Loretta Napoleoni, il Venerdì 5/6/2015, 5 giugno 2015
SE LA POLITICA MONETARIA NON COMBATTE LA DEFLAZIONE
Nonostante la Svezia abbia mantenuto la propria moneta, la krona, la politica monetaria fatica a stabilizzare l’economia, ad evitare la formazione di bolle speculative e a risolvere i problemi della deflazione.
Aiutata da una buona domanda per il consumo, l’economia svedese nel 2014 è cresciuta a un ritmo elevato, tanto che il Pil è salito del 2,9 per cento. In parte ciò è dovuto ai bassi tassi d’interesse, al calo dei costi energetici e ad un tasso d’inflazione vicino allo zero che hanno fatto crescere il reddito disponibile delle famiglie. Se a questo aggiungiamo l’aumento dell’occupazione, il quadro è decisamente più roseo che nella maggior parte dei Paesi dell’Unione Europea.
Ma, come nel resto dell’Europa, in Svezia i prezzi non accennano a crescere. Ad aprile si sono contratti dello 0,2 per cento su base annuale mentre l’obiettivo della banca centrale è raggiungere un tasso d’inflazione del 2 per cento. Dopo aver tagliato i tassi d’interesse a meno 0,25 per cento, adesso la banca centrale vorrebbe acquistare buoni del tesoro per 90 miliardi di krone. Fino ad ora la politica monetaria espansionista ha prodotto una svalutazione della krona del 4 per cento, che a sua volta si spera aiuterà a rilanciare le esportazioni, ma sta anche gonfiando la speculazione edilizia nella capitale dove i prezzi delle abitazioni continuano a crescere.
L’esperienza della Svezia sembra confermare che anche per le nazioni che non hanno aderito alla moneta unica europea la politica monetaria è diventato uno strumento di scarsa efficacia per combattere la deflazione ed evitare bolle immobiliari.