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 2015  giugno 07 Domenica calendario

TV ONLINE, NETFLIX SBARCA IN ITALIA – [4

pezzi] –
ROMA
Attesa, evocata e ora pronta a spiazzare i vecchi modelli di business televisivo. Netflix, la tv online che ha raggiunto circa 60 milioni di abbonati nel mondo, sarà disponibile in Italia dal prossimo ottobre.
L’annuncio ufficiale, dopo le anticipazioni concesse dal Ceo Reed Hastings in un’intervista a Wired, potrebbe essere il preludio a un autunno di proposte commerciali e accordi di partnership sempre più orientati verso la televisione on demand, che viaggia in streaming su internet ribaltando il vecchio concetto di palinsesto (sia esso generalista o delle pay tv) più o meno infarcito di pubblicità.
In Italia, va detto, il modello non è del tutto inedito se si considerano servizi come Mediaset Infinity, Sky Online, Chili o Tim Vision. Ma già da diversi mesi si pronosticava l’arrivo del primo player internazionale come vero momento di svolta, potenzialmente anche come propellente per i servizi già presenti che per ora si attestano ancora su volumi di nicchia.
Netflix consentirà di vedere in streaming serie tv e film in alta definizione, anche in ultra Hd 4k. L’applicazione potrà essere disponibile su smart tv, tablet, smartphone, computer e consolle per video giochi connesse a internet. Non è stata ancora ufficializzata la data di lancio né il prezzo dell’abbonamento, anche se quest’ultimo dovrebbe essere in linea con gli altri Paesi europei dove Netflix è già presente (Francia, Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Lussemburgo), quindi intorno agli 8 euro mensili con possibilità di accedere illimitatamente, e senza pubblicità, a una library di serie tv e film con una quota importante di produzione propria, e con le opzioni del doppiaggio e dei sottotitoli.
L’attesa è anche degli operatori di telecomunicazione, che studiano come trasformare l’arrivo di Netflix in una possibile risorsa per far decollare le connessioni a banda ultralarga con contenuti che le renderanno sempre più necessarie. Nel gioco della convergenza, invece, sono già al lavoro sulle possibili contromosse i grandi player della tv tradizionale a pagamento come Sky e Mediaset. Per la verità, dalle prime anticipazioni l’arrivo di Netflix potrebbe rendere tutto molto più fluido del previsto. Telecom Italia e altri fornitori di connettività infatti non potranno avere Netflix in esclusiva, ma potranno inserirla nelle loro offerte, e l’applicazione potrebbe essere inclusa anche nei decoder di Sky e Mediaset. Una sfida tra piattaforme, con margini importanti, però, per cucire alleanze. Si sa di certo ad esempio che Telecom Italia nella recente convention organizzata a Londra (si veda Il Sole 24 Ore del 26 maggio) ha inserito in prima fila Netflix, insieme a Hbo, Amazon Prime, Hulu, tra i possibili partner di contenuti per la sua offerta di videostreaming.
Netflix, in particolare, viene giudicato un partner pregiato soprattutto sulla base del successo conseguito finora negli Stati Uniti, dove la storica presenza della tv via cavo ha comunque favorito già da anni un differente approccio degli utenti all’offerta televisiva. Attualmente gli oltre 60 milioni di abbonati al servizio – 40 milioni solo negli Usa – sono distribuiti in una cinquantina di paesi.
Al lancio in Italia, fa sapere la società californiana, l’offerta includerà alcune serie tv originali Netflix come Marvel’s Daredevil, Sense8, Grace and Frankie, Marco Polo, documentari, spettacoli comici e programmi di intrattenimento per bambini.
Carmine Fotina, Il Sole 24 Ore 7/6/2015

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NETFLIX SBARCA IN ITALIA
Nuovi confini per la tv in streaming
Non sarà una rivoluzione immediata come pronostica qualcuno, ma di sicuro l’arrivo anche in Italia di Netflix, la tv online che negli Usa ha raggiunto 50 milioni di abbonati, costringerà tutti i player della vecchia offerta televisiva a porsi qualche domanda e a trovare rapidamente delle risposte. Guardando anche i primi numero di Paesi europei comparabili, è difficile pensare che la tv in streaming possa restare a lungo un fenomeno di nicchia.
La disintermediazione della proposta televisiva, con la polverizzazione del palinsesto a favore di contenuti sempre più personalizzati e fruibili on demand, rimescola le carte tra grandi fornitori di telecomunicazioni e connessioni internet – da Telecom Italia in giù – e protagonisti della pay tv come Mediaset e Sky. Se davvero, come sembra dai primi annunci, la politica di Netflix in Italia non prevederà il ricorso a esclusive si aprono scenari all’insegna di accordi trasversali e scambi di contenuti che apparivano impossibili solo pochi anni fa, con il risultato di moltiplicare l’offerta e instaurare un livello di concorrenza qualitativamente più alto.
Il Sole 24 Ore 7/6/2015

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19 d’alessandro
LA RIVOLUZIONE NETFLIX ARRIVA ANCHE IN ITALIA “COSÌ DA OTTOBRE CAMBIEREMO LA TV” –
Non un giorno preciso, ma un mese: ottobre. E un prezzo: 7,99 euro al mese. Ecco quando e come Netflix, il colosso americano che sta cambiando il volto delle televisione, sbarcherà in Italia. A Los Gatos in California, dove ha sede l’azienda fondata nel 1997 da Marc Randolph e Reed Hastings, hanno deciso di muovere su tutta l’Europa. E così dopo Inghilterra, Irlanda, Olanda, Francia, Germania, Scandinavia, Svizzera e Austria, a ottobre sarà la volta di Spagna, Portogallo e Italia. Con l’idea di diventare accessibile a tutto il mondo, Cina compresa, entro la fine del 2016.
«All’inizio, quando nel 2007 lanciammo il nostro servizio streaming, ai più sembrava così strano. Appena dieci dollari al mese per avere film e serie tv attraverso Internet», ha ricordato Hastings alla Media Convention di Berlino l’8 maggio. «Ma come gli smartphone hanno vinto la guerra contro i telefoni fissi, con le connessioni a banda larga sempre migliori un numero crescente di show è stato distribuito direttamente via web». Dimenticatevi il palinsesto quindi, qui funziona tutto on demand. Basta registrarsi e si accede a un catalogo immenso di film, telefilm e documentari. È possibile guardare, mettere in pausa e ricominciare la visione liberi da spot. Grazie a serie prodotte in casa come House of Cards con Kevin Spacey, Netflix si è fatta conosce ovunque diventando il sinonimo di quella televisione interattiva che, come spera Hastings, dovrebbe mandare in pensione i vecchi network generalisti. Una formula all you can eat, fatta nella maggior parte dei casi di vecchie glorie del passato, che oltreoceano ha deflagrato portando Hastings e compagni dai 26 milioni di abbonati nel 2012 ai 62 milioni di oggi. Dei quali la stragrande maggioranza, 41 milioni, vivono negli Stati Uniti. “Nella nuova era, i mercati stanno lasciando il passo alle reti e alle proprietà è progressivamente sostituito l’accesso”, scriveva Jeremy Rifkin in L’era dell’accesso ( Mondadori) già quindici anni fa. Che è poi l’anima non solo di Netflix, ma anche di Spotify e di tutto il mondo dello streaming.
Netflix non pone limiti ai contenuti disponibili. Ogni abbonato italiano, pagando 7,99 euro al mese, avrà accesso all’intero catalogo (bisogna vedere quanti saranno i titoli in italiano). I differenti pacchetti riguardano il numero di dispositivi attraverso i quali collegarsi e la risoluzione dei video che andrà da quella standard all’ultra hd (4k). Si potrà accedere con le console, dalle ultime due PlayStation e Xbox fino alla Wii U, ma anche via computer, tablet, smartphone, lettori blu ray con connessione alla Rete e smart tv. Se non si possiede nessuno di questi apparecchi, ci sono i dispositivi esterni che rendono interattivo qualsiasi televisore: Chromecast di Google, Apple Tv e le cosiddette box tv come Roku, che Sky recentemente ha adottato per proporre il suo Sky Online e che potrebbe includere domani l’app di Netflix. Eppure da noi quest’uragano sarà, almeno all’inizio, a bassa intensità. L’intero settore televisivo italiano è già corso ai ripari. Sky Online, Infinity di Mediaset, Tim Vision sono un chiaro segno da questo punto di vista, ai quali si aggiungono Google Play, Apple Tv, Play Station Video, Xbox Video, Chili Tv, Wuaki Tv, solo per citarne alcuni. Insomma, gli anticorpi sono stati messi in circolo da diverso tempo e a loro si sono sommate altre iniziative in streaming a cui si è aggiunto anche Nuovo Cinema Repubblica. E poi alcune delle serie prodotte da Netflix, quella con Kevin Spacey in primis trasmessa da Sky, sono nelle mani di altri e al servizio di Reed Hastings non rimarrà che offrire le repliche delle repliche. Ma ce ne sono di nuove, come Grace and Frankie con Jane Fonda, Marvel’s Daredevil, Sense8, Bloodline, Unbreakable Kimmy Schmidt e Marco Polo. E ancora Netflix Narcos, che racconta la storia del cartello di Pablo Escobar, la commedia Club de Cuervos e Marvel’s Jessica Jones. Senza dimenticare i film: Beasts of No Nation, Crouching Tiger, Hidden Dragon: The Green Legend, Jadotville e The Ridiculous 6. «90 per cento degli utenti Internet vede video sul Web. Sono gratuiti, come quelli di YouTube, e sono brevi», spiega Andrea Rangone, del Politecnico di Milano. «Ma i video a pagamento stanno crescendo, anche se i numeri sono piccoli. Non mi aspetto quindi una rivoluzione dall’arrivo di Netflix. Una accelerazione però si». Nulla di indimenticabile, quindi. Ma questa è una guerra di lunga durata ed è appena agli inizi.
Jaime D’Alessandro, la Repubblica 7/6/2015

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10 meletti
LA RIVOLUZIONE DELLA TV NETFLIX ARRIVA IN ITALIA –
Se ne parlava da mesi, ma ieri la notizia è diventata ufficiale. Il fondatore e numero uno di Netflix, Reed Hastings, ha annunciato al mensile specializzato Wired che da ottobre la piattaforma televisiva a pagamento via Internet sarà attiva anche in Italia. Tutti gli osservatori del settore sono d’accordo: Netflix avrà un impatto rivoluzionario sul mercato, metterà in crisi le tv tradizionali, comprese le satellitari, e darà impulso alle reti telefoniche a banda larga. Vediamo dunque di che cosa si tratta.
Netflix è nata negli Stati Uniti nel 1997, dove le poste funzionano, con un servizio di noleggio di Dvd distribuiti per posta anziché con le reti di negozi che abbiamo conosciuto in Italia, dove le poste non funzionano. Circa otto anni fa Hastings ha pensato di distribuire i film in streaming attraverso la rete, preferendo un sistema di pagamento flat, cioè un tanto al mese per vedere tutto ciò che vuoi, al posto del tradizionale sistema del noleggio, un tanto a film, che è stato poi adottato dalle piattaforme televisive cosiddette pay-per-view. La scelta della tariffa flat è considerata la chiave del successo di Netflix, che ha raggiunto in pochi anni i 60 milioni di clienti, 40 dei quali nei soli Usa. In Europa l’azienda americana è già presente in Francia, Germania, Austria, Svizzera, Belgio e Lussemburgo. A ottobre sbarcherà in Italia, al prezzo previsto di circa 8 euro al mese, molto meno delle altre piattaforme televisive a pagamento come Sky e Mediaset Premium.
Prezzo basso, semplicità d’uso e un’offerta di film e telefilm praticamente sconfinata sono alla base del successo di Netflix. La vera carta vincente di Hastings è stata però la convinzione con cui ha scommesso per tempo sul suo business, rendendo forte e attrattivo il marchio Netflix con un investimento massiccio in produzioni autonome. Uno dei prodotti televisivi di maggior successo nel mondo, House of Cards, è prodotto da Netflix. In Italia i diritti della serie (protagonista Kevin Spacey) sono stati venduti a Sky, cosicché Netflix non potrà inserirla nella sua offerta di ottobre.
Adesso si tratta di capire perché Netflix fa tanta paura alle tv tradizionali, al punto che qualcuno arriva a ipotizzare – forse esagerando – che in Italia dietro i ritardi nella diffusione della banda larga per Internet ci siano anche gli interessi di Mediaset e Sky. La prima ragione è che Netflix è un concorrente temibile. Ha già raggiunto un fatturato di circa 5 miliardi di euro, grosso modo la somma di Rai e Mediaset e, pur macinando utili, ha una notevole capacità di investimento sui suoi prodotti tv. Del resto è facile constatare che se una puntata di House of Cards ha 60 milioni di potenziali clienti, venerdì sera la puntata finale di Amici di Maria De Filippi, con lo share record del 34 per cento, è stata vista da 6,5 milioni di persone: come si vede una produzione Netflix ha un bacino di mercato dieci volte superiore a quello delle tv italiane.
La seconda ragione è che Netflix accompagna lo spostamento del pubblico dalla tv alla rete, accelerando il lento commiato dalla televisione prigioniera del palinsesto: “Per cinquant’anni abbiamo avuto la tv lineare, ma ogni cosa ha il suo tempo e prima o poi viene sostituita: la tv del futuro sarà un grande iPad”, ha detto Hastings a Wired. Scegliendo un film dal magazzino di un distributore online, il telespettatore è libero di decidere che cosa guardare e a che ora, e se segue una serie non sarà più schiavo dell’essere sul divano tutti i giorni alla stessa ora.
La terza ragione è che aziende come Netflix hanno un costo di distribuzione quasi azzerato rispetto alla tv tradizionale che deve mantenersi costose reti di antenne, come Raiway e EI Towers nel caso delle terrestri, o il sistema satellitare nel caso di Sky. Potendo offrire, soprattutto se c’è disponibilità di banda sulla rete, immagini televisive anche in alta definizione, Netflix può diventare un insidioso concorrente di Sky e Mediaset nelle aste per i diritti tv non solo dei film e telefilm ma anche degli eventi sportivi.
Detto ciò è facile comprendere perché il numero uno di Telecom Italia, Marco Patuano, parli dell’arrivo di Netflix come di una grande occasione. Indipendentemente dall’ipotesi che sia la stessa società telefonica a offrirsi come rivenditore degli abbonamenti a Netflix, integrandoli nella propria offerta di connettività, è certo che un successo della piattaforma di pay-tv via Internet significherebbe un boom della domanda di banda larga da parte del mercato. Basta un solo dato: negli Usa Netflix arriva a occupare un terzo del consumo totale di banda nelle ore di punta; per dirla più chiaramente, di tutti i dati che circolano sulla rete Internet degli Stati Uniti, un terzo sono quelli spediti da Netflix ai monitor dei suoi clienti.
Giorgio Meletti, il Fatto Quotidiano 7/6/2015