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 2015  giugno 05 Venerdì calendario

AULE, CAMPUS E CORANO: IN ARRIVO L’ATENEO ISLAMICO


LECCE. Dovrebbe essere la prima Università islamica d’Italia, ma sta aprendo i battenti tra raccolte di firme, polemiche e molti dubbi sui permessi e i finanziamenti.
A Lecce il fondatore del «nuovo ateneo» Giampiero Khaled Paladini dà per certo l’avvio delle lezioni già in autunno. L’assessore all’Urbanistica del Comune Saverio Martini però precisa: «Al momento, stando alle carte, non c’è nulla: non una richiesta di autorizzazione, non un progetto: nulla. Quello che ci risulta è che è stata avviata, nella sede indicata dal signor Paladino una scuola di arabo ma, almeno per ora, nulla di più». Un piccolo giallo? Ma no, dice Paladini: «Il Comune non ne sa nulla perché non c’entra nulla, dal momento che a Lecce avremo solo il rettorato, mentre il campus vero e proprio sarà a Monteroni, a sette chilometri dal capoluogo, dove abbiamo preso due palazzine che potranno ospitarci fino alla costruzione del nuovo ateneo».
Il progetto, di cui ci si può far un’idea anche sul sito unislamitalia.it, è in realtà molto articolato. Prevede un grande campus in grado di ospitare cinquemila studenti, la mensa, residenze, impianti sportivi e, ovvio, una moschea.
«Miriamo a costruire un’Università di eccellenza, in grado di fare di ponte tra Islam e Europa» continua Paladini. «Siamo ancora in attesa delle autorizzazioni del Miur, il ministero, che non arriveranno prima del prossimo gennaio. Una volta avute quelle potremo dare il via ai corsi universitari veri e propri, partendo con le facoltà di Agraria e Lettere. Fino ad allora ci dedicheremo a corsi di specializzazione e master per i quali non ci serve nessuna autorizzazione».
Il progetto, comunque, non ha riscosso grandi simpatie nei dintorni, tanto che a Lecce si stanno raccogliendo le firme per impedire il via alle attività del nuovo ateneo e che il sindaco stesso della città ha parlato con freddezza del progetto dicendo che «ora come ora sarebbe del tutto inopportuno avallare un’iniziativa di questo tipo».
Il problema principale, a sentire il fronte degli scettici, riguarda i finanziamenti che l’ateneo dovrebbe ricevere e sui quali, ancora non sono stati forniti dettagli. Una questione che Paladini, di nuovo, liquida come inesistente e già risolta. «I soldi arriveranno, in modi diversi, da diversi gruppi e fondazioni dei Paesi Opec che vorranno sottoscrivere il nostro progetto. Non appena le sottoscrizioni saranno confermate, forniremo tutti i dettagli del caso».