Luca Pagni, la Repubblica 6/6/2015, 6 giugno 2015
DA LAVAPIATTI ALLA SERIE A IL FINANZIERE STREGATO DAL CALCIO
MILANO
E pensare che avrebbe potuto acquistare il Napoli. Se avesse assecondato l’amore dell’amico e socio in affari Fabio Cannavaro per la squadra della sua città, ieri Bee Teachaubol non sarebbe rimasto nel centro di Milano a limare gli ultimi dettagli dell’acquisto di una buona metà del Milan con i legali della Fininvest, ma su qualche terrazza con vista Vesuvio a trattare con De Laurentiis. Anche se è stato scritto un finale diverso, sull’inizio della storia non ci sono incertezze: l’imprenditore thailandese nato 41 anni fa a Bangkok si è “finanziariamente” innamorato del calcio europeo, e italiano in particolare, dopo avere sponsorizzato la prima partita di grandi campioni del passato nella capitale thai, nel settembre scorso. In campo c’erano Figo, Shevchenko, Kluivert, Seedorf, Nesta e lo stesso Cannavaro. Un successo di pubblico per la GLS, la Global Legend Series, che ha poi stretto, come GLS Academy, un importante accordo col governo di Pechino: insegnerà calcio in tutte le scuole della Cina. Come ha raccontato a Repubblica, Bee ha intuito l’enorme potenziale economico del calcio in Asia. E deve crederci tanto, se è stato disposto a valorizzare 1 miliardo una società che ha appena chiuso il bilancio con 90 milioni di perdite, non ha uno stadio di proprietà e alla quale Forbes ha attribuito un valore di meno di 700 milioni.
Tutti penseranno che sia un pazzo o che ci sia chissà che cosa sotto. Ma mister Bee agli azzardi finanziari ci ha fatto il callo, per storia familiare e personale. Di mestiere fa il gestore di un private equity: nel linguaggio della finanza un manager che va in giro a raccogliere soldi di chi ne ha tanti e non vuole accontentarsi del 2-3 per cento di interesse. Prende i soldi, investe comprando quote di società in difficoltà o dal potenziale inespresso; le gestisce e le rivende (o le quota in Borsa). Certo che dovrà venderne di magliette e aprire scuole calcio per i figli della nuova borghesia asiatica, se vorrà rientrare dall’investimento. In questi mesi, da quando il suo nome è stato accostato al Milan, è stato dipinto come uno che non dispone di capitali suoi, malgrado un patrimonio stimato di 1,2 miliardi di dollari. Di sicuro è ricca la sua famiglia, di origine cinese, nonostante abbia rischiato di scomparire dagli elenchi dei Vip thailandesi. Dopo essere diventata milionaria costruendo palazzi tra Thailandia e Australia, ha rischiato il tracollo per la bolla immobiliare nel ’77.
Lavapiatti in un ristorante di famiglia a 14 anni, a 16 Bee faceva già pratica nelle vendite online, prima di laurearsi in ingegneria con master in una business school. Negli ultimi 15 anni ha cavalcato il boom delle nuove economie asiatiche. Fino a quando un finanziere di origini ferraresi che vive e lavora a Dubai, Pablo Dana, socio in GLS con Cannavaro e con l’inglese James Yandle, l’ha convinto delle opportunità del calcio italiano e di quanti tifosi del Milan ci sono in Oriente, soprattutto in Cina. In due settimane Taechaubol è andato a trovare l’ex Pallone d’oro, è entrato da socio in GLS e ha comprato mezzo Milan, come ha annunciato felice ieri proprio all’amico Cannavaro. Che nel frattempo ha lasciato la panchina del Guangzhou, pronto a nuove esperienze anche dirigenziali. Chissà se è solo una coincidenza.
Luca Pagni, la Repubblica 6/6/2015