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 2015  giugno 07 Domenica calendario

SARRI, L’EMIGRANTE DI RITORNO

Quando ha preso la macchina per raggiungere Amalfi, giovedì, Maurizio Sarri non sapeva due cose: che sarebbe diventato l’allenatore del Napoli e quante curve avrebbe dovuto affrontare per arrivare nella perla della Costiera e ricevere il premio Football Leader. Dopo molte curve è arrivato alla meta così come la sua carriera, dopo tante curve, lo ha riportato a casa. Già perché Napoli è casa sua. È nato qui, ha vissuto a Bagnoli (dove è tornato nei giorni scorsi, forse non a caso) fino all’età di tre anni. Il papà lavorava sulle gru e in quel periodo era di stanza a Napoli. Così da bambino Sarri tifava per i colori azzurri, lo ha raccontato in una recente intervista.
SCARMANTICO La sua è dunque la storia di un emigrante di ritorno, un viaggio in direzione opposta rispetto a quello che negli anni scorsi hanno compiuto i vari Martusciello (tra i suoi collaboratori a Empoli ed in procinto di seguirlo a Napoli come l’ex azzurro Simone Bonomi), Di Natale, Caccia e Montella. Già, Montella. Era anche lui tra i papabili per la panchina azzurra così come Cesare Prandelli, che ad Amalfi giovedì sera era al tavolo con Sarri. Più loquace Maurizio, con al fianco la moglie. Presenza discreta e cordiale con cui Sarri condivide tutto tranne il vizio delle sigarette (da qualche anno la signora ha smesso di fumare). Scaramantico come i napoletani, anche ad Amalfi indossava una polo scura perché ritiene il nero un colore portafortuna. In effetti, per lui deve essere così perché la telefonata di De Laurentiis è arrivata qualche ora dopo una serata nella quale Sarri in punta di piedi era diventato protagonista. A premiazione già iniziata, si era messo educatamente da parte essendo arrivato in leggero ritardo. Ferrero lo aveva pubblicamente elogiato e lui pian piano si è ambientato. Ha iniziato a raccontare di Empoli e di Napoli, di quel 2-2 dell’andata al San Paolo che proprio non gli era andato giù.
DESTINAZIONE CAMBIATA Ha svelato che adora leggere e che ama il mare (a differenza di Benitez, e per la gioia di De Laurentiis). Ha rilasciato interviste senza soluzioni di continuità, ha ribadito che gli allenamenti con lui sono quasi sempre a porte aperte (sperando che a Napoli glielo lascino fare), ma quando tre giornalisti e un comico gli hanno chiesto se lo avesse chiamato De Laurentiis ha detto candidamente di no. Difficile dire se fosse una bugia, tutto sommato poco importa. Quel che conta è che il viaggio di ritorno è stato posticipato rispetto al previsto e che la meta sia stata cambiata in corsa. Destinazione Napoli, Sarri è tornato a casa.