Andrea Montanari, MilanoFinanza 6/6/2015, 6 giugno 2015
E L’ING FA 90. MILIONI
Mai dismissione fu più azzeccata nel timing e più redditizia. La vendita, definita nell’estate di un anno fa, del negozio parigino di Avenue Montaigne 51 al colosso del lusso Chanel (controllato dalla famiglia Wertheimer), per un controvalore record di 140 milioni (233 mila euro al metro quadro) ha garantito alla Romed, una delle holding personali di Carlo De Benedetti, di chiudere i conti del 2014 con un utile monstre (93,47 milioni, ossia dieci volte i profitti dell’anno precedente) grazie a un jumbo-dividendo, 85 milioni, staccato dalla società di gestione immobiliare transalpina Montaigne 51, il principale asset in portafoglio alla cassaforte dell’Ingegnere.
È il dato principale che emerge dai conti dello scorso esercizio, consultati da MF-Milano Finanza, di Romed.
Quest’ultimo è il veicolo che custodisce gran parte del patrimonio immobiliare francese del fondatore di Cir e presidente del Gruppo L’Espresso (al 100% Montaigne 51, che ha un valore di bilancio di 96 milioni, si affiancano il 90% di Residence Branly e il 45% di Arlington 77).
Ma Romed ha anche investito a Piazza affari, acquisendo il 5,71% di Greenitaly1 (specializzata in green economy e quotata all’Aim Italia) e il 3,85% di Space Holding, che si è appena fusa con la storica azienda di matite Fabbrica Italia Lapis e Affini (Fila). Analizzando nel dettaglio il bilancio 2014 di Romed emerge che oltre agli 85 milioni di acconto-cedola girati dalla società di real estate transalpina, la holding ha incassato altri 8,36 milioni principalmente da attività di trading, portando il monte dei proventi finanziari a 93,4 milioni.
Ma sempre nello scorso esercizio la finanziaria ha incassato altri proventi per un totale di 23,6 milioni, legati con ogni probabilità ad attività di trading finanziario. Inoltre, Romed detiene partecipazioni per un controvalore complessivo di 51,2 milioni, godendo poi di disponibilità liquide per un ammontare complessivo di 187,8 milioni, a fronte di debiti bancari per 104,84 milioni. Mentre il patrimonio netto del veicolo finanziario alla fine dello scorso anno ammontava a 113,3 milioni. Una volta approvato il bilancio da record, il consiglio d’amministrazione di Romed ha proposto all’assemblea di non distribuire dividendo, nonostante la solidità patrimoniale e la cifra elevata, a De Benedetti, azionista diretto e indiretto della holding. Anzi quasi un terzo dei 93,4 milioni di utile netto, ovvero 34,4 milioni sarà utilizzato per coprire integralmente le perdite pregresse della finanziaria presieduta da Franco Girard. In questo modo Romed diventa ancora più ricca e liquida per studiare futuri investimenti, tutti ancora da valutare da parte dell’Ingegnere.
L’industriale torinese, che ha ceduto le quote di Cir ai tre figli (Rodolfo, Marco ed Edoardo) nel marzo 2013, dopo aver lasciato già a inizio 2009 le cariche operative, in ogni caso oltre a Romed dispone di altri veicoli d’investimento personali. In particolare, l’altra holding di riferimento è la Per, che ha il 53,3% della quotata Management&Capitali (il cui principale asset in portafoglio è la tedesca Treofan, partecipata al 41,6%), e detiene una quota, il 14,26%, in Bf Holding, la scatola partecipata anche dalle famiglie Gavio e Cremonini, dalla Fondazione Cariplo, da Sergio Dompè e da alcune cooperative del comparto agricolo, che a sua volta ha il controllo pressoché assoluto, 78,12%, di Bonifiche Ferraresi, anch’essa quotata a Milano. E su quest’ultima società, che fino a un paio d’anni fa era controllata al 62,37% dal fondo pensioni della Banca d’Italia, si concentrano le attenzioni del mercato, visto che è in atto un progetto di rilancio portato avanti dall’amministratore delegato Federico Vecchioni.
Andrea Montanari, MilanoFinanza 6/6/2015