Silvia Bencivelli, il Venerdì 5/6/2015, 5 giugno 2015
CONTRO LA MALARIA SI STUDIA IL SESSO TRA LE ZANZARE
«Il sesso tra zanzare sta aiutando gli scienziati a combattere la malaria. Dico sul serio». È un tweet di Bill Gates tra i più rimbalzati in rete, e la sintesi perfetta, per quanto maliziosa, dello stato dell’arte della ricerca sulla malaria. La malaria, si sa, è una malattia causata da un parassita che a noi uomini viene trasmesso da una puntura di zanzara. In Europa ce la siamo dimenticata da qualche decennio, ma in Africa, in Sud America e nel subcontinente indiano continua a fare quasi un milione di vittime all’anno. Non ci sono vaccini, e i farmaci sono pesanti e sempre meno efficaci.
Quel che è peggio è che anche le vecchie strategie a base di insetticidi, peraltro spesso tossici, cominciano a non funzionare più. Ed ecco che arrivano, appunto, le ricerche sul sesso.
Come quelle di Flaminia Catteruccia, docente di microbiologia all’Università di Perugia e alla Harvard School of Public Health di Boston. «Il nostro obiettivo ultimo è trovare sostanze che, invece di uccidere le zanzare, le sterilizzino. Il punto di partenza è la ricerca di base sui meccanismi della riproduzione».
Una delle ultime scoperte del gruppo di Catteruccia è che la zanzara femmina (che trasmette il parassita) sceglie lei il maschio con cui riprodursi. Durante un unico atto sessuale, in volo e al tramonto («molto romantico, sì»), da lui riceve tutti gli spermatozoi che le serviranno nel corso della vita, e che terrà da parte in una capsula apposita. Ma riceve anche un tappo, un vero e proprio tappo, intriso di un ormone che la rende disinteressata ad altri maschi. In pratica, che la costringe alla fedeltà perpetua.
«Ci sono tante cose ancora da capire» precisa Catteruccia «per esempio i criteri di scelta del partner da parte della femmina. Però intanto abbiamo capito una questione chiave e cioè che il tappo dà un vantaggio anche al parassita». Un vantaggio nel suo sviluppo, che ha ragioni ancora poco chiare, ma che è evidente e si osserva solo nelle specie di zanzara più pericolose (per noi) del genere Anopheles. Il confronto tra le diverse specie di Anopheles ha così permesso di raccontare la storia di come a un certo punto nel corso dell’evoluzione alcuni, solo alcuni, maschi abbiano cominciato a produrre gli ormoni della fedeltà, le femmine si siano adeguate, e il parassita abbia fatto capolino.
«È interessante come esempio di coevoluzione» prosegue Catteruccia «ma ci dà anche indicazioni importanti per la lotta alla malattia». Possiamo per esempio cominciare a studiare come bloccare l’ormone o come impedirne gli effetti principali, sia sulla femmina sia sul parassita. Oppure, sul versante biotecnologico, produrre in laboratorio maschi sterili, che a loro volta, per la questione della fedeltà perpetua di cui sopra, renderanno sterili anche le proprie femmine.
Non stupisca perciò l’interesse di Bill Gates, visto che con la sua fondazione finanzia da tempo lo studio della malaria e delle strategie per fermarla. E stupisca poco anche la malizia: si tratta in effetti di sesso tra insetti. Ma è il tallone di Achille di una malattia con cui dobbiamo combattere ancora.