Mario Pagliara, La Gazzetta dello Sport 7/6/2015, 7 giugno 2015
IL MILAN RIPENSA IN GRANDE
Il colpo da maestro piazzato da Silvio Berlusconi con la cessione del 48% delle quote a Bee Taechaubol, introitando una montagna di soldi che sfiora i 500 milioni, cancella in un colpo solo la parola austerity dal vocabolario rossonero dei prossimi anni e rappresenta l’alba di una nuova stagione votata agli investimenti. Quando entro le prossime 8 settimane, definiti gli ultimi dettagli tecnici e commerciali, Fininvest firmerà il contratto di cessione definitivo (il 5 giugno è stato approvato un preliminare) e delibererà l’atto definitivo per il passaggio del pacchetto di minoranza, il Milan potrà riproporsi sullo scenario internazionale con ritrovate ambizioni di leadership supportate da una strategia già abbozzata per grandi linee nella recente due giorni milanese di Bee con Mr B. che poggia su tre obiettivi strutturali: il risanamento totale dei conti, il ritorno nel G-8 della Champions, l’ulteriore potenziamento del valore del marchio nel mondo (soprattutto sui mercati asiatici). Saranno passaggi graduali, certo, ma anche ragionevolmente rapidi in proporzione alla quantità dei milioni che si dovranno muovere. E che confluiranno nella missione finale: la quotazione del club sul listino della Borsa di Hong Hong in due anni. Il nuovo Milan dalle due anime, dal sapore orientale, mette piede nel futuro.
NUOVO CDA Il confine invalicabile tracciato da Berlusconi giovedì notte ad Arcore con Bee è stato la blindatura di tutto il management: le posizioni dei due amministratori delegati, Adriano Galliani (ramo sportivo) e Barbara Berlusconi (settore commerciale) sono più che solide, intoccabili. Quello che cambierà, forse già entro l’estate, sarà la composizione del consiglio di amministrazione: Taechaubol entrerà nell’organo collegiale portando con sé una rappresentanza adeguata alla ripartizione delle quote (52% Fininvest-48% la cordata del cino-thailandese). Mr Bee potrebbe non assumere cariche (almeno in questa prima fase), indicando dai 3 ai 5 membri espressione del gruppo che rappresenta (i cui soci forti sono il fondo Ads Securities di Abu Dhabi e la China Citic Bank): nulla impedisce che i numeri dell’attuale Cda (oggi composto da 2 a.d. più 7 componenti) possano crescere, creando un nuovo consiglio più ampio che garantisca l’adeguata rappresentanza a tutti i soci. I 56 giorni serviranno a stabilire anche questi pesi.
IL BILANCIO Uno degli aspetti marcati invece da Bee al tavolo con Silvio è stato il tema degli investimenti: il broker ha sì valutato il club poco sopra il miliardo e cento (prezzo da top club mondiale), impegnandosi a versare la cifre monstre di 500 milioni, ma ha chiesto in cambio un piano di sviluppo sul quale ha trovato la perfetta sintonia di Berlusconi, motivato a tagliare il traguardo del trentennale del suo governo milanista nel 2016 con nuovi trionfi. Il patto tra le parti, così, parte da una robusta, e determinante, ricapitalizzazione del club: una grossa fetta dei 500 milioni, si ragiona su una forbice tra i 250 e i 300 milioni, sarà iniettata da Fininvest nel bilancio della società. Una manovra finanziaria indispensabile per salvare i conti di un club che, alla chiusura del rendiconto al 31 dicembre 2014, segna un indebitamento netto di 247 milioni (141 con le banche e 106 con altri creditori). E’ il punto-chiave: risanerà e guarirà il Milan, farà decollare il piano di ristrutturazione del debito e fornirà un ricco - quanto insperato - portafoglio per avviare nuovi investimenti, primo tra tutti la costruzione dello stadio di proprietà (sul progetto al Portello si decide martedì). Senza dimenticare che l’azzeramento dell’esposizione libererà le politiche di calciomercato dai vincoli del fairplay finanziario. La ricapitalizzazione spetterà a Fininvest, la holding dei Berlusconi che detiene il controllo del 99,93%: prima di immettere parte dei milioni di Bee nel Milan, ad accordi perfezionati, Fininvest iscriverà i 500 milioni per il 48% sul proprio bilancio 2015 piazzando una gigantesca plusvalenza stimata sui 250 milioni. Il valore delle azioni del Milan in mano a Fininvest è registrato in 485 milioni: il ciclone Bee, oltre a salvare il club, permetterà anche alla società di riferimento della famiglia di consolidare ulteriormente i propri numeri.
LA BORSA Quest’estate sul mercato i rossoneri disporranno di un budget intorno ai 100 milioni: toccherà a Galliani, insieme al fondo Doyen (advisor sportivo di Bee), realizzare i sogni della nuova proprietà che, da subito, punta a rientrare nel giro Champions (dal solo gironcino s’incassano almeno 50 milioni), e che vuole stabilizzarsi nel G-8 d’Europa. Accanto ai risultati sportivi, sarà pianificata una politica aggressiva per potenziare il marchio del Milan nel mondo, in particolare in Asia, che ha già toccato indici record con il piano triennale di Barbara (l’accordo col thai ne è la controprova). Non rientra nella sfera dei sogni impossibili raddoppiare (se le vittorie sul campo accompagneranno queste ambizioni) il valore del Milan nel prossimo biennio. Un orizzonte non casuale: coinciderà con i tempi ipotizzati per la quotazione di una parte del club ad Hong Kong, piazza scelta per offrire agli investitori un altro pezzetto del club, tra il 20 e il 25% (resta da definire ). Come sarà da stabilire se queste azioni si sottrarranno al pacchetto di Bee o a quello di Fininvest (probabile una ripartizione 55-60% Fininvest – 40-45% Bee rispetto al monte azionario). Questo è il core business autentico del patto: se quando il Milan sbarcherà in Borsa si sarà davvero raddoppiato il suo valore, i soci potrebbero beneficiare di prospettive di guadagno inimmaginabili. Di conseguenza, la geografia dell’assetto societario si potrebbe rimescolare a favore di Bee. Ma questo è solo uno scenario, adesso invece ad Arcore si godono il futuro prossimo. E il capolavoro di Silvio.