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 2015  giugno 07 Domenica calendario

LE MANI DELLA CUPOLA SUL BUSINESS DA UN MILIARDO DEI CENTRI D’ACCOGLIENZA

ROMA.
Se è vero che “tre indizi fanno una prova”, incrociando il lavoro recente di tre Procure della Repubblica (Firenze, Bari, Catania) con quanto l’inchiesta “Mafia Capitale” è sin qui riuscita a documentare su Luca Odevaine, ventriloquo corrotto al “Tavolo di Coordinamento Nazionale per l’accoglienza dei migranti” del Viminale, si può oggi raccontare una storia che suona così. Una cupola ha controllato e in buona misura ancora controlla, attraverso la leva della corruzione, il fiume di denaro che, ogni anno, assicura l’accoglienza dei migranti nel nostro Paese. Oltre 1 miliardo di euro per il 2015, 400 milioni in più rispetto al 2014, il doppio di quelli spesi nel 2013. Questa cupola ha le stimmate della cooperativa “La Cascina”, braccio finanziario di Cl. E ha il suo interlocutore politico nel Ncd, il cui segretario, Angelino Alfano, è ministro dell’Interno, che della regolarità delle procedure di affidamento della spesa dovrebbe essere il garante. Ma che, fino ad oggi, di nulla si è accorto.
“SOSTEGNO STRUTTURALE”
Intercettato dalle cimici del Ros il 21 marzo 2014, Odevaine parla al commercialista Stefano Bravo:
Odevaine : «Castiglione (sottosegretario all’agricoltura, indagato dalla Procura di Catania per l’appalto al Cara di Mineo, ndr) si è avvicinato molto a Comunione e Liberazione, insieme ad Alfano. Comunione e Liberazione, di fatto, sostiene strutturalmente tutta questa roba di Alfano e del centrodestra».
Bravo: «Comunione e Liberazione appoggia Alfano?»
Odevaine: «Si, stanno proprio finanziando. Sono tra i principali finanziatori di tutta questa roba. Si. E Lupi sta dentro. Lupi, infatti, è il Ministro delle Opere Pubbliche. E Castiglione fa il sottosegretario all’Agricoltura. Però è il loro principale referente in Sicilia. Cioè quello che poi gli porta i voti perché poi i voti loro ce li hanno tutti in Sicilia. Per cui, diciamo, io li ho messi insieme e si è strutturata questa roba. E dopo di che abbiamo fatto questa cosa di Mineo. E la prima gara io ho fatto il Presidente della Commissione. E poi c’è stata una seconda gara. E poi, adesso, questa è la terza. E in tutte e tre io ci so stato in Commissione».
Sappiamo che la gara del Cara di Mineo (90 milioni) che Odevaine vende alla “Cascina” per 20 mila euro al mese viene subito denunciata dall’Autorità Nazionale Anticorruzione come esempio di “bando sartoriale”, cucito sul vincitore designato. E sappiamo che il Viminale ignora quei rilievi. Perché? Per quello che Odevaine racconta?
L’UOMO DI LUPI E ALFANO
Alle parole di Odevaine sui legami «strutturali» tra “Cascina” e vertici del Ncd si può credere o meno. È un fatto che l’uomo che negozia la tangente di Odevaine sia Salvatore Menolascina, amministratore delegato della “Cascina” (ora agli arresti domiciliari per ordine della Procura di Roma). E che il suo nome non spunti come un fungo. Nell’inchiesta sulle Grandi Opere della Procura di Firenze, le indagini del Ros lo documentano legato a doppio filo con Lupi e il suo spicciafaccende “Frank” Cavallo (che dalla “Cascina” è retribuito). Soprattutto, nel gennaio 2014 (soltanto due mesi prima dell’intercettazione di Odevaine), lo sorprendono in un incontro che «deve restare riservato» all’hotel Palace di Bari con lo stesso Lupi, Alfano e Schifani. Di cosa dovranno mai parlare? Di voti? O di business dei migranti? È certo che, in quello stesso periodo, “la Cascina” ha intavolato con Odevaine la possibilità di entrare anche nella gestione del Cara di san Giuliano di Puglia. Ed è altrettanto certo che, come in un gioco di “matrioske”, Menolascina porti ad un altro nome che racconta qualcosa della Cupola. Angelo Chiorazzo e la sua cooperativa lucana “Auxilium” (ha sede a Senise, provincia di Potenza), perquisita ieri dai carabinieri del Ros per ordine dei pm di “Mafia Capitale”.
LA AUXILIUM
Chiorazzo ha lavorato con Menolascina alla “Cascina” (ne è stato vicepresidente). Quindi, si è messo in proprio, in formale concorrenza con il vecchio sodale e ha avuto grande fortuna. Un’informativa della Finanza di Bari segnala che per la gestione del Cara di Palese percepisce un’indennità per ogni singolo migrante di 33 euro (oltre ai 50 centesimi in beni e prodotti) per un importo complessivo di 14 milioni e mezzo di euro in tre anni. Ma ha gestito anche il Cie di Ponte Galeria, il Cara e il Cie di Pian Del Lago (Caltanissetta), appalto inizialmente assegnato alla “Cascina”. Nel dicembre 2014, subito dopo la prima ondata di arresti di “Mafia Capitale”, dice alla “Gazzetta del Mezzogiorno”: «Si insinua che anche noi fossimo il terminale delle decisioni della cupola romana. Voglio dire che né io né nessuno di Auxilium ha mai lavorato con il Comune di Roma in merito all’emergenza immigrazione. È ovvio che ci sia qualcuno che possa avere interessi poco chiari. Ma sono le gare al massimo ribasso che favoriscono la mafia».
Chiorazzo, infatti, è in quelle al massimo rialzo. Con Buzzi, che con “la Cascina” di Manolascina, è il custode della Cupola dell’assistenza ai migranti all’interno del Raccordo Anulare.
“HO REGALATO 6 MILIONI”
Scrive nella sua ordinanza il gip di “Mafia Capitale”: «Nel giugno 2014, Angelo Chiorazzo stringe con Buzzi un’associazione temporanea d’impresa (A.T.I.) per la partecipazione alla gara da 10 milioni di euro bandita dalla Prefettura di Roma per l’affidamento del Cara di Castel Nuovo di Porto. È un “patto di non belligeranza” e piena condivisione degli interessi economici in gioco, per superare precedenti contrasti. Grazie a tale accordo, l’A.T.I. “Auxilium/Eriches 29” si aggiudica la gestione di 1.000 immigrati». Un patto — racconta Buzzi a Carminati — che vede come intermediario Angiolo Marroni, storica figura della sinistra romana, garante dei detenuti della Regione Lazio e padre di Umberto, deputato Pd. E i cui termini — spiega Buzzi ai suoi — sono questi. «Abbiamo fatto una specie di cartello per tenere alti i prezzi. Siamo con Auxilium e andiamo a caccia dei 1.000 posti. 500 ad Auxilium e 500 a noi. Stiamo facendo accordi per tenere alti i prezzi a 33 euro e 60. Stiamo a parla’ di 900, 1.000 euro al mese (per ciascun migrante, ndr)». L’accordo fa felice Buzzi e, a quanto pare, Angiolo Marroni. E così ne parlano al telefono. «Angiolo, 12 milioni di euro ci siamo portati via!». «Ah, che bello. Pe’ pochi mesi...», replica Marroni. «Quindi ne abbiamo regalati a Chiorazzo 6, ricordalo». «Beh, sei stato bravo. Significa che avete un futuro in comune».
Carlo Bonini, la Repubblica 7/6/2015