivato secondo ad Amici e vedere in strada centinaia di ragazzine urlanti il suo nome al firmacopie romano. Briga non ha festeggiato dopo l’ultima puntata, è tornato a casa sua, bruciato da quella che vive come una sconfitta, senza che davvero lo sia, dato il livello alto dei rivali The Kolors e il salto in avanti che lui stesso ha fatto all’ultimo atto: «Non sono uno che si accontenta. Ho fatto un sacrifico mentale e caratteriale importante e ho preso un riconoscimento di consolazione (premio RTL). E’ la conferma che nessuno mi ha mai regalato niente nella vita, prendo solo ciò che mi spetta. Se avessi ricevuto il premio della critica, il mio umore sarebbe stato diverso». E’ convinto che il giudizio sulla persona abbia prevalso su quello artistico: «Spesso ho ricevuto critiche per motivi che non riguardavano la musica ma il mio modo di fare, probabilmente fastidioso».
I GIUDIZI
Briga di nome e di fatto. Ha nuotato per mesi in acque pericolose, dividendo i telespettatori e i giudici con il suo atteggiamento strafottente, che pure è nel galateo del rap. Discussioni con la sua coach Emma, «con cui il rapporto ora è forte e genuino». Litigate con Loredana Berté (uscita per quello che è ricordando Mimì in Almeno tu nell’universo, ossia una grande interprete alla quale si perdona tutto) ma parte del pubblico è stato dalla sua, lo ha premiato con milioni di clic su You Tube e ha mandato il disco Never Again in vetta alla classifica. In chiusura lui ha fatto ammenda e ha confessato di aver imparato a rispettare la storia di ognuno, riferendosi a vecchi tweet al veleno che postava contro la trasmissione: «Erano scritti tra la doccia e lo zapping, come fanno tutti. Il talent era una strada che non volevo battere, mi vedevo su altri binari, ma a 26 anni e consapevole delle mie potenzialità, ero stufo di vedermi sorpassare da altri. Ho fatto una scelta lavorativa, per poter vivere della mia musica, e una volta dentro Amici ho capito quanto fosse importante circondarsi di straordinari professionisti, che mi hanno fatto crescere sotto il profilo tecnico. Sono entrato arrabbiato e insofferente perché quello non era il
mio contesto, e sono uscito grato e determinato».
IL SOGNO
Lasciata la via alternativa ed extratelevisiva, ora ha pubblico e visibilità, e non teme di non avere credibilità tra i duri e puri del rap: «Ho portato me stesso e canzoni scritte dieci anni fa, con la stessa coerenza artistica. Da ragazzino ascoltavo Fabri Fibra e quando ha avuto successo sono stato contento per lui. Ecco, dovrebbero essere felici per me». Adesso c’è da costruire: «Sogno il disco di platino e di tradurre in spagnolo le mie ballate d’amore per portarle chitarra e voce sul mercato sudamericano. Sfornare ogni anno qualcosa di bello per meritarmi il pane e la fiducia di chi mi segue».