Sergio Romano, Corriere della Sera 6/6/2015, 6 giugno 2015
Ho ritrovato nella mia biblioteca un libro dal titolo La regina Margherita . Il nome dell’autore, Carlo Casalegno, non mi pareva del tutto sconosciuto
Ho ritrovato nella mia biblioteca un libro dal titolo La regina Margherita . Il nome dell’autore, Carlo Casalegno, non mi pareva del tutto sconosciuto. Con uno sforzo di memoria mi è tornato alla mente che si trattava di una vittima delle Brigate rosse. La motivazione dell’attentato non mi è molto chiara. Perché la manifestazione di protesta che venne messa in piedi contro gli attentatori ebbe scarso successo e il delitto fu giudicato con indifferenza? Porfirio Russo porfirio.russo@live.it Caro Russo, C arlo Casalegno, vicedirettore de La Stampa , fu aggredito alle 13.55 del 16 novembre 1977 nell’androne della casa di Corso Umberto a Torino dove abitava. Non morì immediatamente. Colpito al viso da quattro colpi di pistola, scomparve dopo una lunga agonia il 29 novembre. Aveva fatto la Resistenza in una formazione piemontese del Partito d’Azione, aveva scritto per Giustizia e Libertà e altri fogli del movimento, era a La Stampa dal 1947. Ma aveva anche insegnato Lettere in un liceo e aveva una spiccata vocazione per gli studi storici. Dopo il libro sulla regina Margherita avrebbe voluto scrivere una biografia «risorgimentale» di Pio IX. Quando furono arrestati e processati, i quattro brigatisti responsabili della sua morte dissero che avevano vendicato i compagni della Rote Armee Fraktion, «uccisi» un mese prima in un carcere tedesco (secondo la versione ufficiale si erano suicidati) a cui Casalegno, in un articolo, avrebbe «mancato di rispetto». Ma è molto più probabile che lo avessero scelto per il vigore con cui i suoi editoriali condannavano il terrorismo e chiedevano senza sosta al governo di contrapporre al fenomeno il rigore delle leggi. Qualche giorno prima, in un editoriale, aveva denunciato l’obiettiva complicità che legava le squadre terroristiche e le formazioni eversive dell’estrema sinistra. Le organizzazioni oltranziste non clandestine, aveva scritto, «offrono al terrorismo una solidarietà dichiarata, anche se talvolta critica: una copertura psicologica; una vasta schiera di giovani combattivi tra cui poter trarre nuove reclute. Non per caso Br e Autonomi hanno le stesse radici politiche, la stessa matrice ideologica». Casalegno aveva colto nel segno. In quegli anni la vera minaccia, ancora più dei singoli attentati, fu quella combinazione di paura, simpatia e consenso che serpeggiava nella società nazionale anche di fronte alla spietata violenza dei gruppi «militari». Qualche mese prima avevamo assistito al fallimento di un processo contro le Brigate rosse a Torino, in cui non era stato possibile formare la giuria popolare. Più tardi avremmo assistito a manifestazioni di complicità nelle fabbriche. Effettivamente l’uccisione di Casalegno fu accolta in qualche ambiente con una ostentata indifferenza. Pochi mesi dopo fui personalmente testimone di questa sconcertante indifferenza. Ero nello studio del rettore dell’Università di Roma, Antonio Ruberti, quando una sua collaboratrice irruppe nella stanza per darci notizia del rapimento di Aldo Moro. Quando lasciai Ruberti trovai, intorno alla palazzina del rettorato, un capannello di studenti che ascoltavano la radio con sorrisi e battute. La vittoria sul terrorismo fu pagata ad alto prezzo, caro Russo, anche perché dovemmo attendere che molti italiani si rendessero conto della necessità di combatterlo con durezza e fermezza. Se desidera rendersi conto del clima di quegli anni le suggerisco la lettura di un libro di Alessandro Silj apparso presso Vallecchi nel 1977 con il titolo «Mai più senza fucile!». Alle origini dei Nap e delle BR . Casalegno non fu il solo giornalista ucciso o ferito nel 1977. Emilio Rossi, direttore del TG1, fu «gambizzato» in aprile; Vittorio Bruno, vicedirettore del Secolo XIX , e Indro Montanelli, direttore del Giornale , avevano avuto la stessa sorte in giugno. Walter Tobagi, inviato del Corriere della Sera , verrà ucciso il 28 maggio 1980.