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 2015  giugno 07 Domenica calendario

SEMPLIFICATECI LA VITA ALMENO SULLE TASSE

Il Fisco sta cercando di avvicinarsi ai contribuenti. Il modello 730 precompilato va in questa direzione, anche se ormai è chiaro che, per il 70 per cento dei cittadini, sarà necessario apportare correzioni e integrazioni alla versione pubblicata dall’Agenzia delle Entrate. Il motivo? Semplice: poter beneficiare della detrazione delle spese sanitarie e degli altri oneri di cui l’amministrazione finanziaria non ha ancora i dati. La vera rivoluzione scatterà dunque solo dal 2016, quando si allungherà il menu delle voci inserite nel modello precompilato.
Intanto, però, siamo ormai vicini alla data clou per il Fisco, il 16 giugno. È il Tax Day all’italiana, il giorno in cui andranno versate, in un colpo solo, le imposte risultanti dal modello Unico e le tasse locali sugli immobili, Imu e Tasi. In 24 ore, entreranno nelle casse dello Stato e dei Comuni 37 miliardi. Un’altra decina, arriverà, entro il 16 luglio, da chi deciderà di saldare i conti di Unico usando i tempi supplementari, sobbarcandosi la maggiorazione dello 0,40%.
Gli italiani, anno dopo anno, stanno facendo grandi sforzi per far fronte ai loro impegni. Sappiamo che è difficile ridurre il fardello delle tasse: ma si cerchi almeno di semplificare procedure e doveri. Purtroppo, di altri segnali positivi, oltre al 730, se ne vedono pochi. A soli 9 giorni dalla prima campanella i contribuenti alle prese con gli studi di settore — piccole imprese e professionisti — non sanno ancora quanto il Fisco pretenda esattamente da loro. Ci sarà l’ennesima, inevitabile proroga?
Spiace anche constatare come la promessa di avvicinare ai cittadini l’ente impositore — Comuni e Regioni — per semplificare il sistema non abbia dato i frutti sperati. Esiste, ad esempio, l’obbligo per i Comuni di inviare ai cittadini i modelli precompilati per il pagamento della Tasi. Ma, a 9 giorni dalla scadenza, chi li ha visti? E perché non completare l’opera anche per l’Imu?
Gli enti locali hanno a disposizione tutti gli elementi per agevolare i contribuenti. Invece, anno dopo anno, si sono impegnati a varare normative sempre più complicate e farraginose. Il federalismo fiscale è una buona cosa; tutt’altra cosa è vivere in una Babele di regole, aliquote e detrazioni.
Sempre sul fronte Imu e Tasi, va ricordato che il versamento degli acconti andrà effettuato in base alle aliquote dell’anno scorso, visto che i Comuni hanno tempo fino al 28 ottobre per vararle. Logica e correttezza vorrebbero, invece, che a inizio anno il contribuente fosse messo in grado di sapere quanto gli costeranno Stato, Comuni, Regioni in termini di tasse. E poter così programmare il proprio budget: quanto risparmiare e quanto spendere.
Con una sorta di strabismo, l’attenzione di tutti si concentra su Tasi e Imu, imposte tra le più odiate, mentre continua ad aumentare il peso delle addizionali comunali e regionali all’Irpef. Imposte quasi invisibili, perché la maggior parte degli italiani le paga con trattenute in busta paga o nella pensione.
Certo, i tagli ai trasferimenti sono stati pesanti, ma non si poteva supplire investendo in efficienza, invece di continuare a mettere le mani nelle tasche dei cittadini? Lasciandoli poi nel buio quasi completo: con il meccanismo delle trattenute quasi nessuno, infatti, è in grado di capire quanto ingombrante sia divenuto il Fisco di periferia. Non meno vorace e complicato del fratello maggiore. Si rischia, insomma, di essere sempre più accerchiati.