Paolo Siepi, ItaliaOggi 6/6/2015, 6 giugno 2015
PERISCOPIO
Che succederebbe al Pd se domani si votasse a Roma? Jena. la Stampa.
Google progetta i jeans che ti avvisano se stai ingrassando. Al confronto il Grande Fratello si faceva il fatti suoi. Il rompi-spread. MF.
I dati sull’occupazione giovanile fanno paura. L’Italia è una Repubblica affondata sul lavoro. Gianni Macheda.
«L’Italia decolla», dice il capitano. «E dove scappa?», gli chiede la hostess. Vignetta di Altan. la Repubblica.
Secondo il forzista (atipico) Gianfranco Rotondi il vero anti-Renzi «non è Matteo Salvini, e non è neppure Luigi Di Maio. Se lo è coltivato in seno lo stesso premier: è Raffaele Cantone». La profezia, fatta da Rotondi, si basa su alcune considerazioni: «Renzi, per combattere Beppe Grillo, ha fatto il democristiano, introducendo dosi omeopatiche di grillismo e accarezzando quel giustizialismo che, alla fine, si rivolterà contro di lui». Secondo Rotondi la legge politica è inesorabile: «Come diceva Pietro Nenni attenti a fare i puri che c’è sempre qualcuno più puro di te che ti epura. Così Renzi ha iniziato a spingere, e a forza di spingere è arrivato a palazzo Chigi, si è seduto sulla poltrona e solo allora si è accorto che quelli che erano con lui continuano a spingere...». Rotondi è certo che «Renzi è più debole di una settimana fa, e quando sarà ancora più debole, ecco che salterà fuori un Cantone...». Franco Bechis. Libero.it
Il rapporto delle Nazioni che considera Israele come uno stato torturatore di bambini arriva dopo quello di fine marzo del Csw (Commission on the Status of Women). Israele anche allora venne esposto al pubblico ludibrio come il principale stato che viola i diritti delle donne nel mondo. L’unico paese al mondo condannato per come tratta le donne. Non la Siria, dove le forze governative utilizzano gli stupri come tattica di guerra o lo Stato islamico che schiavizza le donne delle minoranze religiose. Non l’Arabia Saudita, dove le donne sono fisicamente punite se non indossano gli indumenti obbligatori. Non l’Iran, dove l’adulterio è punibile con la morte per lapidazione. Giulio Meotti. il Foglio.
Con Carlo Freccero e Aldo Grasso frequentavamo assiduamente il Circolo del cinema della Uicc di Savona, di ispirazione socialdemocratica, notevole strumento di potere in una città dominata dai comunisti e dai picchetti dei camalli. Dei tre, l’unico borghese, il figlio dell’avvocato, ero io. Carlo era nato da un ferroviere, Aldo da un mediatore di carni. Entrambi con pochi soldi in tasca, si industriavano. Freccero si era iscritto al magistero, Grasso si pagava gli studi in una succursale della Università Cattolica, lavorando come telefonista. Tatti Sanguineti (Nanni Delbecchi e Malcom Pagani), Il Fatto.
Mondanità. Avendo sentito parlare del Circolo polare artico, Mike Bongiorno ha chiesto di diventarne socio. Amurri&Verde, News. Mondadori. 1984.
Penne (Pescara). Dodicimila abitanti sotto la mole del Gran Sasso. Ogni dieci passi, una chiesa: sotto il Regno delle Due Sicilie, la città era sede vescovile. Gliene rimane questa gravità austera, e la chiesa madre maestosa, sull’orizzonte delle colline. Cos’è successo a Penne? Niente. Sono qui a cercare un’Italia di provincia, quieta, senza alcun dramma, o scandalo. Un’Italia in pace, invisibile sui giornali. Nel bar della piazza gli avventori giocano a carte, i bicchieri colmi di trebbiano d’oro. Per i vicoli, a mezzogiorno, profumo di sugo, clangori di padelle sul fuoco. Nei giardini, rose che si sporgono tra le sbarre, curiose. Occhi verdi di gatti che ti fissano. Biciclette appoggiate ai muri, senza lucchetto. Dai balconi pendono già asciutte, rigide, le lenzuola stese, e tu ne sai, da lontano, il profumo. Marina Corradi. Avvenire.
Mio nipote ha fatto il militare con Pippo Civati. Erano all’Arci di Milano. Essendo obiettori di coscienza hanno scelto loro dove farlo. In pratica il loro hobby. Io avrei scelto il laghetto di pesca sportiva Fisp che c’è vicino a Milano. Questa la loro giornata di leva. Aprivano la loro sede con calma alle 10/10,30, iniziavano a mettere in ordine i dischi di Francesco Guccini, 45 giri, Lp, nastri registrati, cd, poi a mezzogiorno andavano a pranzo e tornavano alle 17/17,30 e tornavano a mettere a posto i dischi di Guccini. Il giorno dopo uguale. Ogni tanto facevano la prevendita dei biglietti per il concerto di Guccini a Parabiago e ritagliavano i giornali che parlavano dell’evento. Al venerdì finivano alle 13 e fino al lunedì alle dieci stop. Il tutto alla faccia di quelli che non sapendola lunga così si ritrovavano sbattuti in Friuli con un sergente che alle 6,30 ti urlava nelle orecchie: «Sveglia, sveglia». Noi non potevamos. Firmato Dc ala dura. Maurizio Milani, scrittore satirico. Il Foglio.
La protagonista del film Nake è una malata ricca e un po’ stronza («sono una stronza furibonda, è il mio carattere, non potete farmene una colpa») che però è resa accettabile da un figlio morto nello stesso incidente dal quale lei è uscita malmessa e che la costringe a dosi massicce di antidolorifici («vuole sedare una città intera?», chiede un farmacista). Nake, film.
Alcuni avevano occhi spiccatamente orientali e baffi neri e spioventi, perché erano mongoli o tartari. Fra molti cavalli v’era anche qualche cammello e dromedario, che veniva anch’esso legato ai paletti piantati per terra. Carlo Sgorlon, L’armata dei fiumi perduti. Mondadori. 1985.
Nello scudo della palestra era stampata la parola-simbolo, in latino: Laetitia. E siccome il latino, nel nostro rione periferico di Venezia, non era molto famigliare, tanti i giovani quanto i vecchi lo pronunciavano com’era scritto. Era il loro tallone di Achille, la spia della loro ignoranza. La dizione esatta era un privilegio riservato ai preti, e agli allievi: una sorta di parola d’ordine, di abracadabra esoterico. Nantas Salvalaggio, Rio dei pensieri. Mondadori. 1980.
«Dalla prima elementare all’ultimo anno del liceo ognuno di voi, ragazzi, è costretto a studiare sul libro di testo. E ogni libro di testo è la presunta o pretesa verità che voi dovete deglutire, ruminare. Ora che siete all’università ricordatevi però che non c’è più il libro di testo, ma che ci sono i testi e questi sono nelle biblioteche. L’università è soprattutto nelle biblioteche». Vittorio Beonio Brocchieri in Luciano Simonelli, Dieci giornalisti e un editore. Simonelli editore.
I difetti io li ho tutti. Fra i pregi rispetto molto la bugia: ne dico continuamente. Luigi Serravalli, scrittore (Anna Maria Eccli). Alto Adige.
Oggi, affacciato al balcone di Piazza Venezia, un solo gesto, Mussolini potrebbe compiere. Vi lascio immaginare. Roberto Gervaso. il Messaggero.
Paolo Siepi, ItaliaOggi 6/6/2015