Ilario Lombardo, La Stampa 7/6/2015, 7 giugno 2015
RADIOGRAFIA DELLE REGIONALI SU 112 CONSIGLIERI, 54 RENZIANI
Il partito della Nazione di Matteo Renzi è andato a sbattere contro le Regioni. Certo non si può dire che è un tonfo, ma il risultato delle ultime elezioni non premia la rottamazione renziana. Su 112 consiglieri dell’area Pd, quanti sono i seguaci del verbo renziano? Quanti invece sono espressione dei portatori di voti al servizio del candidato presidente di turno, politici di lungo corso cui Renzi si è affidato ciecamente?
I conti di Guerini e Lotti
I conti li hanno già fatti subito dopo il voto i segretari regionali e con loro Lorenzo Guerini e Luca Lotti, vero maestro dei numeri e dei bilancini. «Per il 60% sono nostri» azzardano i renziani della segreteria. Un dato indubbiamente positivo per Renzi viene dalle regioni di ortodossia post-Pci, come la rossa Toscana. Qui la quota di renziani è la maggioranza: 18 su 24 consiglieri eletti con Enrico Rossi, uno è un Giovane Turco (la corrente di quasi-renziani di Andrea Orlando e Matteo Orfini), gli altri si dividono tra i bersaniani di Area Riformista, SinistraDem di Gianni Cuperlo e un uomo di Enrico Letta. «Abbiamo scientificamente preparato le liste per ottenere questo» confida una fonte dem regionale.
I ras locali
Nelle Marche sono 9 su 15. I turchi non ce la fanno, nonostante la calata dei capi-corrente. La spunta invece Fabrizio Volpini, civatiano (sì, esistono ancora nonostante Civati sia uscito dal Pd), primo degli eletti di Ancona. Gli altri 5 sono della sinistra Pd. In Umbria la situazione si complica: la governatrice è l’uscente Catiuscia Marini, dei Giovani Turchi, ma a prendere più consiglieri è il suo ex competitor locale Giampiero Bocci, sottosegretario di un certo potere in regione: «bocciano, non renziano» come dicono i suoi sostenitori. In consiglio i luogotenenti di Renzi prendono due poltrone. In Umbria si intravede quella che è stata la figura portante della vittoria in tutte le altre regioni tolto il Veneto: il ras locale, che viene prima di Renzi. Michele Emiliano in Puglia avrà 10 consiglieri su 23 a suo nome, esponenti di liste che lo sostenevano accanto a quella ufficiale del Pd; 6 sono i renziani-turchi, 7 quelli delle varie minoranze. Allo stesso modo in Campania, dove a dare una mano ci ha pensato il potentissimo Ciriaco de Mita, Vincenzo De Luca porta in quota personale 7 consiglieri, contro i 9 renziani e i 5 di AreaRiformista-SinistraDem.
La Ditta non è finita
Nel disastro ligure, renziano di stretta osservanza si può considerare solo Juri Michelucci. Su 8 consiglieri, 4 sono bersanian-cuperliani, altri 3, compresa Raffaella Paita, sono fedelissimi di chi ha gestito il potere negli ultimi dieci anni: Claudio Burlando. In vista della ridefinizione del partito, i numeri dicono che la minoranza è viva: su 112 consiglieri, se i renziani-turchi sono 54, i big locali e i seguaci di Bersani-Speranza-Cuperlo (e altri) sono 24 e 34. La Ditta non è ancora stata liquidata.
Ilario Lombardo, La Stampa 7/6/2015